Gli interessi sul debito pubblico sono scesi di 5,5 miliardi di euro ad aprile

Gli interessi sul debito pubblico sono diminuiti nel mese di aprile, facendo risparmiare allo stato italiano in prospettiva 5,5 miliardi di euro.
1 mese fa
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Interessi sul debito pubblico in calo
Interessi sul debito pubblico in calo © Licenza Creative Commons

I conti pubblici nel 2024 si sono chiusi meglio del previsto. Il deficit è sceso al 3,4% dal 7,2% dell’anno precedente e c’è stato il primo avanzo primario dal 2019, pari allo 0,4% del Pil. Nel 2023 c’era stato un disavanzo primario del 3,6%. Questa voce è calcolata al netto della spesa per interessi sul debito pubblico. Grazie al trend positivo, quest’ultimo si è attestato al 135,3%, meno del 135,8% stimato in precedenza dal governo.

Rendimenti e costi di emissione, differenza

E in questi giorni è arrivata un’altra buona notizia sul fronte fiscale. Nel mese di aprile il Rendistato della Banca d’Italia ha esitato un rendimento medio lordo per i nostri titoli di stato del 3,072%, in calo dal 3,287% di marzo.

Non dobbiamo fare confusione tra questi dati e i costi di emissione. I secondi riflettono l’effettivo costo che il Tesoro sostiene in termini di interessi sul debito pubblico emesso in un dato periodo. I primi, invece, segnalano il costo medio dell’intero debito emesso e negoziato sul mercato secondario.

Tuttavia, per approssimazione possiamo immaginare che i costi di emissione tendano con il tempo ai rendimenti medi di mercato, a meno che lo stato non muti repentinamente la durata media dei nuovi bond emessi per contenerne l’impatto sul bilancio. In effetti, al 31 marzo scorso il costo medio all’emissione risultava sceso al 3,02% dal 3,41% medio del 2024. E la durata media ponderata di tutti i titoli emessi di attestava a 7,03 anni.

Risparmi virtuali tra marzo e aprile

Il debito pubblico in forma di titoli di stato ammontava a 2.549 miliardi. I restanti circa 450 miliardi sono esposizioni in altre forme, tra cui prestiti elargiti dall’Unione Europea. Soffermandoci sui bond, otteniamo quanto segue: in base ai rendimenti di marzo, l’Italia avrebbe speso in interessi sul debito quasi 84 miliardi di euro all’anno. Con i dati di aprile il costo scende a 78,3 miliardi, riducendosi a regime esattamente di 5,5 miliardi. Il risparmio in termini di Pil viaggia nell’ordine dello 0,25%.

Stiamo parlando di cifre virtuali, anche perché il costo del debito varia di mese in mese e i rendimenti ci forniscono una stima proiettabile nel medio-lungo periodo.

Per capire quale sia l’evoluzione degli interessi sul debito negli anni, dobbiamo guardare al BTp a 7 anni. Esso capta perfettamente la durata media dello stock, segnalandocene il costo. Il dato più basso negli ultimi anni si è registrato nel dicembre scorso al 2,92%. Il più alto era stato nell’ottobre del 2023 al 4,44%. Considerata la montagna di titoli emessi al 31 marzo scorso, tra i due estremi esiste una differenza di costo di quasi 39 miliardi all’anno. Capite benissimo perché il governo spera sempre che i rendimenti di mercato scendano più in fretta possibile.

Interessi sul debito, variabili in gioco

Ovviamente, lo stock è destinato ad aumentare per effetto delle ulteriori emissioni nette di titoli di stato. Esse servono a finanziare l’eccesso di spesa sulle entrate (deficit). Anche se i rendimenti restassero fermi, quindi, in valore assoluto gli interessi sul debito aumenterebbero ugualmente.

In rapporto al Pil il loro andamento dipende dalla crescita nominale di questa variabile, cioè da fattori come crescita economica e inflazione. A loro volta, essi influenzano i rendimenti stessi.

Maggiore la crescita e minore lo spread preteso dagli investitori per effetto del più basso rischio sovrano percepito. Maggiore l’inflazione e maggiore il rendimento richiesto dal mercato per compensare la perdita del potere di acquisto.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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