La lettera firmata dal cancelliere tedesco Friedrich Merz e datata 26 maggio scorso, pur resa nota solo in questi giorni, è stata una batosta per Andrea Orcel. Il CEO di Unicredit ha avuto conferma circa il rischio che le operazioni lanciate negli ultimi mesi in patria e all’estero rischino di concludersi tutte con un clamoroso – e, a quel punto, rumoroso – insuccesso. Merz ha scritto al presidente del consiglio aziendale di Commerzbank, Sascha Uebel, che ha pubblicato la missiva sul suo profilo LinkedIn. In essa c’è l’impegno di mantenere “Commerzbank forte e indipendente”, giudicando “inaccettabili” le modalità ostili con cui la banca italiana è entrata nel capitale della tedesca con un blitz a sorpresa. Ha ribadito la necessità di preservare l’occupazione in Germania e il credito al “Mittelstand”, il ceto medio teutonico.
Operazioni Unicredit in impasse
Orcel ha replicato indirettamente nelle scorse ore, sostenendo che “entro fine mese” Unicredit potrebbe finalmente ottenere l’autorizzazione per salire “fino al 30%” di Commerzbank. Detiene già quella percentuale, ma direttamente il 10% e tramite contratti derivati quasi un altro 20%. Sul fronte interno giudica “al 20%” le probabilità che l’Offerta Pubblica di Scambio (OPS) su Banco BPM si concluda positivamente. E’ stata sospesa per un mese dalla CONSOB, al fine di consentirgli di trattare con il governo sul “golden power”. Ad oggi non si registrano novità significative.
Le operazioni di Unicredit lanciate nei mesi scorsi da Orcel rischiano la debacle interna e all’estero. Sarebbe rovinoso per l’immagine del CEO, quasi acclamato come il potenziale “Jamie Dimon d’Europa”. Le sue ambizioni rischiano di schiantarsi contro la politica italiana e tedesca.
E per questo ci s’interroga negli ambienti finanziari sulle sue possibili contromosse. Non è con le carte bollate contro il decreto del governo Meloni che potrà sbloccare l’impasse e rimescolare le carte. E già si guarda all’assemblea dei soci di Mediobanca di lunedì 16 giugno, chiamata ad approvare l’OPS rivolta a Banca Generali.
Assemblea Mediobanca decisiva per risiko bancario
Il capitale presente dovrebbe superare l’80% del totale, segnando un record nella storia di Piazzetta Cuccia. Si vocifera che Francesco Gaetano Caltagirone, che guida il fronte dei contrari, sarebbe salito al 10%. Di più non può, dovendo richiedere l’autorizzazione alla Banca Centrale Europea. Il suo alleato in Monte Paschi e Generali, la holding Delfin della famiglia Del Vecchio, detiene poco meno del 20%. Non si è ancora espresso sulla bontà dell’operazione. Qualche rumor sostiene che sarebbe entrata nel capitale anche Unicredit, che già nei mesi scorsi aveva rastrellato il 6,59% di Generali, votando contro la lista del CDA.
Possibile contrattacco di Orcel su Mediobanca-Generali?
Se le operazioni in corso di Unicredit rischiano il naufragio, bisogna correre ai ripari. Orcel ha bisogno di uscire dal guado. Starebbe puntando le attenzioni proprio su Mediobanca-Generali. Difficile immaginare, però, che si accontenti di partecipare all’assemblea di giorno 16 da una posizione marginale, a meno che non fosse convinto che la sua quota si riveli determinante. Al momento, la sua OPS su Banco BPM risulta a sconto di quasi il 5% rispetto ai valori di mercato. Lo stesso dicasi per l’OPS di Monte Paschi su Mediobanca per quasi il 7%.
Viceversa, l’OPS di Mediobanca su Banca Generali è per il momento a premio del 5,5%.
L’eventuale via libera dell’assemblea ad Alberto Nagel farebbe salire il prezzo di Mediobanca, rendendo più onerosa e difficile la scalata di Siena. A quel punto, Orcel cosa farebbe? Restare a guardare non è più un’opzione. Venendo meno il buon esito dell’OPS su Banco BPM, dovrà inventarsi qualcosa senza commettere gli errori di questi mesi. La sua irruzione su Piazza Meda nel bel mezzo del tentativo del Tesoro di orchestrare la nascita di un terzo polo bancario ha indisposto l’esecutivo. A quanto pare, la suscettibilità non è stata un’esclusiva italiana. I tedeschi l’hanno presa anche peggio, trattandosi di una scalata ostile da parte di un soggetto straniero.
Rilancio operazioni Unicredit passando per MPS?
Le operazioni di Unicredit troverebbero rilancio con l’ingresso nel capitale di Mediobanca, magari post-assemblea? E cosa accadrebbe a Generali. La quota di Piazzetta Cuccia del 13,10% si azzererebbe con l’adesione totale all’OPS su Banca Generali. Davvero Orcel punterebbe a prendersi quello che fu il salotto buono della finanza italiana privo del suo asset più pregiato? E su cosa sta vertendo davvero l’interlocuzione con il governo di queste settimane? Che magari il CEO non ci ripensi e torni a puntare su Monte Paschi, sostenendo l'”assalto” nei confronti di Mediobanca per ottenere il via libera su Banco BPM?