La pensione di Quota 103 consente ad alcuni lavoratori di lasciare il servizio già a 62 anni, anziché attendere i 67 previsti per la pensione di vecchiaia. Tuttavia la misura presenta limiti considerevoli: prevede il ricalcolo contributivo dell’assegno e un tetto massimo all’importo erogabile. Queste restrizioni possono scoraggiare chi teme una pensione sensibilmente ridotta. Di seguito analizziamo due situazioni in cui è possibile accedere a un trattamento anticipato senza subire le penalizzazioni tipiche della Quota 103.
Pensioni penalizzate? Ecco come evitare i tagli per chi esce uno o due anni prima
Nel 2025 i lavoratori con almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi possono, in teoria, optare per la Quota 103.
Se però si è molto distanti dal requisito anagrafico della vecchiaia (67 anni), spesso non esistono alternative praticabili. Chi invece si avvicina a un’età più elevata può valutare soluzioni diverse.
Per un lavoratore con 41 anni di versamenti, la Quota 103 può risultare particolarmente penalizzante, soprattutto se:
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l’assegno non può superare quattro volte il trattamento minimo;
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il calcolo contributivo, per chi vanta 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, comporta perdite oltre il 30 %.
Chi ha 66 anni e si prepara a compierne 67 potrebbe evitare del tutto la Quota 103, attendendo la pensione di vecchiaia – accessibile anche con soli 20 anni di contribuzione – e preservando l’importo pieno.
Una cosa è sfruttare il massimo anticipo, un’altra è uscire pochi mesi prima
Un’ulteriore via d’uscita riguarda chi ha già compiuto 66 anni: non è necessario attendere un anno intero per la vecchiaia ordinaria. Un lavoratore che nel 2021 aveva raggiunto 62 anni di età e 38 anni di contributi conserva infatti il diritto cristallizzato alla Quota 100.
In tal caso, a 66 anni, la Quota 100 può offrire condizioni più vantaggiose rispetto alla Quota 103, evitando sia il ricalcolo contributivo sia il tetto ai quattro minimi che porta inevitabilmente a pensioni penalizzate.
A GIACOMO MAZZARELLA. Buon 1 maggio, a proposito… i lavoratori stagionali del turismo che hanno iniziato a 16 anni ma che non raggiungono i 12 mesi di lavoro entro i 19 anni, Perché non sono considerati LAVORATORI PRECOCI. Nessuno può trattare questo tema? Nel mio caso e di tanti altri abbiamo iniziato a lavoratre nel 1979 ben 46 anni fa…. più PRECOCI DI COSÌ!