Congedo 24 mesi per non perdere il lavoro: svolta per i lavoratori con malattie gravi e invalidanti?

La Camera approva un congedo 24 mesi per lavoratori con gravi invalidità: una nuova tutela nel mondo del lavoro.
2 settimane fa
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congedo 24 mesi
Foto © Investireoggi

Un importante passo in avanti nella tutela dei lavoratori affetti da patologie invalidanti è stato compiuto alla Camera dei Deputati, dove ha ricevuto la prima approvazione una proposta di legge che introduce misure specifiche a favore di coloro che, nel settore pubblico e privato, si trovano in condizioni di salute particolarmente gravi. Tra i punti salienti della proposta emerge con forza l’introduzione del congedo 24 mesi, una misura pensata per garantire stabilità lavorativa in un momento critico della vita dei dipendenti.

Congedo 24 mesi: tutela dedicata a chi affronta malattie oncologiche e croniche

Non solo permessi 104 potenziati, la proposta normativa si rivolge a una platea ben definita di lavoratori: coloro che sono affetti da malattie oncologiche, da patologie croniche gravi o rare, e in generale da condizioni sanitarie che comportano una invalidità pari o superiore al 74%.

Si tratta di lavoratori che, proprio a causa della gravità del loro stato di salute, spesso si trovano in difficoltà nel mantenere la propria posizione occupazionale nel lungo periodo.

Il congedo 24 mesi offre la possibilità, per questi soggetti, di sospendere temporaneamente l’attività lavorativa per un massimo di due anni. Tale periodo può essere fruito in modo continuativo oppure suddiviso in più intervalli, a seconda delle necessità cliniche e personali del dipendente.

Diritto alla conservazione del posto ma senza stipendio

Uno degli aspetti centrali della misura riguarda il mantenimento del posto di lavoro durante il periodo di assenza. Anche se il lavoratore non riceverà alcuna retribuzione durante il congedo, il datore di lavoro sarà tenuto a conservarne la posizione fino alla conclusione dei ventiquattro mesi.

Non si tratta, però, di un congedo retribuito né assimilabile ad altri istituti come la malattia o l’aspettativa per motivi di salute.

Infatti, durante il congedo non sarà consentito svolgere attività lavorativa di alcun tipo, né come dipendente né in forma autonoma. È una misura che mira a fornire un periodo di sospensione dalle responsabilità professionali esclusivamente finalizzato al recupero della salute o alla gestione della patologia.

Impatto previdenziale e possibilità di riscatto

L’assenza dal lavoro durante il congedo 24 mesi non contribuirà alla maturazione dell’anzianità di servizio né produrrà effetti ai fini del calcolo pensionistico. Tuttavia, la proposta di legge apre alla possibilità di riscattare il periodo di congedo per fini previdenziali, tramite il versamento volontario dei contributi.

Una previsione importante che consente ai lavoratori di non penalizzare la propria carriera pensionistica, qualora decidano di sostenere economicamente il riscatto di quel tempo non lavorato.

Congedo 24 mesi: priorità nel lavoro agile dopo il rientro

Un’ulteriore novità prevista riguarda il diritto di accesso prioritario al lavoro agile per coloro che rientrano in servizio dopo aver usufruito del congedo. Si tratta di un riconoscimento che ha anche un risvolto giuridico di rilievo, poiché il lavoro agile viene oggi considerato, in base alla giurisprudenza più recente (Cassazione Civile, sentenza 605/2025), uno degli strumenti inclusi nel novero degli “accomodamenti ragionevoli”.

Questa interpretazione richiama esplicitamente il principio di inclusività lavorativa sancito anche a livello europeo, secondo cui il datore di lavoro ha il dovere di adottare misure che rendano compatibile l’attività professionale con la condizione fisica del lavoratore, ove ciò sia tecnicamente possibile e non comporti oneri sproporzionati.

Un’estensione rispetto al periodo di comporto

Il congedo 24 mesi (anche se l’iter legislativo è solo all’inizio) si configura anche come una misura integrativa rispetto al cosiddetto “periodo di comporto”, cioè l’intervallo massimo durante il quale il lavoratore assente per motivi di salute ha diritto alla conservazione del posto. Oltre tale limite, salvo previsioni contrattuali migliorative, il datore di lavoro può legittimamente procedere con il licenziamento.

Nel settore privato, la durata del comporto varia tra i 3 e i 6 mesi. Mentre nel pubblico impiego può arrivare fino a 18 mesi nell’arco di un triennio, secondo quanto previsto dalla contrattazione collettiva. Il nuovo congedo estende quindi la tutela temporale per chi, al termine del comporto, non sia ancora in condizioni di rientrare al lavoro. Ma voglia comunque evitare la cessazione del rapporto professionale.

Congedo 24 mesi: misura che valorizza la dignità del lavoro e della persona

Il riconoscimento del congedo 24 mesi rappresenta un segnale forte nella direzione della tutela della dignità della persona e del diritto al lavoro. In un contesto sociale in cui le patologie croniche e oncologiche sono in aumento, garantire una pausa lavorativa strutturata e regolamentata diventa essenziale per accompagnare i lavoratori in un percorso di cura, evitando che la malattia diventi motivo di esclusione dal mondo produttivo.

Allo stesso tempo, la proposta si pone in linea con i principi costituzionali di solidarietà e di promozione del benessere individuale. Offrendo così uno strumento giuridico che tenga conto della vulnerabilità di alcune categorie di lavoratori.

Riassumendo

  • Approvata proposta di legge per tutelare lavoratori con gravi patologie invalidanti.
  • Previsto il congedo 24 mesi per chi ha invalidità pari o superiore al 74%.
  • Durante il congedo, nessuna retribuzione e divieto di svolgere attività lavorativa.
  • Possibilità di riscatto contributivo per il periodo ai fini pensionistici.
  • Priorità al lavoro agile dopo il rientro, se tecnicamente possibile.
  • Misura integrativa rispetto al periodo di comporto nei settori pubblico e privato.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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