Rating Russia: S&P migliora l’outlook e Mosca prepara nuovi bond in rubli

Il Pil della Russia è visto in crescita del 1,6% per Standard & Poor's. Le obbligazioni russe in rubli rendono più del 8%
8 anni fa
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L’agenzia di rating Standard & Poor’s migliora l’outlook della Russia. Secondo gli analisti, il Pil del Paese è visto in aumento del 1,6% per i prossimi tre anni, nonostante le sanzioni imposte dall’Europa a Mosca per la questione ucraina. “I rischi esogeni per la Russia – si apprende da una nota –  si sono ridotti in maniera significativa in un contesto in cui l’economia del Paese fa i conti con il doppio shock legato ai bassi prezzi del petrolio e alle sanzioni imposte da Unione europea e Stati Uniti”.

 Sicchè. Standard & Poor’s ha rivisto al rialzo da “negativo” a “stabile” l’outlook sul merito di credito assegnato alla Federazione Russa. Confermato il merito di credito di lungo e breve termine, invariato a “BB+/B”. Dopo il -1% dell’anno corrente, “ci attendiamo il ritorno a una crescita media dell’1,6% nel 2017-19”.

Bond Russia in rubli rendono più del 8%

Allo stesso tempo, la Banca centrale di Russia ha annunciato di voler far ripartire le vendite di bond denominati in rubli (Obr), dopo aver riaperto i collocamenti di quelli internazionali, per assorbire l’eccessiva liquidita’ del mercato. Si tratterebbe di emissioni di titoli a 3, 6 e 12 mesi, con cedola trimestrale a un tasso uguale a quello di riferimento della stessa Banca centrale. Le decisioni su particolari aste di Obr saranno sempre a condizioni di mercato, specifica l’Istituto, che ha anche tagliato il tasso di riferimento al 10% dal 10,5%. Per quanto riguarda i rendimenti, il decennale russo denominato in rubli è tornato al 8% con il bond Russia scadenza febbraio 2027 e cedola 8,15% (codice ISIN RU000A0JS3W6 ) tornato sopra la pari dopo tre anni. Sul tratto breve della curva, invece, i rendimenti restano leggermente più alti con i bond scadenza febbraio 2019 e cedola 7,50% (codice ISIN RU000A0JS4M5) che offrono uno yield del 8,51%.

Mentre più marcato risulta il rendimento delle obbligazioni Russia giugno 2017 con cedola 7,40% (codice ISIN RU000A0JRJU8) che rendono il 9,11% a nove mesi dal rimborso. Sui rendimenti, in generale, persa ancora l’elevato costo del denaro e la crescita dell’inflazione in Russia.

Nabiullina: ancora presto per tagliare i tassi d’interesse

C’e’ uno spazio limitato per nuovi tagli del tasso di interesse di riferimento in Russia. Lo ha affermato il governatore della Banca centrale del Paese, Elvira Nabiullina, sottolineando che il tasso di interesse di riferimento dovrebbe superare l’inflazione di almeno il 3%. Inoltre, per Nabiullina il tasso di interesse reale, ovvero la differenza tra il livelli di inflazione e il tasso di riferimento della Banca centrale, dovrebbe restare tra il 2,5% e il 3% nel lungo periodo. Al momento, invece, questo tasso deve restare superiore, mentre i rischi inflazionistici e le aspettative sull’inflazione sono ancora solidi. La scorsa settimana Banca centrale russa ha tagliato il tasso di riferimento dal 10,5% al 10%, mantenendo pero’ il costo del denaro superiore all’inflazione annuale, che e’ scesa al 6,6% dal 17%. Secondo quanto riferito da Nabiullina, il taglio del tasso dovrebbe servire a sostenere l’attivita’ di finanziamento nell’economia. Per Nabiullina, pero’, le condizioni monetarie rimarranno complesse, visto che le aspettative sull’inflazione sono ancora elevate. Nel frattempo, le aspettative riguardo alla rapidita’ di un possibile taglio dei tassi sono state eccessive, ha spiegato Nabiullina.

Presso del petrolio basso ancora per molto tempo

La Banca centrale di Russia si sta preparando a tre anni di prezzi bassi del petrolio, che e’ l’elemento chiave del comparto delle esportazioni del Paese. Il costo del greggio e’ infatti atteso a 40 dollari al barile, secondo l’Autorita’ russa di politica monetaria. Nabiullina ha riferito che, a fronte di un lento accomodamento monetario e di prezzi bassi delle commodity, la crescita dell’economia russa dovrebbe essere inferiore all’1% nel 2017 e pari all’1,5%-2% nel 2018 e nel 2019.

Assumendo poi che le sanzioni occidentali restino in vigore nei prossimi tre anni, il deflusso netto di capitale dovrebbe mantenersi su livelli bassi rispetto alla serie storica a 25 miliardi di usd l’anno. Infine, riguardo a un possibile rapido deprezzamento del rublo piu’ avanti quest’anno, come previsto da alcuni analisti, Nabiullina ha spiegato che non ci sono le basi, anche qualora la volatilita’ della divisa russa dovesse salire.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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