Per tutti la pensione di vecchiaia nel 2025 con 20 o 30 anni di contributi, a 67 come a 65,8 anni di età

Anticipare la pensione di vecchiaia è possibile per le lavoratrici ma anche per tutti coloro che svolgono lavori logoranti.
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3 settimane fa
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Per la pensione anticipata 2025, lavoro gravoso e lavoro usurante consentono di uscire con 3 misure differenti.
Foto © Pixabay

Si chiama pensione di vecchiaia ordinaria ed è la principale misura di pensionamento oggi esistente. Nel 2025 questa misura sarà naturalmente in attività. Significa che tanti lavoratori potranno continuare a sfruttarla per andare finalmente in pensione. Per tutti la pensione di vecchiaia nel 2025 con 20 o 30 anni di contributi, a 67 come a 65,8 anni di età, perché le variabili esistono e c’è chi può anticipare notevolmente l’uscita. Ma vediamo nello specifico di fare un quadro dettagliato della situazione, rispondendo a due nostri lettori.

“Salve, avevo solo un piccolo dubbi. Compio 67 anni di età a febbraio 2025. Però svolgo un lavoro gravoso essendo manovale edile. Volevo sapere se era vera la storia che possono andare in pensione a 66 anni e 7 mesi come lavoro gravoso. Vi prego di rispondermi subito perché se mi dite di si vado di corsa a presentare la domanda visto che uscirei a dicembre.”

“Salve, sono una lavoratrice che nel 2025 compie 66 anni di età. Mi spiegate come funziona la pensione di vecchiaia per le mamme visto che ho avuto due figli e vorrei capire se c’è la possibilità di andare in pensione l’anno prossimo.”

Pensione di vecchiaia ordinaria, di cosa si tratta?

La pensione di vecchiaia è quella misura che fissa nel sistema previdenziale la cosiddetta età pensionabile che oggi è quella dei 67 anni. Chi raggiunge questa età è libero quindi di andare in pensione ma a condizione che abbia già almeno 20 anni di contributi versati. Quindi, sia uomini che donne, a prescindere dal lavoro svolto, possono andare in pensione a 67 anni. Ma ci sono diversi modi per anticipare l’uscita anche con questa pensione di vecchiaia. In effetti è vero che da anni ormai non ci sono più differenze di genere o di lavoro svolto per andare in pensione con la vecchiaia. Ma per esempio, le donne possono godere di alcuni privilegi alla pari di chi svolge un lavoro gravoso.


Non possiamo parlare di differenze tra uomini e donne, o di lavoro svolto, ma alcuni benefit consentono a determinate categorie di lasciare il lavoro anche diversi mesi prima di compiere 67 anni di età. Che poi è l’oggetto di entrambi i quesiti sopra riportati.

Per tutti la pensione di vecchiaia nel 2025 con 20 o 30 anni di contributi, a 67 come a 65,8 anni di età

Rispondiamo inizialmente al primo nostro lettore. Quello che ci chiede di lavoro gravoso e pensione di vecchiaia. Innanzi tutto va detto che come requisiti ordinari la pensione di vecchiaia si completa con:

  • Almeno 67 anni di età;
  • Almeno 20 anni di contributi a qualsiasi titolo versati.

Il limite contributivo da anni è sempre lo stesso, pari come detto a 20 anni. L’età dei 67 anni invece è questa dal primo gennaio 2019, da quando cioè il governo decise di applicare l’aumento di 5 mesi dovuto alle aspettative di vita della popolazione. Infatti la legge Fornero a suo tempo produsse il meccanismo che vuole ogni biennio il nuovo adeguamento alle aspettative di vita della popolazione per le pensioni di vecchiaia. Ogni due anni se i dati ISTAT sulla stima di vita salgono, salgono anche i requisiti per la pensione. Un trend bloccatosi dal 2019 ad oggi per via della pandemia che ha drasticamente ridotto l’aumento della vita media degli italiani. Nel 2019 le pensioni di vecchiaia passarono da 66 anni e 7 mesi di età a 67 anni di età. Con una eccezione per chi svolge determinate attività. Parliamo dei lavori gravosi e dei lavori usuranti. per loro il limite dei 67 anni non si applica e l’età anagrafica di uscita resta quella valida fino al 2018. Quindi possono andare in pensione gli addetti ai lavori gravosi e ai lavori usuranti (in pratica tutti i lavori che danno la possibilità di andare in pensione con la quota 41 precoci) con 66 anni e 7 mesi di età.

