Si era presentato il 68,81% del capitale all’assemblea di Generali, riunitasi oggi per votare il bilancio di esercizio 2024 e il rinnovo del Consiglio di amministrazione (CDA). Il primo è stato approvato con l’89,9%. E la lista presentata dal CDA uscente ha ottenuto il 52,38% contro il 36,8% della lista presentata dall’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone, il 3,67% di Assogestioni e le astensioni al 7%. Dunque, il CEO Philippe Donnet ottiene l’agognato quarto mandato, essendo in carica ininterrottamente dal 2016. Saranno 13 i membri del prossimo board, di cui 10 espressione della maggioranza e 3 della lista di Caltagirone (Flavio Cattaneo, Marina Brogi e Fabrizio Palermo).
Caltagirone e Del Vecchio sconfitti
A favore della lista del CDA si sono espressi Mediobanca (13,10%) e i fondi presenti, mentre Caltagirone (6,83%) ha ricevuto il sostegno di Unicredit al 6,51% del capitale e Delfin (Del Vecchio) al 9,33%.
Il gruppo Benetton al 4,83% ha optato per l’astensione. Dunque, ancora una volta la coppia Caltagirone/Del Vecchio esce sconfitta nella battaglia contro Mediobanca per disarcionare Donnet. Il governo avrebbe preferito che la loro cordata avesse avuto la meglio, diffidando del manager francese e della sua operazione con Natixis per la creazione di una joint venture per la gestione del risparmio.
Caso Unicredit e MPS/Mediobanca
Unicredit si sarebbe così sdebitata nei confronti dell’esecutivo, votando in assemblea contro la lista del CDA. Trattavasi, com’è ovvio, non di una richiesta esplicita. Sappiamo che c’è tensione in questi giorni con Palazzo Chigi sull’uso del “golden power” relativamente all’OPS lanciata da Andrea Orcele su Banco BPM. Il Consiglio dei ministri ha fissato una serie di condizioni per avallare l’operazione, che non sono andate giù a Piazza Gae Aulenti.
Ad ogni modo, il voto odierno sarebbe considerato un “beau geste” e dovrebbe avvicinare le parti. Anche perché la partita sul risiko bancario è solo agli inizi.
Fallito il tentativo di conquistare Generali a valle, Caltagirone/Del Vecchio ci proveranno a monte, ossia scalando Mediobanca con la benedizione del Tesoro. Da lunedì 28 aprile prende avvio l’OPS di Monte Paschi su Piazzetta Cuccia, dove i due soci sono presenti rispettivamente con il 7,66% e 19,81% del capitale. L’operazione parte, quindi, da una base solida. Tuttavia, serve arrivare ai due terzi del capitale per essere considerata valida, soglia che la stessa Monte Paschi potrebbe decidere eventualmente di abbassare, anche se non sotto il 50%.
Lista CDA, spettro Mediobanca
La vittoria della lista del CDA potrebbe essere di Pirro per Donnet. Il manager rischia di ritrovarsi tra qualche mese un azionariato in maggioranza ostile al suo mandato. Infatti, se il duo Caltagirone/Del Vecchio riuscisse a conquistare Mediobanca, il 13,10% di questo si sommerebbe a quel circa 37% ottenuto dal fronte avversario all’assemblea di oggi. Già nei fatti, il nuovo board nascerebbe delegittimato dal proprio stesso azionista di riferimento. Insomma, siamo alla prima puntata di una vicenda destinata a protrarsi per mesi e che s’intreccia con i destini di tutte le altre principali banche italiane.
giuseppe.timpone@investireoggi.it