Nel panorama delle agevolazioni fiscali previste dal sistema tributario italiano, la detrazione spese veterinarie rappresenta una voce di particolare interesse per tutti coloro che convivono con animali da compagnia.
Le disposizioni dell’Agenzia delle Entrate (e la legge) chiariscono, infatti, i criteri e i limiti entro cui è possibile ottenere un risparmio fiscale per i costi sostenuti in ambito veterinario, garantendo così un sostegno economico a milioni di famiglie italiane.
In redazione arriva un quesito.
Salve devo acquistare dei farmi per il mio cane (regolarmente detenuto). Si tratta di un farmaco abbastanza costoso. Il veterinario mi dice che non serve portare in farmacia alcuna prescrizione, in quando ai fini della detrazione spese veterinarie non serve, ma basta lo scontrino fiscale. Sono a chiedere conferma di questa indicazione.
La normativa sulla detrazione spese veterinarie: documentazione semplificata
Uno dei punti centrali chiariti dalla Risoluzione n.
24/E del 27 febbraio 2017 dell’Agenzia delle Entrate è la semplificazione burocratica riguardante l’acquisto di farmaci veterinari. Diversamente da quanto previsto per la detrazione spese mediche tradizionali, non è più necessaria la prescrizione del medico veterinario per poter usufruire della detrazione.
È sufficiente che l’acquisto sia accompagnato dal cosiddetto scontrino parlante, documento fiscale che attesta l’avvenuta spesa riportando informazioni fondamentali: il codice fiscale dell’acquirente, la natura e la quantità dei medicinali acquistati.
Questa misura elimina l’obbligo di presentare la ricetta, riducendo gli oneri documentali a carico del contribuente e rendendo più agevole la fruizione del beneficio fiscale.
Farmaci veterinari e scontrino parlante
Il concetto di scontrino parlante è ormai familiare anche in ambito sanitario umano, ma trova piena applicazione anche per le spese relative alla salute degli animali.
Esso deve contenere:
- Il codice fiscale della persona che sostiene la spesa;
- La descrizione del prodotto, con indicazione della natura e quantità;
- L’autorizzazione alla commercializzazione del medicinale.
Questo tipo di documentazione assume un valore determinante nella compilazione della dichiarazione dei redditi tramite modello 730, soprattutto se ci si affida a un professionista o a un CAF.
Un ulteriore elemento rilevante è che il punto vendita dove avviene l’acquisto non è discriminante ai fini fiscali, a patto che sia autorizzato alla distribuzione di farmaci veterinari dal Ministero della Salute. Anche i supermercati, se in possesso delle necessarie autorizzazioni, rientrano quindi nel perimetro della detrazione.
Le esclusioni dalla detrazione spese veterinarie
È fondamentale ricordare quali tipi di spese non rientrano nel beneficio fiscale. La detrazione spese veterinarie non si applica agli esborsi sostenuti per la cura di:
- Animali destinati ad attività commerciali o agricole;
- Animali allevati per fini alimentari, riproduttivi o sportivi;
- Prodotti non considerati farmaci, come integratori alimentari o mangimi, anche se utilizzati a fini terapeutici.
L’Agenzia delle Entrate, nella Circolare sugli oneri detraibili (Circolare n. 14/E del 2023) sottolinea chiaramente che i mangimi medicati e gli integratori, non essendo classificati come medicinali ma come prodotti alimentari, non possono beneficiare della detrazione. Questo vale tanto per l’uomo quanto per gli animali, in linea con le normative che regolano il settore farmaceutico e alimentare.