Bond rumeni sotto pressione con la vittoria di Simion al primo turno

I bond rumeni sono oggi sorvegliati speciali sul mercato obbligazionario dopo che George Simion ha stravinto il primo turno delle elezioni presidenziali.
2 settimane fa
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Bond rumeni sotto pressione
Bond rumeni sotto pressione © Licenza Creative Commons

Sorvegliati speciali sul mercato obbligazionario europeo nella prima seduta della settimana saranno i bond rumeni. Ieri, il Paese che fa da ponte tra Est ed Ovest dell’Europa è tornato alle urne per scegliere il prossimo presidente. Il candidato sovranista George Simion ha stravinto il primo turno con il 40,5% dei consensi, seguito a lunga distanza dal centrista sindaco di Bucarest, Nicusor Dan, al 20,9%. Il candidato filo-governativo Crin Antonescu si è fermato al 20,3%. In quarta posizione il nazionalista Victor Ponta con il 14,6%.

Simion vicino a Trump, critico dell’UE

La vittoria di Simion non è arrivata inattesa. A novembre si era imposto a sorpresa Calin Georgescu, considerato vicino alla Russia di Vladimir Putin.

I sondaggi lo davano vincente anche al secondo turno, ma a due giorni dal ballottaggio la Corte Costituzionale annullava il voto per presunte interferenze di Mosca. Simion ha annunciato dopo la vittoria che nominerà proprio Georgescu primo ministro se prevarrà al ballottaggio del 18 maggio prossimo.

Tornando ai bond rumeni, qual è la principale fonte di preoccupazione del mercato? Simion è esponente di AUR, formazione sovranista che fa parte di ECR all’Europarlamento, lo stesso gruppo di Fratelli d’Italia e dei polacchi di PiS. L’uomo è considerato vicino al presidente americano Donald Trump e critico sia verso l’Unione Europea che la NATO. Bruxelles teme di perdere un altro stato membro nel sostegno all’Ucraina contro la Russia, dopo che già stati come Ungheria e Slovacchia mostrano di sfilarsi.

Timori per fondi UE

Le tensioni non possono fare bene a Bucarest, che l’anno scorso chiudeva il bilancio dello stato con un deficit all’8,65% e un debito pubblico salito di sei punti al 54,6% del Pil.

Viceversa, la crescita dell’economia rallentava ad appena lo 0,9%. Eppure la Romania è un caso di successo per l’integrazione nell’UE. Dal suo ingresso nel 2007 ha più che triplicato il Pil pro-capite. Nel 2024 i fondi comunitari ammontavano all’1,5% del Pil, mentre i prestiti elargiti tramiti gli altri programmi valevano ben il 4,5%.

Il mercato starebbe scontando il rischio di un possibile “congelamento” di questi fondi UE, uno scenario critico per la crescita e la sostenibilità del debito. I bond rumeni godono già di valutazioni medio-basse per le agenzie di rating: BBB- per S&P e Fitch, Baa3 per Moody’s. In tutti e tre i casi, si tratta dell’ultimo gradino dell’area “investment grade”, appena uno sopra l’area “junk” o “spazzatura”.

Bond rumeni, spread in crescita da novembre

Dalle elezioni di novembre, poi annullate, notiamo per i bond rumeni emessi in euro un allargamento degli spread lungo la curva delle scadenze. Il titolo maggio 2030 con cedola 3,624% (ISIN: XS2178857954) offriva venerdì scorso un rendimento lordo del 5,27%, a premio di quasi 310 punti sul tasso “midswap”. Nel novembre scorso, tale premio era più contenuto a 225 punti. E il titolo decennale con scadenza ottobre 2035 e cedola 3,875% (ISIN: XS1313004928) rendeva il 6,61% contro il 2,49% del “midswap” per un premuo di 412 punti.

Anche in questo caso, un forte rialzo dai 334 punti di quasi un semestre fa.

Infine, il titolo aprile 2049 con cedola 4,625% (ISIN: XS1968706876) rendeva il 7% venerdì scorso, offrendo un premio di 443 punti dai 390 punti del novembre scorso. Sono tutti segnali che vanno nella direzione di confermare le tensioni elettorali di questi mesi. Se Simion vincesse anche il ballottaggio? Assisteremmo probabilmente a un’intensificazione di questa tensione. Il mercato vorrà verificare i primi passi del nuovo capo dello stato, in particolare nei rapporti con Bruxelles. I bond rumeni vedrebbero verosimilmente allargare gli spread. Va da sé che se a prevalere fosse Dan, ci sarebbe un recupero dei prezzi e un restringimento degli spread lungo la curva delle scadenze.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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