Il Debt Management Office ha tenuto nella giornata di ieri il collocamento per l’emissione di un nuovo Gilt a 30 anni con scadenza 31 gennaio 2056 (ISIN: GB00BT7J0241). L’importo offerto è stato di 4 miliardi di sterline, a fronte del quale sono pervenute richieste per oltre 70 miliardi. Al termine dell’operazione, la cedola è stata fissata al 5,375%. E’ il tasso più alto per un bond sovrano britannico ancora in circolazione dopo quello emesso nel 1998 con scadenza nel 2028 e che offre il 6%. Il prezzo di re-offer è stato di 99,566 per un rendimento lordo alla scadenza del 5,4047%, +1,75 punti base sul bond con scadenza nel 2055.
Rischio di cambio
Il primo pagamento semestrale della cedola avverrà in data 31 luglio 2025. Oggi, invece, ci sarà il regolamento dell’operazione, ossia il pagamento degli ordini effettuati ieri dagli investitori istituzionali. Il nuovo Gilt a 30 anni – così sono definiti i titoli emessi dal governo di Sua Maestà – rappresenta una buona occasione per investire e diversificare il proprio portafoglio. Bisogna approfittare degli alti tassi offerti in questa fase, perché non è detto che durino ancora a lungo.
Certamente, l’investimento espone al rischio di cambio, essendo il Gilt a 30 anni denominato in sterline. Se l’euro si rafforzasse contro la valuta UK, per l’obbligazionista italiano sarebbe un problema. Il valore delle cedole e del suo capitale si ridurrebbe. Allo stesso tempo, essendo la duration elevata, in caso di rendimento in risalita la quotazione scenderebbe velocemente e infliggerebbe grosse perdite al possessore.
Tassi e inflazione
La Banca d’Inghilterra tiene ancora i tassi di interesse al 4,25% con un’inflazione scesa al 2,6% in aprile.
I tassi reali risultano, quindi, dell’1,65% contro lo 0,05% nell’Eurozona. Ci sarebbero margini per tagliarli senza impattare negativamente sul cambio contro l’euro. Questo si è mosso tra un massimo di 92 e un minimo di 82 centesimi negli ultimi anni. Significa che la volatilità è stata relativamente contenuta, pur a fronte di periodi molto negativi, come l’autunno del 2022.
Il nuovo Gilt a 30 anni va inquadrato nell’insieme della situazione fiscale britannica. Il debito pubblico sfiorava il 96% del Pil al 31 marzo scorso, mentre il deficit per quest’anno dovrebbe scendere dal 4,8% al 2,7%. Il nuovo governo laburista di Keir Starmer ha avuto grosse difficoltà ad impostare un bilancio che apparisse al contempo rigoroso sul piano dei conti pubblici e di sostegno all’economia. I mercati non sono così convinti che sia riuscito nell’impresa. Come se non bastasse, anche se il Labour gode di un’ampia maggioranza in Parlamento, già soffre un tracollo dei consensi in favore di Reform UK, la formazione sovranista di Nigel Farage, accreditata ormai del primo posto e vincitrice delle recenti elezioni amministrative.
Gilt 30 anni, serve prudenza
Dunque, cambio, tassi, debito e instabilità politica inducono alla prudenza. Il nuovo Gilt a 30 anni offre un rendimento lordo di quasi l’1% in più del BTp 2054. Tuttavia, non dimentichiamo quanto spiegato sopra: è pagato in sterline e non in euro. L’alta cedola segnala che anche Londra sta vivendo una certa difficoltà nel convincere il mercato a comprare titoli del suo debito pubblico.
E se da un lato l’austerità si è resa necessaria per non perdere la fiducia degli investitori, dall’altro può frenare la crescita del Pil e rendere più complicata la discesa del grado di indebitamento. Di positivo c’è che, grazie allo storico rapporto privilegiato tra USA e UK, Londra ha già sottoscritto un accordo commerciale con l’amministrazione Trump per contenere i dazi alla tariffa più favorevole del 10% sulle proprie esportazioni.