Prospettive di pensionamento nati negli anni 70, 80 e 90, cosa accadrà?

Quali sono le prospettive di pensionamento per i lavoratori nati negli anni 70, 80 e 90? Sicuramente nulla di buono all'orizzonte, ecco perché e cosa accadrà.
1 mese fa
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futuro pensioni e prospettive
Foto © Pixabay

Il governo bloccherà l’aumento dei requisiti per le pensioni che dovrebbe arrivare nel 2027. Al momento l’ipotesi più probabile è questa. Perché chi rischiava di finire dell’inasprimento, perché per esempio completava i 67 anni di età nel 2027, potrebbe essere salvaguardato. E riuscirà ad andare in pensione nel 2027 con le stesse regole di chi in pensione ci va oggi. Ma anche se il governo riuscirà in questa autentica impresa, c’è poco da sorridere. Perché gioco forza, prima o poi i requisiti per le pensioni torneranno a salire. E non parliamo solo di pensioni di vecchiaia e di 67 anni di età. Parliamo anche delle pensioni anticipate e perfino di una misura assistenziale come lo è l’Assegno Sociale.

E sono nere le prospettive di pensionamento per i nati negli anni 70, 80 e 90.

Prospettive di pensionamento nati negli anni 70, 80 e 90, cosa accadrà?

Oggi il fatto che l’ISTAT ha certificato un aumento della stima di vita della popolazione di circa 7 mesi, è ammortizzato in materia previdenziale da ciò che era accaduto con la pandemia da coronavirus. Perché in quella fase scese di 4 mesi la stima di vita della popolazione nostrana. Ma per un particolare e forse “perverso” meccanismo, quando la stima di vita della popolazione cala, non tornano indietro i requisiti per le pensioni.

I mesi persi serviranno a contenere gli aumenti futuri. Come è stato previsto per il 2027, che da 7 mesi scende a 3 mesi, perché secondo i dati le pensioni dovrebbero salire di 3 mesi nel 2027. Ma come detto il governo potrebbe intervenire.
Ma questo non vuol dire che si può intervenire sempre anche in futuro. Il meccanismo prevede aggiornamenti biennali.

Ma non solo per i requisiti delle pensioni, bensì anche per il calcolo delle pensioni.

L’aspettativa di vita mette in pericolo le prospettive di pensionamento per i nati negli anni 70, 80 e 90, ecco cosa accadrà?

Sempre l’aspettativa di vita della popolazione è il fattore di discrimine. Cioè il fattore da cui tutto parte. Ogni due anni in base all’andamento di questi dati, i requisiti per le pensioni vengono aggiornati. E come detto, solo in crescita, perché se i dati calano e si vive di meno, non si torna ai requisiti previgenti. Il trend di questi ultimi anni è in crescendo. Si vive più a lungo. E l’INPS non si può permettere di pagare le pensioni per più tempo ai titolari dei trattamenti.

Tutto questo lascia presagire che di 2 o 3 mesi per volta, ogni due anni, dai 67 anni di età odierni si salirà sempre più. Se i conti sono questi, ogni 10 anni si potrebbe salire di 15 mesi. Per esempio, se nel 2027 si andrà in pensione con 67 anni è facile ipotizzare che nel 2037 ci vorrebbero 68 anni e 3 mesi. E nel 2047 69 anni e 6 mesi. Prospettive non certo felici per i nati negli anni 70, 80 o 90 che in pensione ci andranno in futuro.

Pure il calcolo delle pensioni finirà con l’essere penalizzante.

Le prospettive previdenziali per chi è nato negli anni prima citati però sono nere anche per un altro aspetto.

E sempre collegato alle aspettative di vita degli italiani. I coefficienti che si utilizzano per trasformare ciò che è stato versato in pensione, si aggiornano come i requisiti. Ed a carattere biennale.

Significa che man mano che passano gli anni, a parità di montante e di età di uscita la pensione liquidata dall’INPS è sempre più bassa. Significa che non solo si andrà in pensione sempre più tardi. Ma anche che si prenderanno pensioni sempre più basse. E sempre per la solita storia che vivendo di più le persone l’INPS rischia di pagare troppo e non può permetterselo.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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