E’ Karol Nawrocki il nuovo presidente della Polonia, che al secondo turno di domenica ha conquistato il 50,89% contro il 49,11% dello sfidante di centro-destra e sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski. Anche il prossimo capo dello stato sarà un “sovranista” sostenuto da PiS, il partito conservatore in rotta di collisione da anni con l’Unione Europea sullo stato di diritto. Succederà ad Andrzej Duda, al termine del suo secondo mandato e ultimo per la Costituzione. I bond sovrani della Polonia hanno reagito all’esito con rendimenti in crescita sia per le emissioni in valuta locale che per quelle in euro e dollari.
Rendimenti e spread in lieve risalita
Il decennale in zloty offre al momento quasi il 5,50% contro il 5,35% di venerdì scorso. La stessa scadenza in euro rende intorno al 3,50%, a premio di poco più di 100 punti base sul Bund a 10 anni. Lo spread a 5 anni in euro si attesta attualmente a 82 punti base, con il bond della Polonia al 2,88% al termine della seduta di ieri.
Facciamo una breve analisi sui bond della Polonia in questa nuova fase politica. L’esito elettorale è stato un duro colpo per Bruxelles, che puntava sulla vittoria del candidato filo-UE e che avrebbe garantito sostegno al governo di Donald Tusk, in carica dall’autunno del 2023. Questi ha richiesto il voto di fiducia al Sejm, la Camera bassa, per capire se dispone ancora di una maggioranza parlamentare. Nawrocki potrebbe anche portare il Paese alle elezioni anticipate, così da riportare al governo la destra euroscettica.
Scontro Varsavia-Bruxelles da anni
Ci sono rischi specifici per i bond della Polonia? Come detto, già oggi il capo dello stato è un “sovranista”.
Lo scontro con la Commissione non è nuovo, anzi si protrae da anni. Ed è essenzialmente politico. I conservatori polacchi non appoggiano le politiche comunitarie, tra cui il Green Deal e la linea filo-Lgbt. Da cui gli screzi che sfociano in scontri roboanti sul piano verbale, anche se di scarso significato pratico. Il principale rischio per Varsavia sarebbe perdere l’accesso ai fondi comunitari, ancora determinanti per lo sviluppo dell’economia orientale.
Lo scorso anno, solo a seguito della vittoria di misura di Tusk l’UE sbloccò i 137 miliardi di euro del PNRR in favore della Polonia. Erano stati congelati proprio sulle preoccupazioni della prima in merito allo stato di diritto. I timori del mercato non sono, quindi, infondati. Una nuova fase di scontro con Bruxelles e/o di incertezza politica interna può danneggiare la percezione del rischio sovrano. In ogni caso, bisogna sempre attenersi ai fondamentali macroeconomici. Il debito pubblico nel 2024 era al 55% del Pil e il deficit al 6,6%. Preoccupa il secondo, che quest’anno scenderebbe solo al 6,4%.
Bond Polonia garantiti da riserve elevate
Serve una fase di risanamento fiscale, che rischia di diventare più complicata tra elezioni anticipate e divisioni all’interno della stessa maggioranza di governo. I bond della Polonia in euro e dollari sono di fatto garantiti dalle riserve valutarie, che ad aprile ammontavano a 242 miliardi di dollari. Esse corrispondevano a circa 7,6 mesi di importazioni, più che sufficienti nel medio termine. Saldi correnti e commerciali negativi accendono i fari sul tasso di cambio, ad oggi abbastanza stabile contro l’euro.
Medio-alti i rating: A- per S&P, A+ per Fitch e A2 per Moody’s. In tutti e tre i casi l’outlook è “stabile”. Il rischio di credito per le agenzie internazionali è assai basso. Le probabilità che il debito alla scadenza non venga ripagato sono minime.