Pensioni nel 2024, ecco i requisiti per andare in pensione entro dicembre

L’ultima legge di Bilancio in vigore da gennaio 2024 ha introdotto non poche novità in materia previdenziale. Ed altre se ne attendono per il 2025. Ma lasciando per un attimo da parte qualsiasi novità che al momento rappresentano semplici ipotesi tutte da verificare, ecco che sarebbe opportuno capire con che misure si può andare in pensione ancora adesso, in questi restanti mesi del 2024, in modo tale da verificare le potenzialità di un pensionamento prima che magari qualcosa vada storto e peggiori. Anche se la stragrande maggioranza delle misure di pensionamento previste concede al diretto interessato la possibilità di congelare
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Pensioni 2025, ecco chi esce sicuramente l'anno prossimo e non deve preoccuparsi
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L’ultima legge di Bilancio in vigore da gennaio 2024 ha introdotto non poche novità in materia previdenziale. Ed altre se ne attendono per il 2025. Ma lasciando per un attimo da parte qualsiasi novità che al momento rappresentano semplici ipotesi tutte da verificare, ecco che sarebbe opportuno capire con che misure si può andare in pensione ancora adesso, in questi restanti mesi del 2024, in modo tale da verificare le potenzialità di un pensionamento prima che magari qualcosa vada storto e peggiori.

Anche se la stragrande maggioranza delle misure di pensionamento previste concede al diretto interessato la possibilità di congelare il diritto alla sua pensione se ha maturato i requisiti in tempo utile. 

Pensioni nel 2024, ecco i requisiti per andare in pensione entro dicembre

Il 2024 a dire il vero ha segnato un anno abbastanza negativo dal punto di vista dei pensionamenti visto che molte misure sono state ritoccate in negativo. Forse parlare di stretta ai pensionamenti per quanto riguarda l’ultima manovra finanziaria, quella entrata in vigore lo scorso primo gennaio 2024, è esagerato. Ma inasprimenti e peggioramenti sono del tutto evidenti. Le pensioni ordinarie di vecchiaia e quelle anticipate non sono state risparmiate da novità. Ma se per le prime qualcosa di nuovo è arrivato in meglio, per le seconde no, anzi, qualcosa è stato inasprito sulle pensioni anticipate ordinarie.

Ma andiamo con ordine. I requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria sono rimasti inalterati rispetto al 2023. Anzi, è successo qualcosa di meglio per quanto riguarda i contributivi puri. Per le pensioni di vecchiaia 2024 come contributivi puri è stato eliminato il vincolo di 1,5 volte l’assegno sociale. Oggi infatti anche chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 può andare in pensione con la pensione di vecchiaia semplicemente raggiungendo un importo minimo della pensione pari all’assegno sociale e non pari ad 1,5 volte questo assegno. Un netto miglioramento questo .

 

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La pensione di vecchiaia si centra quindi con 67 anni di età e con vent’anni di contributi versati anche nel 2024. Per il resto invece molte delle misure di pensionamento anticipato sono state modificate in peggio. La pensione anticipata ordinaria ha visto la conferma di un inasprimento di 3 mesi di finestra. Significa che per andare in pensione e prendere effettivamente il primo rateo, si deve aspettare 3 mesi dal raggiungimento dei requisiti.

Quindi 3 mesi dal completamento dei 42 anni e 10 mesi di contributi utili agli uomini o 41 anni e 10 mesi utili alle donne. Ma di peggio la legge di Bilancio 2024 ha lasciato traccia anche per l’Ape sociale. Misura che nel 2024 ha visto inasprirsi l’età di uscita da 63 anni a 63 anni e 5 mesi. Questo significa che per gli interessati all’Ape sociale si dovranno raggiungere cinque mesi in più di età rispetto al passato per poter andare in pensione con questa misura.

Una misura che di fatto accompagna il pensionato alla pensione vera e propria. La misura rimane destinata a invalidi, caregiver, disoccupati o addetti ai lavori gravosi e sempre con 30 anni di contributi versati per le prime tre categorie e con 36 anni di contributi versati per l’ultima. Entro dicembre quindi vanno completati i 63 anni e 5 mesi. 

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Peggio è andata anche ad opzione donna. Per completare l’uscita con questa misura centra poco però il 2024. Infatti tutte le interessate devono aver completato i 35 anni di contributi necessari e l’età prevista entro la fine del 2023. La misura resta destinata a invalide, caregiver, licenziate e addette di grandi aziende con tavoli di crisi aperti al Ministero del Made in Italy. L’età prevista per l’uscita, da centrare entro la fine del 2023 è pari a 59 anni, 60 o 61 anni in base alla categoria ed in base al numero di figli avuti.

 

Chi completa entro dicembre 2024 41 anni di contributi può andare in pensione con due misure. Se ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni e se ha maturato almeno 12 mesi di versamenti, a qualsiasi titolo e pure discontinui, prima dei 19 anni, può avere diritto alla quota 41 per i precoci. In questo caso non servono limiti di età. Basta completare i 41 anni di versamenti ed appartenere a categorie quali i caregiver, i disoccupati, gli invalidi e gli addetti ai lavori gravosi. 

Con 41 anni di contributi, chi non è un precoce e chi non rientra in una di quelle 4 categorie, può scegliere, se ha 62 anni di età, l’uscita di quota 103. Come è evidente parliamo di misura alternativa a quota 41 precoci. E solo per chi non ha diritto a questa ultima misura. Perché di fatto la quota 103 è penalizzante rispetto alla quota 41. Nel 2024 infatti una misura a calcolo misto come quota 103 nel 2023, è diventata misura contributiva. Con in più una riduzione del tetto minimo di pensione da centrare che nel 2023 era pari a 5 volte il trattamento minimo INPS e nel 2024 è scesa a 4 volte lo stesso trattamento minimo. 

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Nessuna novità è stata introdotta nel 2024 per gli addetti ai lavori usuranti e ai lavori notturni. I requisiti restano quelli del Dlgs numero 67 del 2011 e cioè 61 anni e 7 mesi di età, 35 anni di contributi ed il contestuale completamento della quota 97,6. Per i lavoratori il cui primo contributo versato è successivo al 1995 resta intatta la pensione anticipata contributiva. Chi compie 64 anni di età entro la fine del 2024 e 20 anni di contributi sempre entro la stessa data, può andare in pensione. A condizione di maturare un trattamento pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale. Solo per le donne con figli, la soglia scende a 2,6 e 2.8 volte rispettivamente per chi ha avuto più figli e per chi ne ha avuto solo uno.

 

Sempre i contributivi puri che negli ultimi mesi del 2024 completano 71 anni di età, se hanno già 5 anni di contributi, possono godere della pensione di vecchiaia contributiva. Senza alcun limite di importo della prestazione. 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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