Riforma delle pensioni 2025, copia e incolla del 2024 o 3 novità assolute

La manovra di bilancio e le pensioni sono sempre un connubio indissolubile. Perché ogni legge di Bilancio ha un suo pacchetto pensioni. E dentro questo pacchetto ci sono le novità più importanti in materia pensioni. Ma che novità verranno introdotte nel 2025? Ci sarà o no la tanto attesa riforma delle pensioni? Al momento tutto è appeso e tutto è ancora in alto mare. Le idee e le proposte ci sono, ma devono essere messe in campo, lavorate, limate e sistemate. Di fatto siamo di fronte ad un bivio. La scelta sulla riforma delle pensioni 2025, copia e incolla del
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2 settimane fa
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La manovra di bilancio e le pensioni sono sempre un connubio indissolubile. Perché ogni legge di Bilancio ha un suo pacchetto pensioni. E dentro questo pacchetto ci sono le novità più importanti in materia pensioni. Ma che novità verranno introdotte nel 2025? Ci sarà o no la tanto attesa riforma delle pensioni? Al momento tutto è appeso e tutto è ancora in alto mare. Le idee e le proposte ci sono, ma devono essere messe in campo, lavorate, limate e sistemate. Di fatto siamo di fronte ad un bivio.

La scelta sulla riforma delle pensioni 2025, copia e incolla del 2024 o 3 novità assolute, questo è il punto. Infatti sarebbero 3 le grandi novità che oggi sembrano più appetibili. Ma di cosa si tratta davvero?

Riforma delle pensioni 2025, copia e incolla del 2024 o 3 novità assolute

Partiamo da una verità che non può essere negata. Oggi il sistema è ricco di misure, da quelle classiche e ordinarie a quelle particolari e in deroga ai soliti requisiti. Molte di queste ultime misure però scompariranno il 31 dicembre 2024. O almeno questa è la loro scadenza fissata.
L’Ape sociale che permette di andare in pensione a 63 anni e 5 mesi di età ed è destinata a caregiver, invalidi, addetti ai lavori gravosi e disoccupati per esempio, scade il 31 dicembre prossimo. Stesso discorso per la pensione di quota 103. Una misura anticipata che permette di andare in quiescenza a partire dai 62 anni d’età con 41 anni di contributi. Anche l’opzione donna ha la scadenza il 31 dicembre 2024. Al momento, addio al canale di uscita anticipata per le donne a partire anche dai 59 anni.
Da quanto detto parte il primo bivio. Perché naturalmente i legislatori ed il governo sono davanti ad una doppia possibilità. Riformare il sistema, dotandolo di nuove misure o semplicemente facendo il copia e incolla di quelle di oggi. Perché innanzitutto il governo continua a sostenere che la riforma delle pensioni, che era una promessa elettorale dell’attuale squadra di governo, è da approntare entro fine legislatura.

Quindi non è detto che debba per forza trovare i natali nel 2025. E quindi si può usare la via del posticipare tutte le eventuali novità all’anno venturo o dopo. Come dire, si usa il “catenaccio”, la classica melina che rimanda a dopo ciò che oggettivamente oggi è difficile fare.

Misure vecchie o nuove? Ecco il bivio di fronte alla legge di Bilancio

Non è detto che alla fine nel 2025 da gennaio si riparta con pensioni identiche ad oggi. Come? Confermando tutte le misure prima citate ed in scadenza nel 2024. Magari ritoccando qualcosa come in genere viene fatto con le proroghe. Perché effettivamente nel 2024 tutte e tre queste misure sono state prorogate di un anno rispetto alla vecchia scadenza fissata al 31 dicembre 2023.
L’Ape sociale fu ritoccata nell’età di uscita che da 63 anni è passata a 63,5 anni. La quota 103 invece è rimasta inalterata come requisiti. Ma da pensione a calcolo misto è diventata pensione a calcolo contributivo. E opzione donna da 60 anni di età come soglia di uscita generica è passata a 61 anni.
Ritocchi peggiorativi però, come è facile capirlo da quanto detto prima. Ipotizzare proroghe e nuovi ritocchi quindi è lecito. Ma quale è l’alternativa a questo disegno che rimanda al futuro qualsiasi novità? In questo caso parliamo di una vera riforma delle pensioni. Perché in campo restano tre ipotesi di nuove misure, che potrebbero portare una specie di rivoluzione nel sistema.

