Gli acquisti online dalla Cina mettono d’accordo Trump e Bruxelles, fine di un’era per colossi come Temu e Shein

Gli acquisti online dalla Cina sono finiti nelle ultime settimane nel mirino di USA e UE. A tremare sono colossi e-commerce come Temu e Shein.
1 mese fa
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Acquisti online dalla Cina nel mirino di USA e UE
Acquisti online dalla Cina nel mirino di USA e UE © Licenza Creative Commons

In questi giorni di dibattito sulla fine vera o presunta della globalizzazione, sembra spesso che politici e analisti parlino dei massimi sistemi. Invece, è la quotidianità a cui siamo abituati che rischia di finire scombussolata per sempre. E mentre l’Unione Europea si appresta ad avviare un difficile negoziato con l’amministrazione Trump sui dazi, già su un tema sembrano avere trovato un’intesa: gli acquisti online dalla Cina. Agli inizi di febbraio, la Commissione ha avviato un’indagine a carico di alcuni colossi dell’e-commerce, tra cui Temu e Shein. Due le accuse sulle quali sta concentrando: l’esportazione di prodotti non conformi alle leggi comunitarie e possibilmente nocive per la sicurezza; l’aggiramento dei dazi, visto che la stragrande maggioranza delle spedizioni risulta esente.

Giro di vite di Trump e UE

A tale proposito, Bruxelles intenderebbe eliminare l’esenzione dei 150 euro, soglia sotto la quale le importazioni dalla Cina non vengono ad oggi soggette a dazi. Ci saranno controlli più stringenti già in fase di spedizione e si punterà a unificare quelli alla dogana tra i 27 stati membri. Negli Stati Uniti è accaduto qualcosa di simile il 2 aprile scorso. Nell’annunciare i dazi verso il resto del mondo, il presidente Donald Trump ne ha imposto uno al 34% sulle importazioni cinesi. E ha altresì firmato un ordine esecutivo per cancellare il regime dei “de minimis”, che consentiva agli americani di acquistare merci dalla Cina fino a 800 dollari “duty free”.

D’ora in avanti, invece, i pacchi in arrivo dall’economia asiatica saranno sottoposti regolarmente ai dazi in base al valore dei beni contenuti e per un importo minimo di 50 dollari.

Soddisfatte le associazioni dei commercianti, meno quelle dei consumatori. Di fatto, sia negli USA che in Europa starebbe volgendo al termine l’era degli acquisti online a bassissimo costo. L’UE ha notato che nel 2024 ci sono state importazioni per 4,6 miliardi di euro di pacchi di scarso valore, il quadruplo rispetto solamente a due anni prima. Il 90% di questi arrivano proprio dalla Cina.

Prezzi e qualità infimi

Chi fa acquisti online, anche sporadicamente, conoscerà di certo marchi come Temu e Shein. Vendono di tutto per pochissimi euro. Chi effettua l’ordine, deve avere solamente la pazienza di aspettare anche settimane o mesi che gli arrivi la merce, essendogli spedita dai porti asiatici. Abbigliamento, accessori, profumi e cosmetica sono le principali categorie merceologiche interessate. I consumatori sanno di acquistare merce di bassa qualità. E’ la “fast fashion”, le cui conseguenze per l’ambiente e la concorrenza tradizionale risultano nocive. Ma i risparmi prospettati appaiono così allettanti da non potersene fare a meno.

Controlli più stringenti su acquisti online

La batosta per l’e-commerce cinese può essere pesante. La società che controlla Temu ha perso in borsa il 28% in meno di 3 settimane, tanto quanto Alibaba. Da inizio anno il bilancio è molto migliore, seppure sempre negativo: -3%. Shein, invece, non è quotata in borsa e questo non ci consente di valutare facilmente l’impatto scontato dal mercato circa il possibile calo del suo fatturato.

Ma che gli acquisti online saranno le principali vittime del giro di vite in Occidente, non sembra esservi dubbio. Tra dazi e maggiore attenzione alla sicurezza, la zona grigia che permetteva a milioni di clienti di comprare in barba spesso alle leggi nazionali sembra restringersi. Anche questa è la fine di una certa globalizzazione.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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