Il debito pubblico a marzo segna un nuovo record insieme agli acquisti delle famiglie italiane

Ennesimo record per il debito pubblico italiano a marzo, mentre proseguono gli acquisti delle famiglie ai nuovi massimi storici.
1 mese fa
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Debito pubblico a marzo
Debito pubblico a marzo © Licenza Creative Commons

Ennesimo record per il debito pubblico italiano nel mese di marzo. E’ quanto emerge dal Supplemento di Finanza pubblica della Banca d’Italia, secondo cui lo stock è salito di 9,546 miliardi a 3.033,85 miliardi di euro. Il dato si ottiene dalla somma del fabbisogno mensile pari a 23,663 miliardi, la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro per 13,939 miliardi (a 62,197 miliardi), mentre la rivalutazione dei titoli di stato all’inflazione, le variazioni del tasso di cambio e gli scarti di emissione hanno contribuito nel complesso per -178 milioni.

Famiglie e investitori stranieri comprano BTp

Al netto della liquidità del Tesoro, che varia di mese in mese, il debito pubblico a marzo risulta salito di quasi 110 miliardi in un anno.

Il trend resta elevatissimo e, per certi versi, non sostenibile. Ogni mese, l’Italia continua ad indebitarsi per oltre 9 miliardi, qualcosa come più di 300 milioni al giorno (5 euro per abitante). Ma la buona notizia è che la fiducia nei nostri titoli di stato si consolida. Gli ultimi dati disponibili risalgono al 28 febbraio, quando le detenzioni delle famiglie italiane salivano di 14 miliardi a quota 386,623 miliardi. Si tratta del dato più alto di sempre.

Il retail domestico possiede il 15,2% di tutti i titoli di stato emessi dal Tesoro italiano. E gli investitori stranieri hanno aumentato le loro esposizioni di altri 22,767 miliardi, portandole a 802,911 miliardi. La cifra corrisponde al 31,6% dell’intero stock. In un anno, le famiglie hanno incrementato gli acquisti netti di oltre 53 miliardi e gli investitori stranieri di oltre 125 miliardi. Da notare che il boom di febbraio tra le prime è stato dovuto all‘emissione del BTp Più, il bond retail con opzione di rimborso dopo 4 anni e della durata di 8 anni con cedola step up.

L’operazione attirò a febbraio 14,9 miliardi di ordini. A rigore, quindi, emerge che le famiglie abbiano venduto altri titoli di stato per un controvalore netto di 840 milioni.

Fabbisogno in lieve calo

Per quanto riguarda il fabbisogno dello stato, nei primi 3 mesi dell’anno è stato di 42,6 miliardi, in calo di 1 miliardo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il debito pubblico di marzo non sarà quasi certamente il dato più alto dell’anno, anche se dovrebbe avvicinarvisi. Ciò emerge dalle previsioni del governo sul deficit e, di conseguenza, sullo stock a fine 2025. C’è anche da considerare che la premier Giorgia Meloni si è impegnata ad aumentare la spesa per la difesa al 2% del Pil (dall’1,5% del 2024), operazione che almeno nella fase iniziale avverrebbe grosso modo in deficit e che impatterebbe, quindi, sui conti dello stato per una decina di miliardi.

Debito può salire ancora rispetto a marzo

Resta da verificare l’andamento della spesa per interessi, che in valore assoluto continua ad aumentare, mentre si sta riducendo in rapporto allo stock. La Banca Centrale Europea prosegue con il taglio dei tassi, ma i rendimenti a medio-lungo termine sono tornati a salire negli ultimi mesi, sostenuti dall’annunciato riarmo europeo. Il restringimento dello spread a 100 punti base sta contenendo la voce di spesa e ulteriori riduzioni potranno avvenire da qui a fine anno.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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