C’è stata un’emissione obbligazionaria sul mercato italiano nella giornata di ieri e ha riguardato Banco BPM, che ha raccolto 400 milioni di euro con un nuovo bond senza scadenza o perpetuo. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha attirato ordini per 3,2 miliardi, 8 volte superiori all’offerta. Si sono occupate dell’operazione Barclays e Morgan Stanley in qualità di Global Coordinators. Banca Akros, Credit Agricole, Barclays, BNP Paribas, Bank of America, Citi e Morgan Stanley hanno agito come Joint Bookrunners.
Emissione subordinata
Il bond di Banco BPM non ha alcuna scadenza ufficiale, come dicevamo. Tecnicamente, si tratta di un Additional Tier 1 (AT1) callable dopo 5 anni e mezzo.
Infatti, stacca una cedola annuale lorda del 6,25% fino alla data del 27 novembre 2030 con pagamento semestrale. A quel punto, l’istituto può avvalersi dell’esercizio della call e rimborsare il capitale agli obbligazionisti. Se non lo fa, la cedola passa da fissa a variabile e sarà pari al tasso “midswap” a 5 anni più un margine di 406,6 punti base (4,066%). Resterà fissa per i successivi 5 anni, quando sarà soggetto a ricalcolo.
Il pagamento della cedola è discrezionale e questo bond di Banco BPM, essendo subordinato, prevede anche la riduzione del valore nominale a titolo temporaneo nel caso in cui il Common Equity Tier 1 (CET1) consolidato o individuale scendesse sotto il livello minimo regolamentare del 5,125%. Tenete a mente tutti questi rischi, perché l’emissione di ieri non è per cuori deboli o risparmiatori in cerca di impiego della liquidità senza assumersi rischi anche considerevoli.
Bond Banco BPM emesso durante OPS di Unicredit
Al netto dell’imposta del 26%, la cedola fissa per i primi 5 anni e mezzo sarà del 4,625%. Essa si confronta con meno del 2,50% offerto dal BTp di pari durata. Siamo dinnanzi a un premio sostanzioso, ma per l’appunto a fronte di rischi molto differenti.
Ricordiamo che Banco BPM è sotto OPS (Offerta Pubblica di Scambio) dal 28 aprile scorso da parte di Unicredit. Ad oggi le adesioni sono state bassissime, quasi nulle. E ieri c’è stata l’indiscrezione che Andrea Orcel abbia chiesto alla Consob la sospensione dell’offerta per effetto delle condizioni poste dal governo con il “golden power”.