C’è chi pensa che dal taglio dei parlamentari il Paese non trovi giovamento. Niente di più falso messo in circolazione ad arte dalla casta politica, disposta a qualsiasi cosa pur di rimanere attaccata alla poltrona.

Ogni legislatura ci costa 1,6 miliardi di euro, mediamente 30 euro a testa, includendo anche i neonati. Cifre enormi, soldi spesso buttati per ingrassare qualcuno a scapito di molti. Chi fa veramente politica, non lo fa nelle aule parlamentari e magari non è nemmeno pagato. Tanto vale tagliare i posti: uno ogni tre.

Risparmieremo più di 500 milioni di euro.

Se poi si va a vedere chi in passato ha ricoperto il ruolo di deputato o senatore, viene da mettersi le mani nei capelli. Persone e personaggi che nulla hanno a che fare con la politica. Ma che grazie alla loro fama hanno permesso a questo o quel partito di raccogliere voti altrimenti irraggiungibili. Poi, una volta eletti, sono relegati a obbedire agli ordini che arrivano dalle segreterie di partito o dai gruppi di pressione.

In Parlamento c’è posto per tutti

In parlamento c’è posto per tutti e ognuno ha diritto di candidarsi. Gianni Rivera, il noto campione di calcio, è stato eletto in quattro legislature alla Camera dei deputati e dal 2005 al 2009 perfino al Parlamento europeo. Manuela Di Centa, la campionessa di sci, ha ricoperto il ruolo di deputata dal 2006 al 2013. Valentina Vezzali, campionessa olimpica di scherma l’ha seguita dal 2013 al 2018. Insieme a Josefa idem, campionessa di canoa, che ha trovato posto in Senato nella stessa legislatura.

Ma soprattutto Ilona Staller (in arte “Cicciolina”), la pornostar diventata deputata della Repubblica alla fine degli anni Ottanta, diventata “onorevole” con tanto di imbarazzo e compiacimento da parte dei colleghi. Seguì Moana Pozzi che prese più voti rappresentando degnamente il partito dell’Amore. Ma se andiamo indietro nel tempo troviamo anche poeti, pittori, presentatori Tv, deejay e chi più ne ha più ne metta.

Tutte rispettabili celebrità che, però, con la politica non hanno nulla a che vedere. Sono state messe lì solo per coreografia e spingere un bottone sui banchi. Magari anche per conto di qualcun altro assente. A spese dei contribuenti, naturalmente.

Taglio dei parlamentari per tornare alla decenza

Ma, a questo punto la domanda è: siamo proprio sicuri che sia così importante per il Paese mantenere un così elevato numero di parlamentari? Al punto che per riempire gli spazi si chiamino in causa personaggi che con la politica non hanno nulla a che fare? Ne va del rispetto nei confronti degli elettori e di chi paga ogni giorno con le proprie tasse paga i loro stipendi. Viene in mente, non a caso, l’imperatore romano Caligola quando – secondo la leggenda – fece nominare senatore il proprio cavallo, in sprezzo al popolo romano. La politica dovrebbe essere un’arte nobile e ben referenziata, ma è completamente decaduta nel tempo.E lo si vede da chi spinge per mantenere le cose come stanno, per non cambiare ciò che si è rotto da anni.

Troppi parlamentari super pagati

La classe politica italiana è fra le più ricche del mondo. Stiamo parlando di soldi pubblici, di stipendi che arrivano tranquillamente a 17.000 euro al mese fra retribuzioni, diarie e rimborsi (naturalmente gonfiati). Roba che fa rabbrividire e indignare famiglie che campano ogni giorno con meno di un decimo di quello che percepiscono deputati e senatori.

E che dire delle pensioni? Le pensioni medie del personale della Camera e del Senato (complessivamente 7.200 assegni) oscillano intorno ai 58-59 mila euro lordi all’anno, cioè 4.800-4.900 euro al mese.

Più variati, invece, i vitalizi degli ex parlamentari (851 diretti e 444 di reversibilità al Senato, 1.020 diretti e 520 di reversibilità alla Camera) poiché dipendono dal numero di legislature svolte.

Tuttavia, in media, l’importo erogato è di 70 mila euro per i vitalizi diretti e di 37 mila per quelli di reversibilità. In tutto, sono circa 2.700 vitalizi che ci costano 200 milioni all’anno.

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