Prima che la lira italiana sparisse dalla circolazione per lasciare il posto all’euro, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) emetteva un bond zero coupon denominato in essa per il controvalore di 2.000 miliardi, qualcosa come poco più di 1 miliardo di euro. Il taglio minimo venne fissato ad appena 1 milione, che sarebbero diventati 516,46 euro. Il prezzo di emissione fu bassissimo, cioè di 6,133. Ciò si dovette alla lunghissima scadenza: 50 anni!
Rendimento e quotazione dell’obbligazione senza cedola
L’emissione del bond zero coupon risale al 4 febbraio del 1998 e porta come data di scadenza il 4 febbraio del 2048. Mancano ancora quasi 23 anni ad allora e ieri sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana, segmento EuroMoT, quotava a 30,10 centesimi. Poiché si tratta di un’obbligazione senza cedola, per calcolare il rendimento alla scadenza bisogna semplicemente rapportare il prezzo di rimborso a quello di acquisto.
Il risultato va suddiviso per gli anni con il calcolo del tasso composto. Otteniamo il 5,415%. Questo sarebbe oggi il rendimento lordo se acquistassimo il titolo per tenerlo nel cassetto fino al 2048.
Considerate che il BTp 2048 offriva sempre ieri intorno al 4,20%, cioè circa l’1,20% in meno all’anno. E mentre i nostri titoli di stato hanno rating medio-bassi, le obbligazioni emesse dalla BERS hanno rating tripla A. Perché rendono di più? I bond zero coupon hanno minore appeal rispetto a quelli che staccano cedole periodiche, in quanto lasciano l’investitore a bocca asciutta fino alla scadenza. Il rendimento di cui sopra è soltanto virtuale fino alla data del rimborso o dell’eventuale disinvestimento anticipato, sempre che questi avvenga a prezzi superiori a quelli di acquisto.
Appeal speculativo con taglio dei tassi
Quando l’inflazione sale insieme ai tassi, i bond zero coupon a lunga scadenza pagano pegno più degli altri. A causa dell’altissima duration, che coincide con gli anni residui, i loro prezzi scendono velocemente. Nel nostro caso sono passati dai 34 centesimi del gennaio 2021 ai 28 del settembre 2022, valori replicati un anno più tardi. Può sembrare poco, mentre è tanto in termini percentuali e tenuto conto che stiamo parlando di livelli bassissimi per le quotazioni.
In un contesto di taglio dei tassi, com’è quello in corso, dovremmo prendere in considerazione il bond zero coupon della BERS. Offre un buon rendimento e mostra appeal speculativo. Tuttavia, l’inghippo sta nel fatto che è anche “callable”. L’emittente si riservò all’emissione la facoltà di procedere al rimborso anticipato del capitale in data 4 febbraio 2028, cioè 30 anni più tardi e 20 prima della scadenza. Nel caso, l’esercizio della call avverrebbe a 32,38 centesimi. Questa è la ragione per la quale le quotazioni non sembrano muoversi significativamente al rialzo, indipendentemente dalle aspettative sui tassi di mercato.
Bond zero coupon, rendimento giù con call
In effetti, l’investitore oggi si porterebbe a casa un rendimento annuale lordo di appena il 2,68% per il caso in cui la call venisse esercitata tra meno di 3 anni. BERS fisso il prezzo non a casaccio, bensì mantenendo l’impegno di riconoscere all’investitore il 5,70% annuo lordo sia dopo 30 anni che alla scadenza dei 50 anni. Questo è quanto emerge analizzando i prezzi del bond zero coupon. Attualmente, il rendimento è un po’ più basso sia con riferimento alla data della possibile call che alla scadenza.
In passato è stato persino negativo per il caso di rimborso anticipato, visto che le quotazioni erano salite sopra il prezzo di esercizio della call.