Quando andrò in pensione? Ecco lo strumento da usare per capirlo

La domanda delle domande, quando andrò in pensione? Ecco come è possibile trovare una risposta a questo quesito.
3 settimane fa
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pensioni in calo
Foto © Investireoggi

A sentire tutte le cose che si sentono sulle pensioni future sicuramente lo stato d’animo di molti contribuenti rasenta la disperazione. Aumento dei requisiti di accesso, pensioni sempre più basse, vincoli sempre maggiori. Molti pensano che in pensione non ci andranno mai. Il fatto che i requisiti tendono sempre ad aumentare non è un qualcosa di astratto. Infatti man mano che passano gli anni e man mano che cresce l’aspettativa di vita della popolazione, crescono anche i requisiti. Ora, in base alle ultime notizie, pare perdere quota la previsione di 3 mesi in più sull’età pensionabile dal 2027. Perché il governo avrebbe deciso di sterilizzare il tutto con una dote di 200 milioni di euro da inserire nel decreto Primo Maggio.

Stando a quanto si apprende, la promessa di evitare che dal 2027 i contribuenti si trovino con 3 mesi di attesa in più per andare in pensione, dovrebbe essere mantenuta. Ma il quando andrò in pensione resta comunque la principale domanda che si pongono tanto i contribuenti che sono vicini all’età pensionabile che i più giovani. Ed oggi analizzeremo gli strumenti che permettono di capire quando sarà il momento giusto per il pensionamento.

Quando andrò in pensione? Ecco lo strumento da usare per capirlo

Quando potrò andare in pensione e con che misura? La domanda ha una serie di risposte multiple. Perché da contribuente al contribuente il verdetto cambia radicalmente. La pensione in Italia è assoggettata a tanti diversi fattori. Infatti abbiamo:

  • età di iscrizione alla previdenza obbligatoria;
  • data di iscrizione alla previdenza obbligatoria;
  • numero di anni o mesi o settimane di contributi versati;
  • età del richiedente;
  • importo in euro dei contributi versati;
  • fondi previdenziali a cui sono stati destinati i versamenti.

Quelli sopra citati sono i fattori che maggiormente influenzano la possibilità di andare in pensione. Ma poi ci sono altri fattori che possono tornare utili e cioè:

  • tipologia di lavoro svolto;
  • eventuali problemi e patologie fisiche o psichiche;
  • situazioni familiari;
  • numero di anni di contributi figurativi presenti nell’estratto conto;
  • il genere;
  • i figli avuti.

 

Ecco le varie misure di pensionamento che si possono sfruttare

Quelle sopra esposte sono le cose che rendono il dare una risposta al quando andrò in pensione, piuttosto difficile. Oltretutto c’è da dire che il sistema pensionistico ha una serie lunga di misure di pensionamento che possono essere sfruttate da chi raggiunge i requisiti per una di esse. E sono misure che hanno età di uscita, contributi da versare e requisiti generali diversi le une dalle altre. Abbiamo:

  • pensione di vecchiaia ordinaria a 67 anni di età e 20 di contributi;
  • pensione di vecchiaia contributiva a 71 anni di età e 5 anni di contributi;
  • quota 103 con 62 anni di età e 41 anni di contributi;
  • pensione anticipata contributiva con 64 anni di età e 20 anni di contributi;
  • pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile con 56 o 61 anni di età rispettivamente per uomini e donne e 20 anni di versamenti;
  • Ape sociale con 63 anni e 5 mesi di età e 30 o 36 anni di versamenti contributivi;
  • scivolo usuranti con 61 anni e 7 mesi di età, 35 anni di versamenti e quota 97,6 completata;
  • opzione donna con 59, 60 o 61 anni di età e 35 anni di contributi versati;
  • pensione anticipata ordinaria senza limiti di età con 42,10 anni di contributi per gli uomini e 41,10 anni di contributi per le donne;
  • quota 41 per i precoci, senza limiti di età e con 41 anni di versamenti di cui almeno 12 mesi prima dei 19 anni di età.

Misure oggi attive sono quelle prima esposte, ma non è detto che negli anni rimarranno in vigore, anzi. Ce ne sono diverse che sono state confermate solo per il 2025 e che probabilmente spariranno nel 2026. Opzione donna e quota 103 per esempio. Misure che magari verranno sostituite da altre. E che rischiano di rimescolare ancora le carte e rendere la risposta al quesito di difficile soluzione.

Tante misure, tanti requisiti, ecco perché è difficile capire quando andrò in pensione

Come dicevamo, ogni misura ha requisiti diversi sia come età che come contributi, ma ha anche requisiti specifici altrettanto differenti. Per esempio quota 41 e Ape sociale sono misure il cui accesso è garantito solo a chi è alternativamente invalido, caregivers, disoccupato o addetto ai lavori gravosi.

O ancora, sempre come esempio, per la pensione anticipata contributiva è necessario che il primo accredito di contribuzione sia successivo al 31 dicembre 1995. E poi abbiamo vincoli di importo minimo della prestazione, come per le pensioni di vecchiaia dei contributivi puri o per le pensioni anticipate contributive. Tutte cose che, ripetiamo, rendono difficile rispondere ad una domanda che sembra semplice, ovvero quando andrò in pensione.

Ecco il simulatore dell’INPS anche se non da una risposta ufficiale

La risposta alla domanda prima citata però potrebbe essere data direttamente dall’INPS. In un modo ufficiale, chiedendo la certificazione del diritto ad una determinata misura. Ma solo per chi si trova vicino ad una di queste misure come età e come requisiti in genere. Invece per chi è ancora lontano ma ha la curiosità di scoprire quando andrà in pensione, ecco che l’INPS ha uno strumento disponibile in via telematica.

C’è infatti il servizio online sul sito dell’INPS, che si chiama “La mia pensione futura” e che si trova nell’area My INPS del sito, accessibile previa autenticazione con le credenziali del Servizio Pubblico di Identità Digitale (SPID), con quelle della Carta d’Identità Elettronica (CIE) o con quelle della Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Si tratta di un simulatore, che oltre a rispondere alla solita domanda sul quando andrò in pensione, può rispondere anche alla domanda sul quanto prenderò di trattamento. Naturalmente si tratta di un simulatore che è influenzato dai dati che l’interessato andrà a caricare. Quindi non ha i crismi dell’ufficialità e non può essere preso come certezza assoluta. Infatti si parla di stima di pensionamento, nel senso che è la data ipotetica di pensionamento che un richiedente può scoprire tramite il servizio online.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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