Abitazione principale con stanze date in affitto: come funziona l’IMU?

Affittare una stanza della propria casa può influire sull’IMU: ecco cosa sapere se l’abitazione è parzialmente locata.
3 giorni fa
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imu abitazione
Foto © Investireoggi

Il prossimo 16 giugno rappresenta una scadenza importante per i contribuenti: è infatti fissato il termine per il versamento dell’acconto IMU 2025. La seconda e ultima rata, il saldo, andrà invece versata entro il 16 dicembre. Tra le diverse casistiche che possono sorgere, una in particolare suscita dubbi e richieste di chiarimento: l’IMU sull’abitazione principale parzialmente locata.

Il caso dell’abitazione principale con una stanza in affitto

Non è raro che un contribuente decida di affittare una stanza della propria abitazione principale, ad esempio a uno studente o a un lavoratore fuorisede, continuando comunque a risiedere nello stesso immobile con la propria famiglia.

In questo scenario, l’immobile mantiene la sua destinazione principale come abitazione del proprietario, ma una parte è utilizzata a fini locativi. Da qui nasce l’interrogativo: è ancora possibile beneficiare dell’esenzione IMU?

L’esenzione IMU per l’abitazione principale

Anche per l’anno 2025, l’IMU non è dovuta sugli immobili utilizzati come abitazione principale dal contribuente e dal suo nucleo familiare, a condizione che tali immobili non appartengano a categorie catastali di pregio. Più precisamente, le categorie catastali ammesse all’esenzione IMU sono: A/2, A/3, A/4, A/5, A/6 e A/7, tutte considerate ordinarie e non di lusso.

La normativa esonera anche le pertinenze dell’abitazione principale, ma con un limite quantitativo: massimo tre pertinenze, ciascuna riconducibile a una delle categorie catastali C/2 (magazzini e locali di deposito), C/6 (autorimesse) e C/7 (tettoie). Pertinenze che, però, devono essere funzionalmente legate all’abitazione principale e accatastate separatamente.

Le abitazioni di lusso restano escluse

Non tutte le abitazioni principali possono però beneficiare di questa esenzione.

Restano, infatti, soggette all’IMU quelle appartenenti a categorie catastali di lusso: A/1 (abitazioni signorili), A/8 (ville) e A/9 (castelli e palazzi di pregio artistico o storico).

Anche in questo caso, eventuali pertinenze mantengono lo stesso limite numerico e devono rientrare nelle medesime categorie categorie (C/2, C/6, C/7), ma non danno diritto a un’esenzione.

L’incertezza normativa sulla locazione parziale

La normativa vigente non fornisce un’esplicita regolamentazione per il caso in cui l’abitazione principale venga parzialmente destinata alla locazione. Tuttavia, si può fare riferimento a un orientamento interpretativo contenuto nella FAQ n. 12 del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) del 20 gennaio 2016, ancora considerato valido nonostante la riforma IMU del 2020.

Secondo quanto chiarito in quella sede, l’immobile che continua a essere prevalentemente utilizzato come dimora abituale del contribuente e della sua famiglia mantiene lo status di abitazione principale. Anche se una parte è affittata a terzi. Questo significa che l’esenzione IMU può continuare ad applicarsi anche in presenza di una locazione parziale, purché:

  • la destinazione principale dell’immobile resti l’abitazione del proprietario;
  • l’immobile appartenga a una categoria catastale ordinaria (non di lusso);
  • la parte locata sia limitata rispetto alla superficie complessiva dell’immobile.

Il principio della prevalenza dell’uso abitativo

Il fulcro interpretativo risiede nel concetto di prevalenza d’uso: se l’immobile è utilizzato in misura maggiore come abitazione del proprietario e non come fonte di reddito da locazione, l’agevolazione IMU resta applicabile.

Questo principio, pur non esplicitato nella nuova formulazione normativa, rappresenta un riferimento utile per i contribuenti che si trovano in situazioni simili.

Non vi è pertanto una modifica sostanziale rispetto al passato: la parziale concessione in affitto di una porzione dell’abitazione principale non comporta la perdita automatica dell’esenzione IMU, purché l’uso come residenza prevalga e le altre condizioni siano rispettate.

IMU abitazione principale parzialmente locata: subbi risolti, attenzione ai dettagli

È importante sottolineare che ogni situazione va valutata nel dettaglio. La superficie affittata, la durata del contratto, il rapporto tra spazi in uso al proprietario e spazi concessi in locazione sono tutti elementi che possono incidere sull’interpretazione dell’uso prevalente. In presenza di situazioni borderline, è consigliabile consultare il regolamento comunale o rivolgersi direttamente all’ufficio tributi del proprio Comune.

Infatti, sebbene la norma nazionale fornisca le linee guida generali, i Comuni possono adottare regolamenti più restrittivi o introdurre specifiche disposizioni interpretative locali.

Riassumendo

  • L’IMU 2025 non è dovuta sull’abitazione principale non di lusso.
  • Anche con locazione parziale, l’esenzione IMU può restare valida.
  • Serve che l’immobile sia usato prevalentemente come dimora del proprietario.
  • Le pertinenze sono esenti entro i limiti di tre e categorie specifiche.
  • Gli immobili di lusso restano sempre soggetti a IMU.
  • È utile verificare eventuali regole comunali particolari.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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