La notizia è ufficiale: la SPAL non parteciperà al prossimo campionato di Serie C. La squadra di Ferrara, retrocessa lo scorso anno dalla Serie B, non è riuscita a completare l’iscrizione alla terza serie del calcio italiano. Un colpo durissimo per una piazza storica che, fino a pochi anni fa, calcava i campi della Serie A. La comunicazione è arrivata nella mattinata di sabato 8 giugno, con il club che ha ammesso di non aver presentato la documentazione necessaria nei tempi previsti dalla Federazione. Questo implica, salvo miracoli o ripescaggi, la scomparsa della SPAL dal calcio professionistico.
La Spal non ce la fa
Dietro la mancata iscrizione non ci sono solo questioni burocratiche, ma soprattutto problemi finanziari.
Il presidente Joe Tacopina, già noto per le sue esperienze con Roma, Bologna e Venezia, ha provato fino all’ultimo a trovare un acquirente o nuovi soci, ma senza successo. In una nota ufficiale, la società ha spiegato che “nonostante gli sforzi compiuti nelle ultime settimane, non è stato possibile garantire la sostenibilità economica necessaria per rispettare gli obblighi dell’iscrizione”. Si tratta di una dichiarazione che conferma la gravità delle difficoltà interne, acuite da una gestione sportiva fallimentare negli ultimi due anni.
Dal punto di vista economico, l’esclusione della SPAL dalla Serie C rappresenta un danno rilevante non solo per il club, ma anche per l’intera economia cittadina. Il fallimento sportivo comporta la perdita di numerose entrate, tra cui i diritti televisivi, gli sponsor e gli incassi da botteghino. Si stima che una stagione in Serie C possa portare nelle casse societarie fino a 2-3 milioni di euro, cifra che ora verrà totalmente a mancare.
Inoltre, la mancata iscrizione potrebbe comportare la rescissione automatica di contratti e la cessione a parametro zero di giocatori di proprietà, generando un’ulteriore perdita patrimoniale. Il tessuto imprenditoriale locale, che spesso ruota attorno alla visibilità offerta dalla squadra, rischia anch’esso di risentire negativamente della situazione.
Spal verso i dilettanti?
I tifosi, che già da mesi manifestavano malcontento per la gestione Tacopina, hanno accolto la notizia con sgomento e rabbia. Il rischio concreto è che il club venga costretto a ripartire dai dilettanti, ipotesi già ventilata da alcune voci interne alla società. In tal caso, sarebbe necessario un nuovo assetto dirigenziale e, probabilmente, anche un cambio di denominazione. L’esperienza insegna che risalire dai dilettanti richiede tempo, stabilità finanziaria e un forte legame con il territorio.
Proprio quest’ultimo elemento potrebbe rappresentare la chiave per la rinascita della SPAL, che ha una storia centenaria e una tifoseria tra le più appassionate d’Italia. Il fallimento dell’iscrizione è dunque solo la punta dell’iceberg di una crisi profonda, che coinvolge piani sportivi, societari ed economici. Ora resta da capire quale sarà il futuro del club: se ci sarà un nuovo progetto o se si assisterà, tristemente, alla fine definitiva della SPAL come entità calcistica professionale.
I punti più importanti.
- La SPAL non si è iscritta alla Serie C, segnando l’uscita dal calcio professionistico.
- Alla base della mancata iscrizione ci sono gravi problemi economici e gestionali.
- Il club rischia di ripartire dai dilettanti, con forti ripercussioni anche sull’economia locale.