Riforma pensioni, ecco tutte le novità, dall’Ape sociale a Opzione donna e fino alla quota 41 per tutti

Cosa aspettarsi nel 2025? Che fine faranno le pensioni di oggi e cosa c'è nel dossier della riforma per la Legge di Bilancio?
3 mesi fa
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Ecco quali sono le tre certezze sulle pensioni per il 2025 dopo la legge di Bilancio e come impatteranno sui contribuenti.
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La riforma delle pensioni tornerà a essere un argomento di grande rilevanza nei mesi che precedono il completamento della manovra finanziaria. Anche se alcuni provvedimenti potrebbero essere attuati immediatamente attraverso misure o decreti ad hoc, il percorso principale resta quello della Legge di Bilancio.

Sarà il pacchetto pensioni della manovra di stabilità a racchiudere eventuali novità riguardanti il sistema pensionistico. Tuttavia, ad oggi, tutto è ancora in fase di ipotesi e proposte, che necessitano di essere perfezionate e seguire l’iter legislativo per diventare effettive.

La situazione attuale è complessa e coinvolge una serie di misure, alcune nuove e altre da confermare in quanto in scadenza.

Opzione donna anche nel 2025? Ecco a che punto siamo

“Giù le mani da Opzione Donna”, è il grido di molte lavoratrici che considerano questa forma di pensionamento anticipato contributivo un’opzione adeguata per rispondere alle loro esigenze. Sebbene penalizzi economicamente chi vi aderisce, essa rappresenta comunque un vantaggio per le casse dello Stato. Quindi, perché pensare alla sua cessazione?

La misura, però, scade il 31 dicembre 2024 e, per essere valida anche nel 2025, dovrà essere confermata nella Legge di Bilancio, indipendentemente dalla riforma delle pensioni. Tuttavia, negli ultimi anni, Opzione Donna è diventata meno attraente. L’età pensionabile è aumentata e la platea delle beneficiarie è stata ridotta dal legislatore.

Se fino al 2022, le lavoratrici potevano andare in pensione a 58 anni (59 per le autonome) con 35 anni di contributi, oggi la situazione è diversa. Solo le lavoratrici caregiver, invalide, o impiegate in aziende in crisi possono usufruire della misura, con l’età di uscita che varia tra 59 e 61 anni in base al numero di figli e con 35 anni di contributi da completare entro l’anno precedente. Il calcolo della pensione rimane su base contributiva, e questa regola non potrà essere modificata in caso di proroga.

Quota 41 per i precoci oggi, ma si parla di una quota 41 per tutti domani

Attualmente esiste già la Quota 41, ma è riservata ai lavoratori precoci che rientrano tra i caregiver, invalidi, addetti a lavori gravosi o disoccupati.

Sono necessari 41 anni di contributi totali, di cui almeno 35 effettivi, e un anno di contributi versato prima dei 19 anni di età. La misura resterà attiva nel 2025, ma si sta discutendo di estenderla a tutti, senza limitazioni legate alle categorie di appartenenza.

L’introduzione della Quota 41 per tutti sarebbe il punto di partenza della riforma delle pensioni. Tuttavia, potrebbero essere applicati alcuni correttivi, come il mantenimento del vincolo del lavoro precoce, ossia i 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni. Inoltre, si discute sul calcolo della pensione, con la possibilità che sia basato interamente sul metodo contributivo, il che comporterebbe una riduzione dell’importo rispetto alle attuali regole.

Ape sociale nel 2025? Forse

Il destino dell’Ape Sociale, come quello di Opzione Donna, è legato alla Legge di Bilancio, poiché la misura scade a fine anno. Anche se si dovesse introdurre la Quota 41 per tutti, non si parlerebbe di una vera riforma delle pensioni. Per questo, sembra probabile, anche se non ancora ufficiale, che l’Ape Sociale venga prorogata.

Pasquale Tridico, ex presidente dell’INPS, ha recentemente espresso la sua opinione sull’importanza dell’Ape Sociale, attiva dal 2017, sottolineando la necessità di renderla una misura strutturale. Questa misura consente a chi ha compiuto 63 anni e 5 mesi, e rientra tra le categorie di lavoratori gravosi, disoccupati, invalidi o caregiver, di andare in pensione con un’anzianità contributiva variabile tra i 30 e i 36 anni.

Nel 2024, con l’ultima proroga, l’età minima per accedere all’Ape Sociale è stata elevata da 63 a 63 anni e 5 mesi. Non è improbabile che nuovi correttivi possano essere introdotti in caso di ulteriore proroga.

Riforma delle pensioni: tutte le novità, dall’Ape Sociale a Opzione Donna fino alla Quota 41 per tutti

La conferma di una terza misura in scadenza, la Quota 103, è ancora incerta.

Il suo futuro potrebbe essere legato alla Quota 41 per tutti. Se quest’ultima fosse introdotta, non ci sarebbe più bisogno della Quota 103, che consente di andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi.

Dato che la Quota 103 è già basata sul calcolo contributivo, sarebbe superfluo mantenerla se fosse introdotta la Quota 41 per tutti. Che sarebbe identica ma senza il requisito dei 62 anni di età. Tuttavia, se la Quota 41 per tutti non fosse approvata, si potrebbe pensare a un’estensione della Quota 103, con un possibile innalzamento dell’età pensionabile a 63 anni, portando all’introduzione di una Quota 104.

L’ipotesi più rivoluzionaria di riforma delle pensioni

Se si vuole realizzare una vera riforma delle pensioni, si sta valutando una soluzione più radicale: abolire tutte le attuali misure e introdurre una maggiore flessibilità, accompagnata da un cambiamento dei coefficienti di trasformazione.

Questa ipotesi proviene dal CNEL, un gruppo di 12 esperti incaricati di lavorare su una riforma che trovi un giusto equilibrio tra le esigenze dei lavoratori e la sostenibilità della spesa pubblica.

L’obiettivo è eliminare le misure temporanee e creare un sistema più flessibile, che consenta l’uscita dal mondo del lavoro tra i 64 e i 72 anni, con un minimo di 25 anni di contributi.

Sarebbe inoltre abolito il requisito minimo dei 20 anni di contributi attualmente in vigore. La pensione sarebbe concessa solo se superiore a 1,5 volte l’assegno sociale. E chi decidesse di anticipare l’uscita vedrebbe ridotto l’importo del 3-3,5% per ogni anno di anticipo.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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