Bond Unicredit dual tranche a 6 e 10 anni, ecco le condizioni dell’emissione di ieri

Unicredit ha proceduto nella giornata di ieri all'emissione di un bond dual tranche senior preferred della durata di 6 e 10 anni.
2 settimane fa
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Emissione bond junior di Unicredit
Emissione bond junior di Unicredit © Licenza Creative Commons

Nella giornata di ieri, martedì 3 giugno, Unicredit ha proceduto all’emissione di un bond dual tranche senior preferred per l’importo complessivo di 2 miliardi di euro, equamente suddiviso. Le richieste sono state pari a 5,8 miliardi, di cui 3,3 rivolte alla prima tranche e 2,5 alla seconda. Le condizioni offerte sono risultate migliori dal punto di vista dell’emittente, rispetto alle previsioni iniziali. Vediamole nel dettaglio.

Condizioni del dual tranche

La prima tranche oggetto di emissione riguarda un bond Unicredit con scadenza 10 giugno 2031, per cui della durata di 6 anni. Tuttavia, la banca si riserva la facoltà di rimborsare il capitale già al quinto anno e alla pari (100).

La cedola è fissa e pari al 3,10% lordo annuale, mentre il prezzo di re-offer è stato fissato a 99,90 centesimi. Qualora la banca non esercitasse la call al termine del quinto anno, la cedola diverrebbe variabile fino alla scadenza e pari all’Euribor a 3 mesi più uno spread di 95 punti base o 0,95%. Dunque, stiamo parlando di un’obbligazione “fixed-to-floating”.

E veniamo alla seconda tranche. Essa riguarda la scadenza del 10 giugno 2035, dunque della durata di 10 anni. La cedola è stata fissata al 3,725% lordo annuale e il prezzo di re-offer è risultato di 99,811 centesimi. Pertanto, il rendimento iniziale alla scadenza è del 3,92%. I  entrambi i casi, il premio offerto rispetto al corrispondente tasso “midswap” è stato inferiore alle previsioni iniziali.

Emissione bond Unicredit, quali rischi

Riepilogando, l’emissione del bond Unicredit ha riguardato una tranche a 6 anni con tasso fisso per 5 anni e trasformato in variabile nel caso di mancato esercizio della call per il sesto e ultimo anno; l’altra tranche è a tasso fisso e della durata certa di 10 anni.

Chi acquista la prima, si assume un rischio legato all’andamento dei tassi, pur limitato dal fatto che la call avverrebbe appena un anno prima della scadenza. Lo stesso dicasi in merito proprio all’esercizio della call. La tranche a 10 anni non pone rischi in tal senso, essendo la cedola fissa fino alla scadenza. Per contro l’investitore si assume un maggiore rischio legato alla quotazione per il caso volesse rivendere sul mercato. La più lunga duration espone ad una maggiore volatilità sul secondario.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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