E alla fine del giorno, la cura si rivelerà peggiore della malattia. Mai nella storia si era visto un coordinamento dalla portata così espansiva tra governi e banche centrali, con l’intento di alluvionare i mercati finanziari e quelli reali di liquidità. La Federal Reserve sta pompando dollari a un ritmo di 125 miliardi al giorno, la BCE ha varato stimoli monetari per 870 miliardi di euro e che si vanno ad aggiungere ai già 20 miliardi mensili varati agli sgoccioli dell’era Draghi.

E che dire della Banca del Giappone, che ormai detiene quasi la metà del debito pubblico nipponico e che ancora ipotizza di aumentare gli acquisti?

Dal canto loro, abbiamo un governo americano che ha appena trovato un accordo con il Congresso per varare un piano emergenziale di sostegno all’economia da 2.000 miliardi, mentre la Germania cerca di rispondere alla crisi con 750 miliardi, il 20% del pil tedesco. Ovunque, è ormai corsa a chi offre di più. Certo, nel caso di Berlino esistono gli spazi di manovra per attuare un simile piano straordinario, grazie ad anni di cospicui risparmi, che hanno ridotto persino in valore assoluto l’entità del debito pubblico.

Ma che la situazione sia del tutto sfuggita di mano lo conferma il fatto che ormai nemmeno i rendimenti negativi bastino più a tenere a galla l’economia e i debiti accumulati e non sembra ipotizzabile nemmeno prestare denaro a interessi zero. Siamo al ribaltamento dei ruoli: chi presta denaro deve pagare chi lo riceve. Questa assurdità, che non ha alcun significato economico, tranne che non si fosse in deflazione, è sorta dopo l’allentamento monetario globale seguito alla crisi finanziaria del 2008. Da allora, le banche centrali, a partire dalla Federal Reserve, si sono avventurate in quelle che hanno definito misure non ortodosse e che, in teoria, avrebbero dovuto durare poco, giusto il tempo di ripristinare un po’ di calma sui mercati.

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La droga monetaria

Invece, come qualcuno aveva avvertito a suo tempo, se dai la droga al mercato, non puoi pensare di sottrargliela quando ritieni opportuno. Né basterà sostituirla con il metadone, alias bassi tassi d’interesse, negativi in termini reali. L’America, pur in piena crescita dell’economia, non si è potuta permettere di alzare i tassi al di sopra del tasso d’inflazione, che i mercati stavano andando nel panico e la Fed, approfittando del rimprovero della Casa Bianca, ha fatto marcia indietro, arrivando un anno più tardi a ri-azzerarli. La BCE non ci aveva neanche provato e quando ha resistito alle richieste per un ulteriore taglio dei già negativi tassi overnight all’ultimo board, le borse europee hanno reagito con la loro peggiore seduta di sempre.

Siamo entrati allegramente nell’era del cosiddetto “helicopter money” e mai immagine fu più profetica ed evocativa di quanto stia per avvenire. Le banche centrali stanno inondando i mercati di moneta creata dal nulla, finalmente pacificandosi con le chiacchiere da bar, dove tra una birra e l’altra non si era capito ad oggi perché mai lo stato non stampi moneta quando deve finanziare una spesa. Senonché, la “Modern Monetary Theory” (MMT) dà perfettamente ragione a questo dubbio popolare, sostenendo che non siano le tasse a finanziare la spesa pubblica e che, semmai, queste sarebbero un di più che lo stato incasserebbe per non surriscaldare troppo l’economia.

Non sarà un ‘helicopter money’ a salvarci dalla recessione

Moneta, non le tasse, per finanziare la spesa pubblica

Secondo questa teoria post-keynesiana e che sta nei fatti prendendo piede tra i governi e le stesse banche centrali, lo stato non avrebbe nemmeno bisogno di indebitarsi, chiedendo soldi ai creditori privati, perché già dispone di una stamperia per fabbricarsi tutta la moneta di cui ha bisogno.

Il pagamento delle tasse servirebbe essenzialmente a fare circolare tale moneta. Assurdo che possa apparire, questa stramba ideologia del denaro illimitato e sempre prontamente disponibile sta sostituendo progressivamente l’idea per la quale sarebbe la produzione di beni e servizi alla base della ricchezza di una nazione. E la moneta avrebbe semplicemente la funzione di consentire gli scambi e, pertanto, la sua quantità deve seguire necessariamente le variazioni della produzione, ossia del pil.

