Anche se sull’aumento dei requisiti dal 2027 sulle pensioni nulla è certo ancora, probabilmente qualcosa cambierà. E se adesso ci sono dubbi che si vada a portare 3 mesi in più sull’età pensionabile nel 2027, vista l’intenzione del governo di sterilizzarlo, alcuni indizi di qualche mese fa fanno presagire che sarà la carriera contributiva a rischiare di finire con l’essere ritoccata. Di cosa parliamo esattamente? Le pensioni in Italia hanno in quasi tutte le misure un requisito anagrafico minimo ed uno altrettanto minimo ma contributivo. Si fa sempre un gran parlare di età pensionabile, di aspettativa di vita e di adeguamento all’andamento della vita media degli italiani.
Ma mai dei requisiti contributivi. Vediamo i perché e cosa potrebbe avvenire adesso.
Pensioni: salgono i requisiti, ma non l’età, 20 anni diventano pochi?
La cosa di maggiore attualità oggi è senza dubbio il paventato incremento dei requisiti delle pensioni dal 2027. L’aspettativa di vita degli italiani a 65 anni è salta di 7 mesi, lo ha confermato l’ISTAT. Riassorbito il calo di 4 mesi durante la pandemia. Ed ecco subito arrivare la conferma che il differenziale di 3 mesi potrebbe finire con il far salire l’età pensionabile di 3 mesi dal 2027. Anzi, il tutto dovrebbe andare con un certo automatismo come previsto dalla legge Fornero con l’adeguamento biennale. L’unico dubbio che ci costringe a usare il condizionale è ciò che il governo è chiamato a fare. Il governo deve emanare un decreto entro fine anno. Dove deve sancire cosa ha deciso, cioè confermare l’incremento di 3 mesi o sterilizzarlo.
In quest’ultimo caso, mantenendo la promessa che la Lega in seno alla maggioranza sta valutando di portare a compimento. L’aspettativa di vita incide anche sui contributi.
Ma non per quelli delle pensioni di vecchiaia. Infatti i tre mesi in più potrebbero finire anche sulle pensioni anticipate ordinarie. Cioè sulle pensioni scollegate dall’età anagrafica dei contribuenti. E mentre le pensioni di vecchiaia passerebbero da 67 anni a 67 anni e 3 mesi, ma sempre con almeno 20 anni di contributi, le pensioni anticipate passerebbero da 42,10 anni di contributi a 43,1 anni.
Aumento rei requisiti per le pensioni, le ultime
Resta l’età pensionabile il requisito collegato alle aspettative di vita per quanto concerne le pensioni di vecchiaia. Anche aumentando la vita media della popolazione i 20 anni di versamenti restano quelli minimi da centrare. Ma siamo sicuri di trovare questa soglia minima anche nel 2027? Al momento niente fa credere ad un cambiamento. Però è anche vero che per esempio una misura flessibile che fu dentro una ipotetica proposta di riforma delle pensioni promossa dal CNEL, vedeva in 25 anni la carriera minima.
La proposta è importante perché proviene da questo autentico pool di esperti di diversi settori in Italia.
CNEL è acronimo di Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro ed è un organo utile sia per il Governo che per gli enti locali o per il Parlamento. Perché aiuta queste autorità a decidere ed impostare le linee politiche ed economiche arrivando, in virtù del suo potere di iniziativa legislativa, a proporre leggi e provvedimenti.
Proposte e novità segnano la via
Ed è proprio la proposta del CNEL che w dire il vero non è stata mai ufficializzata, quella che sulla riforma delle pensioni parla di 25 anni come carriera contributiva da centrare. Per andare in pensione in forma flessibile dai 64 ai 71 anni di età come la stessa proposta prevede. Che sia il principio di un cambio di rotta? Che si vada nella direzione di portare a 25 anni la carriera contributiva minima per la vecchiaia?
Questa considerazione viene fuori anche dal fatto che la pensione anticipata contributiva per chi utilizza anche la rendita integrativa (novità 2025) per arrivare ad una pensione da 3 volte l’assegno sociale come prevede questa misura, vede in 25 anni di contributi la soglia minima.
Un pensionato che ha vissuto tutta la vita in Italia e che ora ha 70 anni può andare a vivere in un altro Paese? Vergogna.