E’ Nicusor Dan il nuovo presidente della Romania, avendo vinto il ballottaggio alle elezioni di ieri con il 54% dei voti e battendo il rivale sovranista George Simion con il 46%. Al primo turno, il sindaco di Bucarest e candidato europeista aveva ottenuto il 20,9% contro il 40,9% del suo avversario. Questi aveva commentato duramente gli exit poll, che lo davano già sconfitto, parlando di brogli. Tuttavia, a spoglio quasi concluso non ha contestato i risultati e ha ammesso di avere perso. E ora cosa accade ai bond della Romania?
Georgescu fatto fuori dall’Alta Corte
Il voto di ieri arriva dopo sei mesi travagliati.
A novembre dello scorso anno, le elezioni furono vinte al primo turno a sorpresa dal candidato sovranista Calin Georgescu, ostile agli aiuti all’Ucraina e all’Unione Europea. Il candidato governativo era rimasto anche allora escluso dal ballottaggio. A due giorni dal secondo turno, però, la Corte Costituzionale annullava il voto per presunte interferenze russe in campagna elettorale. Ne è scaturito un clima politico infuocato.
Spread in aumento da novembre
A seguito di tale vicenda, i bond della Romania in euro videro aumentare i rendimenti e gli spread lungo la curva. La tensione è durata praticamente fino a ieri, quando al posto di Georgescu, impossibilitato a candidarsi per le vicissitudini giudiziarie, si era candidato Simion. Qual è stato il timore dei mercati? Che una presidenza sovranista avrebbe allontanato Bucarest da Bruxelles, privando la prima dei fondi comunitari grazie ai quali l’economia rumena si è sviluppata negli ultimi 20 anni. Inoltre, i conti pubblici vanno male e si temeva che un candidato euroscettico avrebbe potuto peggiorarli.
Dovremmo scommettere che la reazione sin dalle prossime ore sarà positiva sul mercato dei bond in Romania. Gli spread si comprimerebbero e i rendimenti scenderebbero. Dan evita il rischio di cui sopra. Ma occorre ricordare qualche fatto. Egli non è il candidato del governo, anzi si è sempre battuto contro l’establishment nazionale, pur da posizioni di centro-destra. Non dispone di una maggioranza propria in Parlamento. Il premier si era persino dimesso dopo il primo turno, riconoscendo l’impopolarità dell’esecutivo guidato.
Bond Romania, tensione non finita
Dunque, dovremmo attenderci ancora tensione sui bond della Romania. La situazione politica non sarà così tranquilla come pensiamo. I sovranisti, per quanto sconfitti ad un passo dalla vittoria, restano forti nell’elettorato, segno evidente della forte disaffezione verso la classe politica tradizionale. Comunque, serviranno azioni coraggiose per rimettere i conti pubblici in carreggiata. E l’instabilità che sembra emergere dai risultati elettorali non depone a favore di misure largamente condivise in Parlamento e nello stesso Paese.