Alla base dell’helicopter money c’è un ragionamento solo apparentemente confortante per quanti pensino che la MMT risponda maggiormente alle esigenze delle classi sociali più deboli. In realtà, questa teoria distrugge le basi non solo dell’economia, bensì della stessa convivenza civile pacifica, smantellando l’assunto per cui per vivere bisogna lavorare, punendo la stessa idea di risparmio, ossia di sacrificio, e deresponsabilizzando totalmente i governi, non più costretti a scegliere tra una lista di priorità. Poiché la moneta è sempre disponibile per tutti, si può al contempo spendere senza limiti e tenere basse le tasse, accontentando ricchi, poveri e nullafacenti.

Per quale assurdo motivo dovrei accettare di lavorare, se posso sempre beneficiare di una spesa pubblica illimitata e che mi consente di godere di beni e servizi senza compiere sacrifici, grazie allo stampa-stampa della banca centrale? E per quale altrettanto assurdo motivo dovrebbe esistere la stessa idea di impresa, visto che già lo stato avrebbe i mezzi per provvedere a tutto senza nulla pretendere in cambio? Ma è evidente che se nessuno lavorasse e producesse qualcosa, non ci sarebbero beni e servizi da scambiare. A quel punto, la moneta non avrebbe alcun valore, perché non riuscirebbe a comprare alcunché. Dunque, è la ricchezza reale a dare valore alla moneta.

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Ci stiamo imbarcando sul Titanic

Ora, sul piano prettamente “ideologico” quasi nessuno crede a sciocchezze come la MMT, almeno non tra i ranghi dei governi e negli istituti centrali.

Ma l’idea viene carezzata per la disperazione di chi sa di averla fatta grossa in anni, se non decenni, di insana gestione della politica monetaria e adesso cerca di vendere aria fritta per strizzare l’occhio alla finanza e all’uomo della strada con un’operazione simpatia tesa a limitare un clima da Norimberga quando il castello di carte crollerà miseramente. A ogni crisi, le banche centrali stanno rispondendo esasperando la portata degli interventi rispetto alla volta precedente. Non esistono più limiti, nemmeno di pensiero, alle loro azioni. Stanno acquistando di tutto, premiando anche quanti andrebbero lasciati fallire, evitando che si faccia pulizia sul mercato.

Invece, è finita che anche il debito delle imprese e dei governi che avevano agito irresponsabilmente venga acquistato illimitatamente dagli istituti con la scusa di dover sostenere le aspettative d’inflazione, perpetuando non solo un modello comportamentale sbagliato – il famoso “azzardo morale” – ma anche la bassa crescita dell’economia, visto che stanno restando in piedi banche, aziende e persino governi dalla conclamata inefficienza. E diffidate da chi vi spiega che la MMT sia stata validata dalla realtà sull’osservazione che un decennio di liquidità a pioggia iniettata sui mercati non abbia alimentato alcuna spirale inflazionistica. Eh, no! Semplicemente, quella liquidità non è affluita sul mercato reale, restando confinata alla sfera finanziaria, dove i prezzi di azioni e obbligazioni sono letteralmente esplosi. E anche questa è inflazione, anche se non viene percepita al momento in cui si compra il pane, il latte o si va dal parrucchiere.

Anzi, proprio questa inflazione galoppante degli assets finanziari, che in gergo prende il nome di “bolla”, sta spingendo le banche ad esportarla sul mercato di beni e servizi nel tentativo disperato di evitare l’implosione dei prezzi, le cui conseguenze sarebbero disastrose per lo stesso uomo comune, in qualità di risparmiatore, investitore, lavoratore e contribuente. Vi spiegheranno che per decenni abbiamo sbagliato tutto, che l’idea di tenere i bilanci pubblici ordinati fosse frutto di una follia ideologica ingiustificata e classista, che il denaro vada prestato gratis e che i governi non siano tenuti a indebitarsi, potendo spendere senza limiti e senza dare nemmeno conto a nessuno. E quello sarà il segnale che ci siamo imbarcati su un Titanic con biglietto di sola andata, perché per il ritorno non ci sarà bisogno.

L’onnipotenza delle banche centrali raggiungerà l’apice con la prossima crisi 

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