Il sistema previdenziale e cosa potrebbe accadere nel 2025

La quota 41 per tutti continua ad essere alla base del lavoro sulla riforma delle pensioni. La misura doveva nascere già al posto di quota 100 nel 2022 ma poi si è preferito passare a quota 102 e a quota 103 senza mai arrivare in porto con la misura tanto cara alla Lega di Matteo Salvini.

Una misura che per costi rischia di essere insostenibile per il governo. Ecco cosa ingessa qualsiasi discorso sulla quota 41 per tutti. Ecco quindi che si cerca una via per vararla comunque, ma con meno impatto sui conti pubblici. E la via è sempre la stessa, ovvero renderla meno appetibile. In quest’ottica ecco il ricalcolo contributivo della prestazione. Che di fatto taglia di importo la prestazione.

Oggettivamente l’unica strada ancora rimasta per produrre una misura del genere è questa.
Alla quota 41 per tutti si affiancano anche altre misure per una ipotetica riforma delle pensioni già nel 2025.
Per esempio, la pensione flessibile da 64 a 72 anni, con tagli lineari di pensione e forse premi per chi rimanda. Infatti si valuta l’ipotesi di portare a 64 anni l’età pensionabile, ma imponendo il taglio del 3,5% di pensione per ogni anno di anticipo prima dei 67 anni di età. Con conseguente passaggio a premi per chi invece rimanda l’uscita dopo i 67 anni.
La pensione flessibile finirebbe però con il portare a 25 anni il tetto dei contributi minimi da avere per andare in pensione di vecchiaia. Tetto oggi fissato a 20 anni. Senza considerare che verrebbe imposto anche il limite di 1.5 volte l’assegno sociale come importo minimo della pensione da centrare per poter lasciare il lavoro.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

8 Comments

  1. con la prima delle proposte di Tridico di anni fa, nel 2026 si sarebbe raggiunto un risparmio nella spesa pensionistica, con questi dilettanti al governo siamo ancora in alto mare …. incapaci e contaballe …

  2. La pensione si merita con gli anni lavorati, non conl’età anagrafica raggiunta anche senza lavorare più di tanto: l’unica riforma delle pensioni giusta deve abbandonare ogni criterio anagrafico e adottare unicamente il criterio dell’anzianità di servizio.tutto il resto sono stronzate per premiare fannulloni e fannullone.

  3. Lo dico e lo ripeto prima fanno il reddito di cittadinanza poi addirittura il 110 quelli di destra RR innovano pure poi per 2 leggi di merda delle pensioni in uscita con 41 vogliono fare il calcolo contributivo perché gli mancano 10 miliardi ma teste di vitello siete andati sotto di 170 miliardi siete voi che create debiti nel paese soldi che si sono intascati i più furbi voi siete proprio dei ……

  4. Costoro (i politici e chi gli scrive queste leggi), sono soltanto strozzini verso i più deboli. Colpire chi va in pensione significa prendere emolumenti da fame e quasi simile a chi non ha mai lavorato. Poi passare dal sistema pensionistico misto a quello contributivo sarebbe la TRUFFA più grande e grave che questo governo possa fare, ancora peggio della Fornero. Vadano a zappare la terra tutti questi farabutti che ci rappresentano. Servi e zerbini dell’Europa, Bce, Usa e consorterie varie…. però i miliardi di euro per finanziare la guerra in Ucraina ci sono!

  5. Buongiorno nessuno parla di Isopensione a Luglio 2025 con 42,10 mesi più finestra di tre mesi ,arriverei con requisiti Fornero ,se cambiano le finestre ,rimango senza pensione e senza reddito .per 4 mesi ?

  6. Ho 61 anni e mezzo e 40 anni di contributi. Speravo tanto di andare almeno con quota 103 e invece mi sa che dovrò lavorare fino a 67 anni. E’ una vergogna! Dopo i 60 anni non dovrebbe più lavorare nessuno! Il fatto è che il nostro governo spera che uno crepi al momento della pensione così risparmia i soldi. Lo sappiamo che non ci sono più soldi per le pensioni. Tra qualche anno faremo tutti la fame. Vergogna!

  7. … e nessuno parla dei VITALIZI AI POLITICI che sono stati reintrodotti senza che nessuno ne parlasse, neppure i sindacati hanno espresso la loro opinione. Considerato che i VITALIZI verranno sommati alle PENSIONI creando privilegi riservati a pochi e non adeguati al servizio che alcuni politici hanno riservato ai cittadini di questo paese.

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