Attenzione però, perché non bastano 20 anni di contributi per sfruttare i 5 mesi di anticipo. Serve infatti arrivare anche a 30 anni di contributi e tutti da lavoro, cioè al netto di quelli da riscatto, dei contributi volontari o dei contributi figurativi.

La pensione diversi mesi prima dei 67 anni, per le donne un vantaggio non indifferente

E veniamo alla nostra lettrice del secondo quesito. In effetti agevolazioni sulla pensione di vecchiaia per le donne ce ne sono diverse. E dalla legge di Bilancio del governo potrebbe arrivare, non appena la manovra sarà approvata davvero, un altro vantaggio. Per i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi non prima del 1996 la pensione di vecchiaia prevede due requisiti in più. Si può andare in pensione come contributivi solo con i seguenti quattro requisiti:

  • Almeno 67 anni di età;
  • Almeno 20 anni di contributi;
  • Contributi versati solo dopo il 31 dicembre 1995;
  • Pensione non più bassa dell’assegno sociale.

Per le lavoratrici che hanno avuto dei figli però si può uscire anche prima dei 67 anni. SI può sfruttare lo sconto di 4 mesi a figlio avuto. Uno sconto che al momento è fino a massimo 12 mesi per le lavoratrici diventate madri per almeno 3 volte. Ma che nel 2025 potrebbe diventare uno sconto massimo fino a 16 mesi per le lavoratrici diventate madri per almeno 4 volte. Questa è la novità che introdurrebbe la legge di Bilancio al momento, sempre in attesa del testo definitivo e finale della manovra. In questo modo, a modifica approvata, una lavoratrice con 4 o più figli avuti potrebbe andare in pensione a 65 anni e 8 mesi. Invece con 3 fili a 66 anni, con due figli a 66 anni e 4 mesi e con un solo figlio a 66 anni e 8 mesi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

5 Comments

  1. Salve sono una lavoratrice autonoma ho 36 anni di contributi e 63 anni e a Gennaio 5 mesi e non ho diritto di usufruire del APE SOCIALE essendo appunto autonoma.
    Perché questa categoria non rientra dei benefici di poter andare in pensione?

  2. Ho 75 anni ho solo 11 anni di contributi versati dopo il 1996 ho preso l’assegno sociale non per intero avendo altri redditi.Fine anno 2023 il patronato mi fece richiesta di contributi per
    pensione sui contributi versati domanda accolta con rateo di pensione mensile di €213,00
    che sommato all’assegno sociale percepivo €.572,00 mensili.nel mese di agosto l’INPS mi
    ha sospeso l’assegno sociale imponendomi la restituzione delle mensilità percepite.Cosa devo fare?

  3. Ho 64anni non ho figli e sono vedova i miei contributi cominciano prima del 1996,in realtà esattamente
    non riesco ancora a capire quanti ne ho avendo aderito alla pace fiscale ,di sicuro più di 20, sono disoccupata da diversi di anni cosa posso fare?

    • Sono in età pensionabile con 67 anni dal primo di settembre 2025. Ho soltanto 32 di contributi nel comparto scuola come docente. Ci sarà una deroga nella legge di bilancio fino a 70 anni?

  4. Sono nata il 18/05/54 non percepisco pensione perché non ho 20 anni di contributi . I primi contributi versati risalgono al 1970 . Sono sposata mio marito percepisce una pensione di € 1159,80 .
    Cosa devo fare ho diritto ad avere qualche tipo di pensione o devo perdere tutti i contributi 15 anni circa che ho versato

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