La polemica tra la Germania e la BCE si fa molto più seria, dopo le voci (parzialmente smentite dall’istituto) del possibile varo dell’“helicopter money”, una misura estrema di politica monetaria, che consisterebbe nell’erogare liquidità direttamente ai governi o ai cittadini dell’Eurozona. L’obiettivo di Francoforte resta di elevare l’inflazione verso il target (quasi del 2% annuo), non centrato ormai da 3 anni. Ma la politica monetaria del governatore Mario Draghi, che all’ultimo board di marzo ha annunciato l’acquisto sin dal mese in corso anche dei corporate bond, l’elevazione del QE da 60 a 80 miliardi mensili, il taglio ulteriore dei tassi e il varo di nuove aste Tltro dalle condizioni molto più favorevoli, sta facendo infuriare i tedeschi.

Non è una novità. Lo scollamento tra Berlino e Francoforte è avvenuto già nel 2010, quando il predecessore di Draghi, Jean-Claude Trichet, diede vita a un piano emergenziale di acquisti dei titoli di stato periferici, il cosiddetto Securities Markets Programme. Ad oggi, però, le diatribe sono rimaste confinate all’interno della stessa BCE tra la maggioranza del board e la Bundesbank, oppure hanno riguardato pezzi dell’establishment economico-finanziario tedesco.

Schaeuble attacca Draghi a muso duro

A criticare apertamente le misure di Draghi per il governo è stato sempre il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, che non da oggi chiede al governatore di porre fine alla politica dei tassi zero, ma i toni sono sempre stati misurati, così come le prese di distanze sono apparse più formali e volte a dare sfogo alle istanze di larga parte del suo partito, la CDU-CSU. Nel fine settimana, però, si è passati all’uso dell’artiglieria pesante, quando ritirando un premio consegnatogli dallo Stiftung Marktwirtschaft a Kronberg, un istituto propugnatore del libero mercato, Schauble ha rivolto critiche al vetriolo contro il numero uno della BCE, considerandolo responsabile dell’avanzata degli euro-scettici in Germania.

“Ho detto a Mario Draghi: sii orgoglioso, puoi attribuire il 50% del successo di un partito che appare nuovo (l’AfD) alla tua politica monetaria”.      

Offensiva contro bassi tassi BCE

In altre parole, i conservatori al governo sono spaventati in Germania di un possibile contraccolpo elettorale, già subito alle recenti elezioni regionali, in favore della destra euro-scettica, che pur essendo nata solamente da un paio di anni, avrebbe raggiunto le due cifre un po’ in ogni angolo del paese. Alla base delle istanze protestatarie dell’AfD ci sono la chiusura delle frontiere contro gli immigrati e una politica monetaria meno accomodante, oltre che una politica fiscale più rigorosa in tutta l’Eurozona. Da qui, la pressione crescente del governo tedesco di un rialzo dei tassi “concordato” tra le varie banche centrali del pianeta, specie tra Federal Reserve, BCE e Bank of England. Ma perché i bassi tassi sono così impopolari in Germania, persino a sinistra, tanto che il vice-cancelliere e socialdemocratico Sigmar Gabriel ha dichiarato in visita a Vienna che le politiche di Draghi colpirebbero “i piccoli”? La risposta non è difficile da immaginare: bassi tassi riducono i margini delle banche e si traducono in una tendenza calante sia degli interessi offerti ai clienti, sia dei rendimenti degli investimenti sui mercati. I risparmiatori tedeschi temono di non essere in grado, di questo passo, di accumulare sufficienti risorse per la pensione, visto che buona parte dei risparmi sono accantonato proprio per mantenersi durante la vecchiaia e attualmente rendono zero. Il governatore bavarese Horst Seehofer e leader della CSU, partito gemello della CDU della cancelliera, ha lanciato in questi giorni l’allarme sulla “povertà tra gli anziani”, chiedendo di porre fine alle politiche ultra-espansive della BCE. L’insofferenza verso Draghi è diventata così alta, che secondo il settimanale Der Spiegel, vicino ai socialdemocratici, il Ministero delle Finanze, quello che fa capo a Schaeuble, starebbe preparando un’azione legale contro Francoforte per il caso di varo dell’“helicopter money”.

     

Draghi non ha più il sostegno di Berlino

Un alto funzionario del ministero ha smentito la notizia, ma la sostanza resta intatta: Schaeuble si prepara a un’offensiva a tutto campo contro la BCE, tesa ad impedire che questa possa ulteriormente allentare la sua politica monetaria. A dire il vero, non risiedono sul piano legale i timori di Draghi, perché passerebbero anche anni, prima che si pronuncino i giudici costituzionali tedeschi prima e la Corte di Giustizia UE dopo. Il problema è di natura politica, perché come vi avevamo anticipato all’indomani della sconfitta della Merkel alle ultime elezioni in 3 Laender, è saltata la copertura di Berlino alle misure di Draghi, che con ogni probabilità a marzo ha esaurito tutte le sue munizioni, non solo sotto il profilo degli strumenti tecnicamente utilizzabili per contrastare la bassa inflazione, ma anche di quello delle misure politicamente percorribili, senza provocare una seria rottura tra i governi dell’Eurozona.