Quali dati inserire per ottenere il bonus nuovi nati? Come canta Luca Carboni con il brano Farfallina: “Se hai bisogno d’affetto, se ne hai bisogno come me. Se hai bisogno d’affetto e di qualcosa che non c’è. Per te tra gioia e dolore che differenza c’è? Vuoi dei figli, sì dei figli o non ci pensi mai”.
La nascita di un figlio è uno dei momenti più belli ed emozionanti nella vita di ogni coppia. Segna un cambiamento profondo, fatto di emozioni, amore incondizionato e anche responsabilità.
Oltre all’affetto che lega indissolubilmente una madre e un padre ai figli, infatti, bisogna fare i conti anche con tutta una serie di questioni pratiche. Basti pensare ai costi per l’alimentazione, l’istruzione e l’abbigliamento.
Tutte voci che impattano inevitabilmente sulle tasche, portando molte famiglie a rimandare o addirittura rinunciare all’idea di mettere al mondo un figlio. Proprio al fine di incentivare la natalità, lo Stato decide spesso di mettere in campo delle misure ad hoc, come ad esempio il bonus nuovi nati.
Buonus una tantum per i figli nati o adottati dal 1° gennaio 2025
Grazie al bonus nuovi nati viene corrisposto un importo una tantum di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato a partire dal 1° gennaio 2025. Le famiglie interessate e aventi diritto devono presentare apposita richiesta entro 60 giorni dalla data di nascita o dalla data di ingresso in famiglia del figlio in caso di adozione. A tal fine si deve utilizzare l’apposito servizio disponibile sul sito ufficiale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. In alternativa è possibile inviare la richiesta tramite il Contact Center Multicanale oppure rivolgendosi ad un patronato.
Per beneficiare di tale contributo, inoltre, è fondamentale rispettare determinati parametri. In particolare il valore Isee deve essere inferiore a quota 40 mila euro. Nel calcolo del valore dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente non vengono considerati gli importi erogati per l’Assegno unico e universale.
Tutti i dati da inserire per il bonus nuovi nati
Attraverso la circolare numero 76 del 14 aprile 2025, l’Inps ha chiarito modalità e tempistiche per richiedere e ottenere il bonus nuovi nati. Entrando nei dettagli viene spiegato che, per essere ammessi a tale contributo, il soggetto richiedente deve dichiarare sotto la propria responsabilità di essere in possesso dei requisiti richiesti.
In particolare, deve dichiarare di essere cittadino italiano. Oppure titolare di un diritto o carta di soggiorno o di un diritto o carta di soggiorno permanente a seconda che si tratti di un cittadino dell’Unione europea, di familiari extracomunitari di un cittadino di un paese appartenente all’Unione europea o cittadino extracomunitario.
Ma non solo, si deve dichiarare:
- “l’evento (nascita, adozione o affido preadottivo);
- i dati del figlio cui è riferito l’evento;
- la residenza continuativa in Italia del richiedente e del figlio dalla data dell’evento alla data di presentazione della domanda;
- il possesso di un ISEE in corso di validità o di avere presentato la DSU per il calcolo ISEE per le prestazioni ai minori”.
Nel momento in cui si presenta la domanda, inoltre, bisogna indicare gli estremi di pagamento per ottenere l’accredito del bonus.
L’Istituto di previdenza provvederà ad erogare il bonus tenendo conto dell’ordine cronologico di arrivo e delle domande presentate e accolte. Il tutto fermo restando i limiti delle risorse stanziate nell’anno di riferimento. In particolare per l’anno 2025 si sono stanziati 330 milioni di euro, mentre per il 2026 il fondo sarà pari a 360 milioni di euro.
Cosa rischia chi fa errori o dichiara il falso
Come sottolineato sul sito dell’Inps, chi presenta la domanda per il bonus nuovi nati deve dichiarare di essere in possesso dei requisiti richiesti sotto la propria responsabilità, ai sensi del D.P.R. numero 445 del 28 dicembre 2000, n. 445. Chi viola queste disposizioni rischia davvero grosso. In particolare chi, involontariamente, commette errori nella domanda per il bonus nuovi nati rischia di perdere il beneficio. Le autorità competenti, inoltre, possono effettuare delle verifiche e chiedere la restituzione delle somme indebitamente percepite.
Nei casi più gravi, in cui si accerti la volontarietà di dichiarare il falso, inoltre, si rischia di incorrere in pesanti sanzioni penali, che possono comportare pensati multe e arrivare addirittura fino alla reclusione. In particolare può essere imputato il reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, punibile con la reclusione fino a due anni. Si invita, pertanto, a prestare la massima attenzione in sede di redazione della domanda, onde evitare di incorrere in pesanti conseguenze.