Per i bond francesi si prospetta un’altra estate di passione: possibili nuove elezioni a luglio

Bond francesi esposti alle tensioni politiche interne come nell'estate scorsa. Il presidente Emmanuel Macron può indire nuove elezioni.
1 mese fa
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Bond francesi a rischio tempesta
Bond francesi a rischio tempesta © Licenza Creative Commons

Lo spread tra BTp e bond francesi si è ristretto a poco più di una ventina di punti base. Ieri, il decennale italiano offriva poco meno del 3,40% in reazione alle tensioni in Medio Oriente. L’omologo transalpino si aggirava in area 3,20%. Un anno fa, le distanze erano quadruple. E il premio richiesto ai nostri titoli era dell’1,80% quando nacque il governo Meloni nell’ottobre del 2022. L’estate del 2024 fu caratterizzata da forti tensioni finanziarie ai danni della Francia. I rendimenti salirono sopra i livelli spagnoli e l’Italia riuscì a ridurre il gap. Alla base di tutto vi fu il mix tra crisi fiscale e instabilità politica.

La cattiva notizia è che potrebbe ripetersi tra poche settimane.

Bond francesi in crisi tra deficit e instabilità politica

La sera stessa delle elezioni europee, il presidente Emmanuel Macron sciolse l’Assemblea Nazionale per reagire alla grave sconfitta patita dal suo partito centrista, surclassato dal Rassemblement National di Marine Le Pen. Le elezioni legislative si svolsero a fine giugno per il primo turno, il ballottaggio una settimana dopo. Al primo trionfò sempre la destra sovranista, mentre un accordo di desistenza nei collegi tra Macron e il Nuovo Fronte Popolare consegnò la vittoria monca alla sinistra. Questa ottenne il numero più alto di seggi, ma senza conquistare la maggioranza assoluta.

Nuove elezioni possibili da luglio

Ne scaturì il caos. A settembre Macron nominò l’ex commissario europeo Michel Barnier primo ministro. Durò meno di tre mesi, sfiduciato da sinistra e destra. Il successore centrista François Bayrou ha evitato ad oggi la sfiducia, ma solo grazie alla benevola astensione di Le Pen e i suoi deputati. La leader è stata interdetta dai pubblici uffici per 5 anni a seguito di una sentenza di condanna relativa agli stipendi per i collaboratori all’Europarlamento.

Sta di fatto che Bayrou è riuscito ad approvare il nuovo bilancio per il 2025 senza la votazione dell’Assemblea Nazionale, avvalendosi dell’art.49.3 della Costituzione. Questa inibisce il capo dello stato della possibilità di indire nuove elezioni legislative a distanza di meno di un anno dalle precedenti.

A conti fatti, saranno possibili nuove elezioni a partire da inizio luglio. E sono molto probabili. Il governo è paralizzato. Senza una maggioranza, non sa come far passare le leggi in Parlamento. Tra poche settimane Bayrou presenterà il piano pluriennale di bilancio. Per il 2026 dovrà trovare 40 miliardi di euro per cercare di ridurre il deficit al 4,6% del Pil. Nel 2024 è stato del 5,8%, leggermente minore delle previsioni e pur sempre quasi doppio del 3% massimo consentito dal Patto di stabilità. La crescita economica è attesa in rallentamento allo 0,6% per quest’anno dall’1,1% del precedente.

Governo Bayrou paralizzato

Bayrou ha aperto sia a Le Pen che a Jean-Luc Mélenchon, leader di La France Insoumise, movimento della sinistra radicale. Ha promesso loro la ridiscussione della riforma delle pensioni e la proposta di una legge elettorale di stampo proporzionale. Quasi certamente non basterà ad evitare una nuova crisi in fase di approvazione del bilancio.

Dunque, nuove elezioni sarebbero alle porte. I bond francesi restano sotto la spada di Damocle del combinato tra conti pubblici allo sbando e governo senza maggioranza. Lo stesso Macron è ormai un presidente dimezzato, privo di consenso tra i cittadini e all’Assemblea.

Le Pen non accetterà aumenti di tasse e tagli ai servizi pubblici essenziali. La sinistra non vuole sentire parlare di ridurre il welfare per risanare i conti pubblici. Trovare la sintesi è praticamente impossibile. Le terze elezioni legislative in 3 anni sono alle porte. Difficile immaginare il ripetersi di un nuovo accordo di desistenza tra macroniani e sinistra nei collegi. In settimana è stato rieletto a capo del Partito Socialista il leader uscente Olivier Faure con appena il 50,9% dei consensi. Ha battuto lo sfidante e sindaco di Rouen, Nicolas Mayer-Rossignol, con appena il 50,9% dei voti. La base gli rimprovera di essersi piegato a Mélenchon, accettando di fare parte del medesimo cartello elettorale.

Bond francesi sotto stress

Ricreare il Nuovo Fronte Popolare, divisosi il giorno dopo le elezioni, appare complicato. Salvo novità, eventuali elezioni anticipate vedrebbero la vittoria della destra lepenista. Resta da vedere con quali numeri. Per i bond francesi qualsiasi scenario sarebbe negativo. O un nuovo governo centrista senza maggioranza o un governo sovranista anti-UE o uno di sinistra anti-NATO. Il risanamento fiscale si allontana, anche perché prima delle elezioni presidenziali del 2027 nessuna delle parti si vuole bruciare con misure impopolari. Ma il deficit resta alto e senza correttivi è destinato persino a lievitare, mentre la crescita si sta azzerando e il rischio inflazione non svanisce con quel che accade nel Medio Oriente.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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