Il declassamento dei Treasury da parte di Moody’s è un avvertimento anche alla Germania

Moody's ha da poco declassato i Treasury degli USA e indirettamente manda un segnale anche sul rating della Germania.
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1 mese fa
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Rating della Germania non così scontato in futuro
Rating della Germania non così scontato in futuro © Licenza Creative Commons

Il colpo di grazia doveva prima o poi arrivare ed è arrivato. Venerdì scorso, l’agenzia di rating Moody’s ha declassato i titoli di stato americani, noti come Treasury. Il suo giudizio è sceso da Aaa ad Aa1, che equivale ad assegnare ad uno studente 9 dopo che aveva preso sempre 10. Nulla di così drammatico, anche se è la fine di una lunga era per i mercati finanziari. Il debito americano non è più considerato tra i più sicuri di tutti. Tanto per fare un esempio, è adesso teoricamente più rischioso del debito della Germania, il cui rating resta AAA/Aaa.

Rating Germania tripla A, USA declassati

Inutile ripetersi: gli USA hanno un debito sopra il 120% del Pil e una gestione fin troppo allegra dei conti pubblici, facendo ogni anno deficit per una media ormai prossima ai 2.000 miliardi di dollari.

Di questo passo il solo debito federale salirà al 156% del Pil entro 30 anni, stando al Congressional Budget Office. Bisogna ammettere che non sarebbe affatto un record tra le grandi economie mondiali. Già oggi il Giappone (rating A+/A/A1) detiene un debito sopra il 250% del Pil, eppure non ci sono timori attorno ad esso.

La differenza la fa il quadro macroeconomico nel suo complesso. L’economia nipponica cresce poco e niente da 30 anni, ma vanta un enorme posizione finanziaria netta con l’estero, pari a più dell’80% del Pil. Gli americani sono esposti in negativo per il 90% del loro Pil. Cosa significa? Il Sol Levante è creditore verso il resto del mondo, mentre gli USA sono debitori. I primi posseggono teoricamente le risorse per ripagare i loro stessi debiti, i secondi no e per questo hanno bisogno del continuo afflusso degli investimenti dall’estero.

Afflussi, che dipendono dalla fiducia, un bene non scontato in tempi di tensioni geopolitiche e commerciali.

Svolta storica di Merz

Il declassamento di Moody’s avviene a pochi giorni dall’insediamento di Friedrich Merz come nuovo cancelliere tedesco. La sua Germania vanta il massimo rating possibile, per cui resta al riparo da queste chiacchiere sui rischi sovrani. Attenzione, però, a quanto accaduto negli ultimi mesi. Ancora prima di assumere le redini del nuovo governo, Merz ha fatto votare dal Bundestag una riforma costituzionale per allentare le regole fiscali note come “Schuldenbremse”. Ne aveva bisogno per varare quel maxi-piano da 1.000 miliardi di euro in 10 anni tutto in deficit. Metà di esso è destinato a finanziare il riarmo tedesco, l’altra metà le infrastrutture.

Debito tedesco ancora basso

La Germania può permettersi di fare qualche debito, avendone al momento uno sotto il 65% del Pil. Anzi, da anni l’Unione Europea stimola i tedeschi in tal senso. Alla base di questo suggerimento c’è l’idea tutta keynesiana che la spesa pubblica serva per sostenere l’economia. Poiché i tedeschi hanno relativamente rendimenti molto bassi, per loro il costo dell’indebitamento risulterebbe sostenibile e i benefici supererebbero di gran lunga superiori. Su questa assunzione Merz spera di fare uscire l’economia tedesca dalla stagnazione e di rilanciarla strutturalmente tra dazi e caro energia.

Gli economisti tedeschi non sono tutti convinti della bontà di questo approccio. Proprio coloro che sono vicini a Merz, lo invitano alla prudenza. Essi scontano un moltiplicatore basso per la spesa militare, nel senso che il deficit prodotto per finanziare il riarmo rischia di stimolare poco l’economia. Se così, la Germania rischia di assistere a un aumento del debito maggiore delle previsioni e, di conseguenza, a un indebolimento della sua affidabilità creditizia con annessi rating.

Washington pessimo esempio per Berlino

Moody’s ha segnalato nei giorni scorsi, similmente a S&P e Fitch già negli anni passati, che non esistono santi in paradiso per nessuno. O meglio, esistono. Tant’è vero che il rating americano resterebbe pur sempre superiore a quello che avrebbe una qualunque altra economia mondiale con gli stessi indicatori macro. Ma non possono spingersi a compiere miracoli in maniera eclatante. E questo può rappresentare un avvertimento implicito per Berlino: il rating della Germania è al momento in una botte di ferro, ma se imboccate la strada degli USA degli ultimi 20 anni, farete la stessa fine.

In fin dei conti, anche gli USA avevano un debito al 65% fino al 2007. Nessuno avrebbe immaginato che lo avrebbero raddoppiato nell’arco di tre lustri. Tutto iniziò quasi involontariamente. C’era da salvare le banche per non tornare all’era della Grande Depressione. Coloro che avvertirono sulla brutta china che la superpotenza stesse prendendo in fatto di gestione fiscale e monetaria, furono derisi ed emarginati nel mondo accademico e politico. Vennero tacciati di non capire nulla di economia, di essere ideologizzati e poco pratici. Ebbene, i sedicenti esperti pro-deficit spending, tassi azzerati e QE hanno quasi distrutto non solo la prima economia mondiale (e le altre principali), ma anche le basi della convivenza pacifica tra classi sociali.

Rating Germania per ora sicuro, in futuro non scontato

La Germania può sventolare il suo rating tripla A ancora per anni, specie dinnanzi ai disastri altrui. Ma rischia di avere già imboccato la stessa strada degli alleati americani.

Merz a metà tra George Bush jr e Barack Obama. Tutti lo applaudono oggi, desiderosi di raccogliere i frutti economici, finanziari o politici del suo piano. I conti li faremo tra alcuni anni, quando probabilmente Berlino si accorgerà che i costi hanno superato i benefici o ci sono andati molto vicini. Il solo effetto annuncio ha fatto schizzare i rendimenti tedeschi, facendo diventare più oneroso l’intero debito. Anche se alla fine la manovra fiscale sarà inferiore alle aspettative, il peso dei maggiori interessi si stanno già facendo sentire. Con la speranza che i tedeschi si conservino culturalmente intatti e non cedano alle tentazioni degli americani. Passare da un debito basso a uno fuori controllo è un attimo. L’eccesso di spesa è una droga per politici, affaristi e mercati prima e cittadini subito dopo.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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1 Comment

  1. Francamente non credo che il debito tedesco sia del 65%. Credo che sia molto falso e credo che sia ben più alto. Abbiamo già visto i falsi bilanci e le false dichiarazioni della Germania.

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