Stop lavori all’aperto: scatta l’allerta caldo in 11 Regioni italiane

Temperature estreme e rischio salute: in 11 Regioni italiane scatta lo stop lavori all’aperto per proteggere i lavoratori esposti.
2 settimane fa
2 minuti di lettura
stop lavori all'aperto
Foto © Investireoggi

Un’intensa ondata di calore sta travolgendo l’Italia e gran parte dell’Europa meridionale, determinando una situazione climatica eccezionale che impone misure straordinarie. Temperature superiori alla soglia (e oltre) 40 gradi sono ormai all’ordine del giorno in molte aree del Paese, in particolare nel Centro-Sud. La persistenza di queste condizioni meteo ha indotto diverse amministrazioni regionali ad attivare il cosiddetto stop lavori all’aperto, una misura di tutela sanitaria per chi opera in settori fortemente esposti al rischio termico.

Stop lavori all’aperto: le 11 regioni interessate

L’eccezionale rialzo termico registrato negli ultimi giorni ha colpito duramente molte zone della Penisola, con valori ben superiori alla media stagionale.

In città come Palermo, Cagliari, Napoli e Roma si segnalano picchi di calore prossimi ai 40°C, e in alcuni casi anche oltre. A farne maggiormente le spese sono i lavoratori che operano all’esterno, come braccianti agricoli, operai edili, addetti alle cave e ai vivai, esposti per ore al sole cocente e spesso in contesti di fatica fisica intensa.

Per far fronte ai rischi legati all’esposizione prolungata al calore in caso di lavori all’aperto, e nell’ottica di garantire sempre la sicurezza sul lavoro, numerose Regioni italiane hanno deciso di intervenire con provvedimenti specifici. Al momento, sono entrate in vigore ordinanze che dispongono lo stop alle attività lavorative outdoor nei seguenti territori:

  • Toscana
  • Campania
  • Lazio
  • Umbria
  • Emilia-Romagna
  • Sicilia
  • Abruzzo
  • Calabria
  • Sardegna
  • Puglia
  • Piemonte.

Queste Regioni hanno riconosciuto l’urgenza di ridurre i pericoli per la salute dei lavoratori esposti al sole nelle ore più calde della giornata, introducendo limitazioni temporanee e selettive.

Raccomandazioni anche dall’INAIL per limitare detti lavori all’aperto nelle ore di punta.

Le ordinanze: orari e categorie coinvolte

Sebbene vi siano alcune differenze tra le disposizioni regionali, la struttura delle misure è sostanzialmente omogenea. Il principio cardine è la sospensione delle attività nei settori a rischio durante l’intervallo orario compreso tra le 12:30 e le 16:00, ovvero nel periodo in cui l’irraggiamento solare raggiunge i massimi livelli e il corpo umano è maggiormente soggetto a stress da calore.

La durata dei provvedimenti varia: in alcune aree lo stop è previsto fino al 31 agosto, in altre – come Lombardia ed Emilia-Romagna – la scadenza è fissata al 15 settembre.

Non tutte le attività sono soggette allo stop. Le ordinanze prevedono eccezioni per gli interventi considerati urgenti o di pubblica necessità, come ad esempio quelli relativi alla sicurezza, al pronto intervento o alle infrastrutture essenziali. In questi casi, tuttavia, è obbligatorio adottare tutte le misure preventive per proteggere i lavoratori dal rischio termico.

Il contesto europeo e il ruolo del cambiamento climatico

Le misure italiane dello stop lavori all’aperto si inseriscono in un quadro più ampio che interessa anche altri Paesi europei, alle prese con le stesse problematiche.

La frequenza e l’intensità delle ondate di calore sono infatti in crescita costante a causa dei cambiamenti climatici. Un fenomeno che mette sotto pressione i sistemi produttivi e sanitari.

La necessità di predisporre piani di emergenza, strumenti di monitoraggio e protocolli di prevenzione diventa quindi un elemento imprescindibile della gestione del lavoro nel futuro prossimo.

Stop lavori all’aperto: conclusioni

Il ricorso allo stop lavori all’aperto rappresenta una risposta concreta a una minaccia crescente per la salute dei lavoratori. La tutela della sicurezza sul lavoro passa anche attraverso la capacità di leggere e anticipare i segnali del clima. Adattando così orari, modalità e tempistiche delle attività produttive.

In un Paese come l’Italia, in cui l’estate è spesso segnata da picchi di calore estremi, l’introduzione di sistemi di allerta e il rispetto delle direttive rappresentano strumenti fondamentali per affrontare in modo efficace le sfide poste dal riscaldamento globale.

Riassumendo

  • Ondata di caldo eccezionale colpisce l’Italia con temperature alla soglia dei 40 gradi.
  • Scatta lo stop lavori all’aperto in 11 Regioni per tutelare i lavoratori esposti.
  • Sospese le attività all’esterno tra le 12:30 e le 16:00 nei giorni critici.
  • Escluse dallo stop solo attività urgenti con adeguate misure di sicurezza.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Previsioni cedola CcTeu 2034
Articolo precedente

CcTeu 2034, previsioni su prossima cedola semestrale

Tensioni sui mercati segnano fine dell'eccezione angloamericana
Articolo seguente

Prima gli inglesi, ora gli americani: il mercato non guarda più in faccia a nessuno ed è meglio così