Le pensioni di invalidità potrebbero presto aumentare. Ma non tutte, solo quelle che si riferiscono a all’invalidità totale.

E’ infatti prevista la pronuncia della Corte Costituzionale sul tema sollevato dalla Corte di Appello di Torino che in passato ha ritenuto l’assegno dei pensionati invalidi al 100% previsto dalla normativa vigente “insufficiente a garantire il soddisfacimento delle elementari esigenze di vita”.

Pensioni, il ricorso alla corte Costituzionale

La questione fu sollevata innanzi alla Corte Costituzionale per violazione dell’art. 38 della Carta in quanto “ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale“.

La decisione dei giudici è attesa a partire dal 23 giugno 2020 e potrebbe obbligare il governo a intervenire sul tema, già in fase di esame nell’ambito della più ampia riforma del sistema pensionistico italiano che dovrebbe vedere la luce il prossimo anno. Sul tavolo del Ministero del lavoro ci sono infatti altri temi in discussione (rinviati per la pandemia), come la riforma di quota 100, l’Ape Sociale, Opzione Donna, e tutta una serie di innovazioni al quadro normativo che dovranno tenere conto anche dei giovani lavoratori e precari che non avranno adeguate tutele in futuro con le regole pensionistiche attuali.

Pensioni invalidi troppo basse

Tornando al tema delle pensioni per gli invalidi civili, l’attuale normativa prevede che le persone con un’invalidità al 100%, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, ricevano un assegno mensile dell’importo di 286 euro in caso di un reddito inferiore ai 16.982,49 euro. Una cifra che, di fatto, è molto bassa e, a tutti gli effetti, insufficiente a garantire assistenza sociale e mantenimento. I giudici della Corte d’Appello di Tornio che hanno sollevato il caso, inoltre, non ritengono sia corretta la differenza d’importo tra la pensione di invalidità (286,81 euro) e l’assegno sociale (459,83 euro).

Così, se la Corte Costituzionale dovesse accogliere la richiesta dei giudici di Torino e ritenere dunque troppo bassi gli importi attuali, vi sarebbe di conseguenza una modifica sostanziale degli importi stabiliti per legge e l’eventuale aumento degli assegni delle pensioni di invalidità totale potrebbe pesare in maniera significativa sulle casse dell’Inps.

Premier Conte: siamo al fianco dei più deboli

Il premier Giuseppe Conte ha già fatto sapere di voler intervenire in proposito innalzando la soglia minima degli aventi diritto. Lo ha fatto durante gli ultimi giorni degli Stati Generali che si sono conclusi domenica a Villa Pamphili. Il Presidente del Consiglio non solo ha aperto alla possibilità di aumentare le pensioni di invalidità fornendo rassicurazioni importanti a riguardo, ma ha anche rilanciato l’idea di un pacchetto di provvedimenti che prevede un graduale inserimento sociale degli aventi diritto. “Un piano di rilancio rivolto al nostro Paese non può essere realizzato senza tenere conto delle persone con disabilità e senza pensare all’inclusione a tutti i livelli” -ha detto Giuseppe Conte-. Un tema sicuramente importante, già affrontato in passato da precedenti governi ma mai attuato in concreto per mancanza di risorse e volontà politica. Oggi, alla vigilia di un’importante sentenza della Corte Costituzionale, forse qualcosa potrà finalmente cambiare, anche se poi ci vorrà ancora del tempo prima che il legislatore intervenga.

vedi anche: Invalidi civili, dal 1 aprile 2020 iter più semplice per ottenere la pensione