Il ricorso al Tar di Unicredit apre lo scontro col governo, ma Orcel rischia grosso

Unicredit annuncia il ricorso al Tar contro il "golden power", aprendo ufficialmente lo scontro con il governo e rischiando grosso.
1 mese fa
2 minuti di lettura
Ricorso al Tar di Unicredit contro il
Ricorso al Tar di Unicredit contro il "golden power" © Licenza Creative Commons

Finirà a carte bollate. Unicredit ha annunciato questa mattina che a breve presenterà ricorso davanti al Tar del Lazio contro il Dpcm del 18 aprile sull’uso del “golden power”. Allo stesso tempo, la banca milanese sostiene che porterà avanti il confronto con le istituzioni e sosterrà l’Unione Europea “nel suo esame della situazione”. All’inizio della settimana il CEO Andrea Orcel aveva richiesto e ottenuto dalla Consob la sospensione dell’Offerta Pubblica di Scambio (OPS) sul 100% del capitale di Banco BPM per 30 giorni. I termini sono stati dilatati, pertanto. Le adesioni resteranno possibili fino al 23 luglio, sempre con possibile proroga al 30 luglio.

Tra Unicredit e Banco BPM scontro totale

Ieri, c’era stata la reazione dura di Piazza Meda, secondo cui la sospensione dell’OPS sia un fatto “abnorme” e ingiustificato alla luce del fatto che il possibile uso del “golden power” fosse noto prima del lancio dell’offerta. E oggi arriva la replica di Unicredit, secondo cui da Banco BPM non ci sarebbe stata la dovuta trasparenza riguardo all’Offerta Pubblica di Acquisto (OPA) di Anima. La società di gestione del risparmio è stata acquisita ad un prezzo elevato da 6,2 a 7 euro, comportando un maggiore esborso. E l’UE non ha concesso il famoso sconto danese. Complessivamente, spiega la nota, ciò ha ridotto il CET1 di Banco BPM di 240 punti base al 12,9%, pari a 1,7 miliardi di euro.

Il ricorso al Tar cambia le carte sul tavolo. Finora Orcel aveva perseguito una linea critica verso il governo, ma senza rompere con esso. L’esecutivo si mostra contrario all’OPS di Unicredit, in quanto minaccerebbe la presenza sul territorio del Nord di un istituto attivo nell’erogazione del credito alle piccole e medie imprese. Al tema è sensibile particolarmente la Lega, che è radicata proprio in quell’area del Bel Paese.

Ecco perché il Dpcm del mese scorso ha fissato alcuni paletti per avallare l’operazione. Tra questi è previsto il mantenimento dei livelli di credito alle imprese e l’uscita in tempi brevi dal mercato russo.

Anche scalata a Commerzbank a rischio

Tuttavia, la rottura con Roma è un passo pericoloso per Orcel. Egli aveva aperto un secondo fronte di battaglia in Germania con la scalata a Commerzbank. L’establishment tedesco non l’ha presa bene. Banca, sindacati, politici e media sono contrari all’operazione, rimasta in stand-by negli ultimi mesi per le elezioni prima e la nascita del nuovo governo dopo. E il cancelliere Friedrich Merz non sembra smuoversi dalla sua linea ostile. Serviranno opere di mediazione da parte del governo italiano per arrivare a un possibile accordo. Ma ora che Unicredit ha fatto ricorso al Tar contro un atto proprio della Presidenza del Consiglio, le cose si complicano.

Ricorso al Tar complica rapporti con governo

E tornano in auge le parole proferite dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: “il migliore modo per perdere la guerra è combattere su due fronti”. E’ questo il grosso rischio che corre Unicredit.

Può dover rinunciare all’OPS su Banco BPM e allo stesso tempo non riuscire neanche a conquistare Commerzbank, restando in possesso di quasi il 30% del capitale e senza incidere sulla governance. Con l’annuncio dell’offerta di novembre, Orcel aveva mandato alle ortiche il terzo polo bancario a cui guardava con favore il governo tramite l’integrazione con Monte Paschi. Si pensava che il voto contro il CDA uscente all’assemblea degli azionisti Generali fosse un “beau geste” per ingraziarsi l’esecutivo, ma evidentemente o non ha funzionato o era frutto di una decisione autonoma.

[email protected] 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

detrazione spese veterinarie
Articolo precedente

Detrazione spese veterinarie: serve davvero la prescrizione per i farmaci animali?

pensioni 120 euro in più al mese.
Articolo seguente

Pensione stranieri, l’emergenza invisibile: il 60% resta escluso dal sistema previdenziale