Permessi elettorali referendum 8 e 9 giugno: come funzionano per chi lavora ai seggi?

Con l’arrivo del referendum, torna centrale il tema dei permessi elettorali per i lavoratori impegnati nei seggi.
5 giorni fa
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permessi elettorali
Foto © Investireoggi

L’8 e il 9 giugno si terrà il referendum abrogativo, e con l’arrivo delle urne si rinnova anche l’esigenza di regolamentare l’attività di chi, tra i lavoratori dipendenti, sarà chiamato a prestare servizio presso i seggi elettorali. In occasione di ogni consultazione popolare, infatti, molte persone assunte con contratti pubblici o privati ricoprono ruoli fondamentali come scrutatori, presidenti di seggio, segretari o rappresentanti di lista.

Tutti coloro che svolgono questi incarichi possono usufruire di specifici permessi retribuiti, il cui funzionamento è regolato da precise norme legislative.

Permessi elettorali: un diritto garantito

L’ordinamento italiano tutela il diritto dei lavoratori a partecipare alle operazioni elettorali senza subire conseguenze negative sul piano professionale.

La normativa in materia, applicabile a prescindere dalla natura del contratto (sia esso a tempo determinato o indeterminato), prevede che i giorni trascorsi ai seggi siano assimilati a giornate lavorative a tutti gli effetti.

Ciò implica che il datore di lavoro non può negare né ostacolare la fruizione dei permessi elettorali, neppure motivando esigenze di tipo produttivo o organizzativo. I lavoratori interessati devono quindi poter svolgere i propri compiti elettorali in piena serenità, certi del mantenimento della propria retribuzione e dei diritti contrattuali.

Trattamento economico durante le operazioni elettorali

Ai sensi dell’articolo 119 del DPR n. 361 del 1957, i giorni in cui si partecipa alle attività elettorali vengono considerati come prestazioni lavorative normali e devono essere compensati economicamente. I lavoratori in servizio ai seggi elettorali hanno pertanto diritto a ricevere la retribuzione ordinaria per le giornate in cui si svolgono le votazioni e lo scrutinio.

Questo principio vale anche nel caso in cui il lavoro al seggio si protragga oltre l’orario previsto, come può accadere durante gli spogli più complessi.

Non è infatti raro che le operazioni di conteggio dei voti si concludano nella giornata di lunedì o addirittura nel corso del martedì successivo.

L’importanza del calendario lavorativo settimanale

La determinazione dei permessi elettorali e del relativo trattamento varia in funzione del calendario lavorativo individuale. In genere, le votazioni si svolgono nel fine settimana, ma la prosecuzione degli scrutini nei giorni feriali può comportare implicazioni diverse.

Nel caso specifico del referendum dell’8 e 9 giugno 2025, si considerano lavorative le giornate di lunedì 9 e, se necessario, martedì 10 qualora le operazioni elettorali si estendano oltre la mezzanotte. Il sabato può anch’esso essere considerato lavorativo, qualora l’orario settimanale dell’azienda lo preveda. Al contrario, per le organizzazioni con settimana corta (dal lunedì al venerdì), il sabato è da ritenersi non lavorativo.

Anche la domenica e le festività ufficiali vengono classificate come giornate non lavorative, ma vi sono eccezioni legate all’organizzazione del lavoro su turni o alla specifica collocazione dei riposi settimanali.

Permessi elettorali e riposi compensativi

Quando le attività ai seggi coincidono con giornate lavorative, il dipendente ha diritto ad assentarsi mantenendo intatta la propria retribuzione. Diverso è il caso delle giornate festive o non lavorative: in queste circostanze non si riceve un compenso aggiuntivo, ma si matura il diritto a una giornata di riposo compensativo.

Tale giornata deve essere fruita in un momento successivo alla conclusione delle operazioni elettorali, previa intesa con il datore di lavoro. Per esempio, se l’attività al seggio si è protratta fino a lunedì, il giorno di recupero potrà essere fissato a martedì o in altra data concordata. È comunque possibile che il lavoratore opti, in accordo con l’azienda, per la monetizzazione del riposo maturato, trasformandolo in un pagamento supplementare da inserire nella busta paga.

Per i giorni festivi, come la domenica, resta valida la possibilità di concordare un giorno di riposo successivo oppure di ricevere il corrispettivo economico, sempre previo accordo tra le parti.

Trattamento fiscale e contributivo dei compensi

Le somme corrisposte dal datore di lavoro per i giorni trascorsi ai seggi, essendo assimilate a normale retribuzione, sono soggette a tassazione e contribuzione previdenziale. Questo significa che il lavoratore riceverà il pagamento netto dopo l’applicazione delle trattenute fiscali e degli oneri previdenziali.

Tuttavia, l’articolo 2 della legge n. 178 del 1981 stabilisce che le somme anticipate dal datore di lavoro per tali giornate sono deducibili dal reddito complessivo dell’impresa ai fini delle imposte. In pratica, l’azienda potrà recuperare l’importo sostenuto per la retribuzione del dipendente impegnato nei seggi attraverso una deduzione fiscale.

Esempi pratici di applicazione per il referendum di giugno

In vista del referendum, è utile fare qualche esempio pratico per comprendere meglio come funzionano i permessi elettorali. Un lavoratore con settimana corta (lunedì-venerdì) che presta servizio al seggio l’8 (domenica) e 9 giugno (lunedì) riceverà la retribuzione piena per la giornata di lunedì. Per la domenica, avrà invece diritto a un giorno di recupero o, in alternativa, a una giornata retribuita supplementare.

Nel caso di settimana lunga, comprendente anche il sabato, le giornate di sabato e lunedì saranno considerate lavorative e interamente retribuite. Mentre la domenica potrà essere compensata attraverso il meccanismo già descritto.

Permessi elettorali: conclusioni

I permessi elettorali rappresentano uno strumento fondamentale per garantire la partecipazione democratica dei lavoratori dipendenti senza penalizzazioni economiche o professionali. La normativa vigente tutela in modo chiaro e preciso chi accetta incarichi elettorali, prevedendo il riconoscimento economico per le giornate lavorative e adeguate compensazioni per quelle festive.

Una corretta gestione di questi aspetti, in armonia con il datore di lavoro, consente di bilanciare responsabilità civiche e impegni professionali nel rispetto della legge.

Riassumendo

  • I permessi elettorali spettano a tutti i lavoratori dipendenti impiegati ai seggi.
  • I giorni di attività ai seggi sono equiparati a normali giornate lavorative retribuite.
  • Le festività e i giorni non lavorativi danno diritto a un riposo compensativo.
  • Il riposo compensativo può essere monetizzato previo accordo con il datore di lavoro.
  • I compensi per permessi elettorali sono tassati ma deducibili per il datore.
  • Il calendario settimanale del lavoratore determina il tipo di compensazione spettante.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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