Bitcoin si sta rivelando un asset affidabile tra le turbolenze dei mercati

Bitcoin è sceso dai massimi raggiunti ad inizio anno, ma in mezzo alle turbolenze finanziarie di questi mesi si rivela affidabile.
1 settimana fa
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Bitcoin asset affidabile
Bitcoin asset affidabile © Licenza Creative Commons

All’inizio dell’anno aveva sfiorato i 110.000 dollari, ennesimo massimo storico per un asset esploso in questi anni come nessun altro nel mondo. Per quanto da allora risulti sceso di quasi il 25%, Bitcoin si sta rivelando un investimento affidabile in questi mesi di turbolenze sui mercati finanziari. La “criptovaluta” più popolare è stata anche definita “oro digitale” per coglierne le caratteristiche di potenziale bene rifugio simile alla funzione assolta da 5.000 anni a questa parte dal metallo giallo. Ad oggi, tale definizione non può considerarsi ancora del tutto accettabile per svariate ragioni.

Stabile rapporto tra Bitcoin e oro rispetto a novembre

L’oro è salito ieri a 2.500 dollari l’oncia, registrando un’esplosione solo quest’anno del 33%.

Viceversa, Bitcoin perdeva ieri poco più del 5% da inizio 2025. Tanto basterebbe ai più per ribadire senza tentennamenti la supremazia del primo e la relativa delusione per il secondo. Ma se cambiamo data di osservazione, il risultato sorprende. Il 5 novembre scorso si tennero le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, che si possono considerare uno spartiacque per i mercati finanziari. Donald Trump stravinceva, conquistando anche Camera e Senato. Fu da allora che iniziava una nuova corsa delle criptovalute per scontare una legislazione americana loro più favorevole.

Rapporto tra Bitcoin e oro come a novembre
Rapporto tra Bitcoin e oro come a novembre © Licenza Creative Commons

Se calcoliamo il rapporto tra quotazioni di Bitcoin e quelle dell’oro, notiamo che il 5 novembre scorso si attestava a circa 25,60, lo stesso di ieri. Questo significa che dalle ultime elezioni americane Bitcoin si è apprezzato esattamente quanto l’oro in termini percentuali. Dunque, non sarebbe poi così vero che abbia tradito le aspettative.

Semplicemente, ha corso velocemente nei primi mesi fino all’insediamento di Trump alla Casa Bianca e dopodiché è ridisceso, in molti casi perché gli investitori hanno deciso di monetizzare i guadagni.

Capitali in fuga da azioni e bond USA

L’indice S&P 500 perde quest’anno più del doppio rispetto a Bitcoin e su base annua sale di meno di un decimo rispetto a quest’ultimo. La resilienza del token digitale fa ben sperare. In passato è accaduto che le turbolenze finanziarie abbiano inciso assai negativamente sulle quotazioni nel breve termine, pur salendo queste nel medio e lungo termine. E diciamo la verità: le tensioni continuano a fare male al mercato delle crypto, non fosse altro per la minore propensione al rischio tra gli investitori. In questo senso, parlare di “oro digitale” può ancora risultare paradossale.

Sappiamo, infatti, che l’oro si stia apprezzando in questa fase proprio per effetto delle tensioni finanziarie, essendo percepito come un porto sicuro per i capitali. Quando le condizioni monetarie sono attese poco espansive o decisamente restrittive, l’oro tende a deprezzarsi e lo stesso avviene per Bitcoin. Tuttavia, adesso il primo sale e il secondo si stabilizza ben sotto i massimi di gennaio. Perché? I capitali in fuga dal mercato azionario e obbligazionario USA è in cerca di certezze.

Questa funzione non è del tutto riconosciuta finora alle criptovalute.

Criptovalute verso nuovi massimi?

Ad ogni modo, se l’oro raggiungesse realmente entro l’anno i 4.000 dollari per oncia, come diversi analisti intravedono ormai, a parità di rapporto, Bitcoin salirebbe sopra 155.000 dollari. Il rialzo dalle quotazioni attuali sarebbe nell’ordine del 75%. Nessuno può avere la certezza che tale rapporto regga ai valori attuali. Solamente nel dicembre scorso saliva al massimo storico di oltre 40, mentre tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 si aggirava a poco più di 9. Nel primo caso, il mercato scontava tassi in forte calo nei mesi successivi. Nel secondo caso, invece, le attese erano per tassi in risalita per tutto il periodo successivo.

In questa fase, il mercato sconta tassi in calo negli Stati Uniti, così come in Europa. Tanto basterebbe per affermare che il rapporto tra Bitcoin e oro salirà. Ma stiamo ignorano la vera ragione per cui quest’ultimo rincara di seduta in seduta: il timore che la Federal Reserve sia costretta a tagliare i tassi per compiacere l’amministrazione Trump, in barba all’inflazione attesa in risalita con i dazi. Una situazione anomala, caratterizzata da tassi in calo e inflazione in rialzo. Ne consegue una sfiducia nel dollaro, che a sua volta si traduce nella corsa all’oro e che non necessariamente favorirà anche le crypto. L’avversione al rischio nuove a queste ultime.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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