Di crisi in crisi sono Francia e Spagna ad avere un serio problema con i debiti

Francia e Spagna sono le grandi economie europee che maggiormente hanno accusato le crisi con aumento vigorosi dei rispettivi debiti.
1 settimana fa
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Da almeno trenta anni l’Italia è finita nel mirino di mercati e cancellerie straniere per il suo ingombrante debito pubblico. Agli inizi degli anni Novanta era un caso unico tra le grandi economie con un rapporto che già superava il 100% del Pil. Di tempo ne è passato e miglioramenti non ne abbiamo compiuti granché, anche se sono stati gli altri stati a venirci incontro accumulando una montagna di debiti di crisi in crisi.

Debiti in Italia solo in marginale crescita con Covid

Negli ultimi decenni ci sono stati due momenti di assoluta rilevanza per l’economia mondiale: la crisi finanziaria del 2008 con il fallimento di Lehman Brothers e il Covid nel 2020.

Queste due date fungono oramai da spartiacque e che fissano un prima e un dopo. Per molti versi, tanto è cambiato in modo irreversibile dopo tali eventi.

Con l’ultima revisione del Pil italiano da parte dell’Istat, il nostro debito pubblico risulta sceso a fine 2023 al 134,6% dal 137,3% precedentemente comunicato. Sebbene il dato in sé non cambi quasi nulla rispetto alla narrazione sulla nostra situazione fiscale, va detto che esso contribuisce a risaltare il fatto che siamo l’unica grande economia a non avere registrato una crescita del nostro grado di indebitamento dopo il Covid. Rispetto al 2019, infatti, il rapporto tra debito e Pil in Italia è aumentato solamente dello 0,4%, cioè niente.

Tensioni sui bond francesi

E i debiti degli altri principali paesi? La Francia ha chiuso il 2023 con un rapporto del 110,60%, in aumento del 12,70% rispetto al 2019. Non è tantissimo, ma il trend inizia a preoccupare i mercati. I bond francesi segnalano da mesi tensioni, pur ancora entro i livelli di guardia, anche a causa dell’instabilità politica a Parigi. La Germania ha fatto senz’altro meglio con una crescita del debito sul Pil solo del 4% e al 63,6%, cioè poco sopra la soglia limite fissata dal Patto di stabilità.

Infine, la Spagna ha segnato un +9,5% al 107,70%. In sintesi:

  • Italia +0,4%
  • Germania +4%
  • Spagna +9,5%
  • Francia +12,7%

Confronto tra 2023 e 2007

Dicevamo, però, che l’altra grande crisi ad avere scombussolato tanti equilibri nel mondo è stata quella del 2008. Ebbene, cos’è successivo ai debiti degli stati rispetto al 2007 e fino alla vigilia della pandemia? In quella dozzina di anni il debito italiano in rapporto al Pil crebbe del 30,3%. Tanto, ma meno del +32,5% messo a segno dalla Francia. E, soprattutto, meno della metà del +62,4% della Spagna. Madrid partiva da livelli di indebitamento bassissimi, intorno al 35%, essendo stata ancora un’economia meno avanzata e con tassi di crescita superiori alle altre economie mature. Infine, caso da invida la Germania: -4,6%. Prima del Covid, Berlino era riuscito a riportare il suo debito sotto il 60% del Pil con attivi di bilancio strutturali perseguiti dalla politica dello “Schwarze Null”. Dunque, tra il 2007 e il 2019:

  • Germania -4,6%
  • Italia +30,3%
  • Francia +32,5%
  • Spagna +62,4%

Tirando le somme, tra il 2007 e il 2023 è andata così:

  • Germania -0,6%
  • Italia +30,7%
  • Francia +45,2%
  • Spagna +71,9%

Di crisi in crisi Italia non più infelice eccezione

Cosa ci raccontano questi numeri? I debiti degli stati sono complessivamente lievitati attraverso le due crisi, ad eccezione della Germania. L’Italia partiva da livelli relativamente elevati e proprio per questo ha dovuto contenere la portata della sua politica fiscale espansiva. Ciò si è tradotto in un minore sostegno all’economia, che effettivamente è collassata tra il 2007 e il 2019, ma allo stesso tempo ha frenato la crescita del rapporto debito/Pil. Francia e Spagna sono i veri malati dell’ultimo quindicennio: i loro debiti sono esplosi, addirittura arrivando a triplicare in rapporto alle dimensioni economiche in Spagna. Vero è che partivano da valori nettamente inferiori ai nostri, ma nei fatti oggi risultano essere l’Italia di una quindicina di anni fa.

Se allargassimo l’analisi per comprendere la prima economia mondiale, noteremmo come gli Stati Uniti abbiano all’incirca raddoppiato il rapporto tra i loro debiti e il Pil dal 2007, portandolo sopra il 120%, cioè su valori non lontani da quelli italiani.

Più che mal comune e mezzo gaudio, rileva il fatto che spesso affrontiamo il problema fiscale come se fossimo un’infelice eccezione. Al contrario, sembriamo per molti versi avere anticipato (nel male) i tempi. Per cause assai differenti, i nostri anni Ottanta sono stati gli anni Dieci e Venti delle altre principali economie mondiali.

Germania avrà problema coi debiti?

Interessante capire come si evolverà la situazione in Germania, dove la stabilità fiscale è stata garantita ad oggi certamente dal rigore dei governi, ma a fronte di una condizione macroeconomica positiva. L’economia tedesca è in recessione da anni e non accenna a migliorare. C’è il rischio per Berlino di vedere svanire il suo modello di crescita “export-led” e la stessa stabilità politica è andata a farsi benedire. Saranno ancora in grado i tedeschi di mettere a freno i debiti o, loro malgrado, inizieranno ad italianizzarsi un po’?

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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