Pensioni in Italia: ecco le regioni con assegni generosi

Le pensioni alte in Italia restano al centro del dibattito, con alcune regioni del Nord tra le più avvantaggiate. A competere solo il Lazio
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5 giorni fa
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pensioni in italia
Foto © Investireoggi

Le pensioni in Italia rappresentano un argomento sempre al centro del dibattito, e non solo quando si parla di riforma. Ma anche quando di mezzo c’è la disparità tra generi e differenze regionali.

Sebbene l’assegno pensionistico medio nel Paese si attesti intorno ai 1.300 euro lordi, alcune regioni riescono a distinguersi con cifre superiori alla media nazionale. Tra queste spicca il Friuli Venezia Giulia, che registra pensioni tra le più elevate in Italia, ma anche le più diseguali in termini di genere.

Differenze di genere nelle pensioni

Uno dei temi più critici e discussi è la differenza di importo tra le pensioni maschili e femminili. A livello nazionale, il divario di genere è una realtà ben consolidata. Ma in alcune regioni, come il Friuli Venezia Giulia, questa disparità è ancora più accentuata. Secondo i dati dell’ultimo rapporto annuale dell’INPS sulle pensioni, gli uomini in Friuli Venezia Giulia percepiscono una pensione media lorda di oltre 1.600 euro. Mentre le donne devono accontentarsi di circa 1.102 euro, un valore inferiore di oltre 500 euro. Questo gap riflette le disparità di carriera e retribuzione che, storicamente, hanno visto le donne penalizzate da percorsi professionali più discontinui. E meno remunerativi rispetto ai colleghi maschi.

Le ragioni di tale disuguaglianza sono complesse e affondano le radici in una serie di fattori sociali e lavorativi. Ad esempio, la maternità e la cura familiare sono spesso state responsabilità a carico delle donne, portandole a interrompere la carriera più frequentemente e ad accumulare quindi minori contributi previdenziali. Questa situazione, se non adeguatamente affrontata, rischia di perpetuare il divario pensionistico anche per le future generazioni di pensionate.

Pensioni in Italia: alte al nord

Se da un lato il Friuli Venezia Giulia presenta un divario di genere così accentuato, dall’altro è tra le regioni con le pensioni più alte del Paese. Secondo i dati INPS, l’assegno medio lordo nella regione è di 1.338 euro, posizionandosi al sesto posto nella classifica nazionale.

Soltanto Lazio, Lombardia e Trentino-Alto Adige riescono a superare i 1.400 euro di pensione media, confermando il primato del Nord Italia in termini di redditi pensionistici.

Questi numeri indicano una certa stabilità economica per il Friuli Venezia Giulia, ma nascondono anche una situazione demografica preoccupante. Come altre regioni del Nord, il Friuli Venezia Giulia sta infatti affrontando un invecchiamento della popolazione particolarmente marcato, con un numero crescente di pensionati rispetto ai lavoratori attivi. Questo squilibrio demografico è alimentato anche dalla denatalità e dall’emigrazione giovanile verso altre regioni o Paesi, che riducono ulteriormente il numero di contribuenti e rischiano di mettere sotto pressione il sistema previdenziale regionale.

Il confronto con le altre regioni

Analizzando il contesto nazionale, le pensioni più elevate si concentrano prevalentemente nelle regioni settentrionali e nel Lazio, con quest’ultimo che si distingue grazie alla presenza di numerosi ex dipendenti pubblici e pensionati di alto profilo. La Lombardia e il Trentino-Alto Adige seguono con valori sopra la media, mentre il Friuli si mantiene competitivo, pur non raggiungendo i livelli delle prime posizioni.

Questa distribuzione delle pensioni è legata a fattori economici e sociali specifici di ciascuna area. Le regioni con un passato industriale e manifatturiero consolidato tendono a vantare pensioni più generose grazie a una maggiore contribuzione dei lavoratori durante la vita attiva. Al contrario, nelle regioni meridionali, la presenza di pensioni più basse è la conseguenza diretta di un mercato del lavoro storicamente più debole, caratterizzato da un’elevata disoccupazione e da lavori meno retribuiti.

Le Prospettive Future per le pensioni in Italia

Guardando al futuro, la situazione delle pensioni in Italia pone alcune importanti sfide, soprattutto in relazione al bilanciamento tra pensionati e lavoratori. Il calo delle nascite, la crescita dell’aspettativa di vita e un mercato del lavoro instabile stanno creando un contesto in cui il numero di pensionati tende a superare quello dei lavoratori attivi.

Mettendo a rischio la sostenibilità del sistema previdenziale. Se poi si fa riferimento alle pensioni minime 2025, con un aumento che potrebbe essere di soli 9 euro al mese, la preoccupazione aumenta.

In Friuli Venezia Giulia, queste dinamiche risultano particolarmente evidenti, poiché la regione è una delle più colpite dall’invecchiamento della popolazione. Diventa quindi essenziale adottare politiche mirate per incentivare l’occupazione giovanile e garantire un maggiore equilibrio demografico. In caso contrario, l’aumento delle pensioni alte potrebbe diventare insostenibile nel lungo periodo. Costringendo a rivedere gli importi degli assegni o a incrementare i contributi a carico dei lavoratori attivi.

Riassumendo…

  • Pensioni alte: il Friuli Venezia Giulia è tra le regioni con pensioni più alte in Italia.
  • Divario regionale: solo Lazio, Lombardia e Trentino-Alto Adige superano i 1.400 euro di pensione media.
  • Squilibrio demografico: la regione affronta un invecchiamento rapido e un crescente numero di pensionati rispetto ai lavoratori.
  • Sostenibilità futura: senza interventi, l’aumento delle pensioni alte potrebbe diventare insostenibile a lungo termine.
  • Riduzione disparità: misure come trasparenza salariale e congedo parentale paritario possono ridurre il divario pensionistico.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

1 Comment

  1. Ma posso sapere chi è l’autore di questo articolo è se questo è sufficientemente informato che nel nostro paese c’è chi prende una bassa pensione ( perché non ha versato contributi nella sua vita lavorativa), prende magari una bassa pensione perché lsulla base della sua bassa retribuzioni ha versato poco. E poi ci sono quelli che hanno versato molto di più perché si sono rimboccati le maniche versando contributi in corrispondenza della loro retribuzione ..lavorando tutta la vita e comunque per oltre 42 o 43 anni?.e devono poi sopportare commenti di stile comunista perchè prendono una pensione più alta.
    E allora mi chiedo dove erano questi scribacchini di articoli comunisti quando questi lavoratori versavano al.mese 5 o 6 volte in più della media nazionale.
    Promuovo allora che in questo paese tutti i lavoratori votati alla meritocrazia smettano di appartenere al.mucchio dei fessi che lavorano per gli altri..e si diano ad un lavoro che preveda un versamento minimo dei contributi…dedicando il resto dei loro sforzi a fare un lavoro come quello che in Italia fanno quelli che pur non avendo mai versato adeguatamente prendono comunque una pensione.
    Vedrete che in questo modo, si smetterà di elargire assistenza a chi non ha fatto previdenza, e finalmente il sistema pensionistico si autoregolera’ così come accade nei Paesi Bassi

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