Modello 730, altro che rimborso: devi pagare se hai commesso questo errore nel 2024

Modello 730 e possibile errore commesso, ecco quando da un modello a credito si finisce con il dover pagare più IRPEF a conguaglio.
1 mese fa
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errore 730
Foto © Investireoggi

Accingersi a presentare la dichiarazione dei redditi con la certezza o quasi di ottenere un rimborso IRPEF è ciò che fanno molti contribuenti, consapevoli di aver sostenuto spese sanitarie, spese assicurative e altri oneri detraibili da recuperare sull’IRPEF versata nell’anno d’imposta precedente.

Ma a volte, la sorpresa è dietro l’angolo. E può trattarsi di una sorpresa negativa, a cui bisognava pensare per tempo, mentre ora potrebbe essere troppo tardi.

Tuttavia, ciò di cui parliamo oggi può servire come esperienza utile per correggere un errore che rischia di essere ripetuto anche nel corso del 2025, portando alla stessa situazione con la dichiarazione del 2026.

Errore commesso, quindi, e nulla da fare: anche chi si aspettava un rimborso con il modello 730 rischia di restare a mani vuote. Anzi, molto spesso da una dichiarazione inizialmente a credito si passa, in un attimo, a una dichiarazione a debito.

Modello 730, altro che rimborso: devi pagare se hai commesso questo errore nel 2024

L’errore di cui parliamo oggi riguarda i familiari a carico.

Quante volte il datore di lavoro chiede al dipendente di compilare, firmare e consegnare il modello detrazioni? Sicuramente al momento della firma del contratto di assunzione, ogni lavoratore fornisce al datore di lavoro tutti i dati utili per usufruire delle detrazioni, comprese quelle relative ai familiari a carico, anche per accedere ad eventuali trattamenti di famiglia.

Un familiare a carico consente, in alcuni casi, di percepire l’Assegno per il Nucleo Familiare, ma anche di beneficiare delle detrazioni per carichi di famiglia, che si traducono in un minor pagamento IRPEF in busta paga.

Questo vantaggio viene trascinato mese dopo mese nella retribuzione, almeno fino a quando il dipendente non modifica il modello detrazioni precedentemente consegnato.

Ecco quindi l’errore che incide direttamente nel 730: un errore che è responsabilità del contribuente, e non del datore di lavoro, che si limita ad applicare in busta paga quanto dichiarato dal lavoratore stesso.

I familiari, le detrazioni e quando questi vengono considerati a carico

Tradotto in parole semplici, un familiare a carico è colui che non possiede un reddito proprio sufficiente per essere fiscalmente indipendente.

Si tratta, in genere, di figli, coniuge o altri soggetti previsti dal TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi).

Ma come si stabilisce se un familiare è a carico oppure no?

La normativa è chiara: un familiare può essere considerato a carico se non supera determinati limiti di reddito. Attualmente, il limite è fissato a 2.840,51 euro all’anno. Tuttavia, per i familiari under 24 (quindi con meno di 24 anni), il tetto sale a 4.000 euro l’anno.

Quante volte, però, la situazione economica di una persona cambia da un mese all’altro? Moltissime. E questo vale anche per i familiari che, nel corso dell’anno, possono iniziare a lavorare o percepire redditi soggetti a IRPEF.

Quando ciò accade, quel familiare esce improvvisamente dal carico fiscale. E se nessuno provvede a comunicare il cambiamento, si genera l’errore nel 730 che stiamo analizzando.

Ecco il comune errore da evitare

Monitorare con attenzione la propria situazione familiare è sempre necessario, e va fatto con tempestività.

Nel momento in cui un familiare, indicato come fiscalmente a carico, inizia a lavorare o percepisce redditi, il contribuente dovrebbe comunicarlo immediatamente al datore di lavoro.

Anche se il reddito previsto dovesse rientrare nei limiti di legge, è comunque opportuno rimuoverlo dal carico fiscale. In caso contrario, se a fine anno si superano le soglie (4.000 euro per gli under 24, 2.840,51 euro per gli altri), le detrazioni indebitamente applicate dovranno essere restituite.

In questo modo, il modello 730 che ci si aspettava a credito potrebbe trasformarsi in un conguaglio a debito.

Il 2024, ormai, è chiuso: non è più possibile correggere questa situazione.

Ma per il 2025 c’è ancora tempo: chi si trova in una situazione simile dovrebbe intervenire subito, nei primi mesi dell’anno, per evitare che l’errore si ripeta per l’intero 2025. Con il rischio di subire le stesse conseguenze nel modello 730 del 2026.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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