Pensioni a maggio in ritardo? A giugno ancora peggio e per giunta iniziano i tagli

A giugno il rateo di pensione arriverà solo dal giorno 3 del mese e per diversi pensionati prevede un taglio di 50 euro, ecco perché.
2 mesi fa
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pensioni giugno
Foto © Investireoggi

Se a maggio alcuni pensionati hanno avuto piccoli disagi, incassando la pensione solo il 2 del mese, a giugno la situazione sarà ancora più critica. La pensione arriverà ancora più in ritardo per tutti, e in più, con la mensilità del prossimo mese, l’INPS avvierà un recupero di somme percepite indebitamente.

In pratica, alcuni pensionati dovranno iniziare a restituire somme ricevute in automatico dall’Istituto, senza averne fatto richiesta. E molti nostri lettori ci stanno scrivendo per chiedere se anche la loro pensione sarà soggetta a questi tagli.

“Mi chiamo Sandro e sono un pensionato con un trattamento da circa 1.000 euro al mese.

Ho 70 anni e ho sentito che a giugno potremmo subire dei tagli. Io ho ricevuto il bonus da 200 euro, da cui parte il taglio se ho capito bene. Rischio qualcosa anche io con la mia pensione?”

Pensioni a maggio in ritardo? A giugno ancora peggio, e per giunta iniziano i tagli

La pensione di giugno sarà meno generosa per molti pensionati. Il motivo è semplice: l’INPS ha completato i controlli sui bonus ricevuti nel 2022, che erano stati erogati automaticamente sulla base di limiti reddituali riferiti però all’anno 2021.

Se il reddito effettivo del 2021 ha superato quei limiti, il bonus risulta indebitamente percepito. Ma sarebbe più corretto dire indebitamente assegnato, poiché l’erogazione fu automatica, basata sui dati presenti nelle banche dati dell’INPS.

I bonus in questione sono quelli introdotti dal decreto Aiuti e dal decreto Aiuti ter, quando al governo c’era il Premier Mario Draghi. Questi bonus vennero pensati per contenere la perdita del potere d’acquisto delle pensioni, a causa della forte inflazione esplosa dopo la pandemia.

Il primo bonus, da 200 euro, spettava ai pensionati con un reddito fino a 35.000 euro. Il secondo, previsto dal decreto Aiuti ter, era da 150 euro una tantum, destinato ai pensionati con redditi entro i 20.000 euro. È evidente che alcuni pensionati li hanno percepiti entrambi, senza dover presentare alcuna domanda.

Da dove nasce il problema per i ratei di giugno

Il problema nasce dal fatto che l’INPS, nel 2022, ha utilizzato dati reddituali presunti del 2021 per erogare i bonus. Dati che, essendo provvisori, erano soggetti a variazioni. Ora che quei dati sono diventati definitivi, è emerso che alcuni beneficiari non rientravano più nei limiti previsti.

Di conseguenza, chi si trova in questa situazione dovrà restituire l’importo ricevuto. L’INPS prevede una restituzione rateale, con trattenute da 50 euro al mese a partire da giugno.

  • Chi ha superato solo il limite dei 20.000 euro restituirà i 150 euro del secondo bonus.
  • Chi ha superato i 35.000 euro dovrà restituire entrambi i bonus.

A seconda dei casi, le trattenute si protrarranno da giugno ad agosto, oppure fino a fine anno.

Quanto al nostro lettore, non sembrano esserci rischi immediati: una pensione da 1.000 euro al mese corrisponde a un reddito annuo ben inferiore ai 20.000 euro. A meno che non abbia altri redditi aggiuntivi che nel 2021 lo abbiano portato oltre soglia.

In quel caso, per una risposta certa, avremmo bisogno di consultare le sue dichiarazioni dei redditi.

A giugno la pensione arriva in ritardo: ecco perché e da cosa dipende

Un’altra questione da considerare riguarda le tempistiche di pagamento. A giugno, infatti, l’accredito non avverrà né il giorno 1 né il giorno 2, come accaduto a maggio. Il motivo è legato al calendario dei giorni bancabili.

Per “giorno bancabile” si intende un giorno lavorativo per gli istituti di credito (banca o Poste) in cui si può effettivamente incassare la pensione. I giorni festivi non sono bancabili. Inoltre, il sabato non è bancabile per le banche, mentre lo è per le Poste.

Nel caso specifico:

  • Il 1° giugno cade di domenica: festivo per tutti.
  • Il 2 giugno è la Festa della Repubblica: altro giorno rosso e non bancabile.

Pertanto, il primo giorno utile per incassare la pensione sarà martedì 3 giugno, indipendentemente dall’istituto presso cui si riceve il pagamento, sia Poste Italiane sia una banca.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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