Seduta senza grosse indicazioni dal mercato obbligazionario. Il rendimento decennale anche oggi continua ad aggirarsi attorno al 3,50%. In mattinata, superava tale soglia e mentre scriviamo si attesta al di sotto di essa. Lo spread con i Bund a 10 anni resta poco variato, sempre in area 95 punti base. E’ interessante notare che le notizie allarmanti sulla guerra diretta tra Israele e Iran non abbiano scalfito più di tanto i nostri titoli di stato, il cui differenziale con i tedeschi si è ampliato fino a un massimo di 98 punti.
Ricchezza liquida ancora disponibile
Un rendimento decennale ancora a questi livelli può considerarsi un’opportunità d’investimento per i risparmiatori.
Dai dati sulla ricchezza finanziaria delle famiglie, scopriamo che nel 2024 essa ammontava a più di 6.000 miliardi e che un quarto risultava liquida. Esistono, pertanto, ulteriori margini per impiegare i risparmi prima che i rendimenti riprendano eventualmente la discesa.
Nono taglio dei tassi non escluso
In queste ultime sedute, due notizie hanno arrestato il trend calante. La prima è la pausa sui tassi di interesse che molto probabilmente la Banca Centrale Europea (BCE) si prenderà a luglio e chissà se non anche a settembre. La seconda è per l’appunto la guerra, che rischia di surriscaldare le aspettative d’inflazione per effetto del rialzo delle quotazioni petrolifere. Queste sono schizzate da meno di 65 a un massimo di 75 dollari al barile.
Per il momento il mercato sconta al 75% le probabilità di un nono taglio dei tassi BCE entro l’anno. I rendimenti a medio-breve termine in Germania confermano tale aspettativa, pur segnalando uno scenario più incerto nelle ultime sedute. Il rendimento decennale non segue pedissequamente il trend dei tassi, riflettendo più che altro le aspettative d’inflazione e il clima attorno ai conti pubblici.
Tuttavia, va da sé che se la BCE tagliasse i tassi ancora una volta, lo farebbe in un contesto di stabilità dei prezzi centrato dopo anni. E questo si rifletterebbe sul tratto lungo della curva dei tassi.
Rendimento decennale in calo meno dei tassi BCE
Da quando la BCE ha iniziato a tagliare i tassi un anno fa, il rendimento decennale è diminuito di appena mezzo punto percentuale contro i -200 punti base o 2% di riduzione del costo del denaro. Vero è che rispetto all’apice di ottobre 2023, la discesa segna -150 punti o 1,50%. Sembra, quindi, che anche a tassi invariati vi sia un qualche margine per un calo dei rendimenti sul tratto lungo. A maggior ragione se lo spread dovesse stringere di un’altra ventina di punti, come prevedono analisti del calibro di Goldman Sachs.
Ad oggi i guadagni in poco tempo sono stati interessanti. Il rendimento decennale offerto dal BTp agosto 2035 con cedola 3,65% (ISIN: IT0005631590) è crollato di mezzo punto percentuale dai massimi di tre mesi fa. La quotazione è salita del 4,6%, a cui si aggiunge la cedola maturata nel periodo per oltre lo 0,90% del capitale nominale investito. In tutto, il 5,5% complessivo.