Pensioni: quella vocale che ti fa perdere 8 mila euro

Il gap tra gli assegni pensionistici delle donne e degli uomini in Italia è drammatico, con differenze fino al 30 % e centinaia di euro al mese, e richiede misure di giustizia contributiva.
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2 settimane fa
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Il gap tra gli assegni pensionistici delle donne e degli uomini in Italia  è drammatico, con differenze fino al 30 % e centinaia di euro al mese, e richiede misure di giustizia contributiva.

Il tema del divario di genere nelle pensioni è una questione strutturale che riguarda l’intero sistema previdenziale italiano.

Secondo CNA Pensionati Firenze, le differenze tra assegni erogati a donne e uomini derivano da carriere lavorative più discontinue, da una maggiore incidenza di part-time e da retribuzioni spesso inferiori per le donne a parità di ruolo.

Per questo motivo, l’associazione chiede un intervento correttivo che garantisca un’adeguata corrispondenza tra anni di contributi versati e importo pensionistico, al fine di assicurare una vita dignitosa a tutte le lavoratrici che hanno contribuito per decenni al tessuto produttivo locale.

Divario di genere nelle pensioni: come cambia l’assegno pensionistico?

Le pensioni delle donne in Italia restano significativamente inferiori a quelle degli uomini, a causa di un insieme di fattori che si manifestano già durante la vita lavorativa:

Assegno medio mensile: secondo i dati INPS 2024 sulle pensioni, le pensioni femminili si attestano in media a 1.047,71 € mensili, contro i 1.475,28 € mensili percepiti dagli uomini, con un gap di circa 427,57 € al mese.

Distribuzione degli importi: all’inizio del 2025, il 64,1% delle pensioni femminili non supera i 750 € al mese, contro il 40,3% di quelle maschili, evidenziando come le pensioni di importo medio-basso siano in gran parte femminili.

Differenza percentuale: complessivamente, il gender pension gap in Italia si aggira intorno al 29%–30%, uno dei più elevati in Europa, e riflette il gender pay gap nel corso dell’intera carriera lavorativa, con stipendi inferiori e maggiori interruzioni per maternità e cura familiare.

Le conseguenze pratiche di questa disparità si traducono in un rischio più alto di povertà per le donne nella terza età e in una minore capacità di programmare progetti di vita post-lavorativa.

Il divario di genere nelle pensioni a Firenze: il caso CNA Pensionati

A Firenze, CNA Pensionati ha voluto tracciare un quadro chiaro di questa disparità, evidenziando come su un totale di 263.043 pensionati nella Città Metropolitana, le donne siano la maggioranza con 141.238 beneficiarie (53,7 %), rispetto ai 121.805 uomini (46,3 %).

Nonostante il numero maggiore di pensionate, le differenze negli importi erogati risultano molto marcate: su 383.462 prestazioni complessive (fra pensioni di vecchiaia, invalidità e superstiti), ben 244.456 sono pensioni di vecchiaia, ma quelle femminili valgono in media 16.696 € annui, contro i 24.919 € percepiti mediamente dagli uomini.

Il gap di 8.223 € segnala una mancanza di equità che CNA Pensionati attribuisce soprattutto:

  • alle interruzioni di carriera determinate dalla maternità e dall’assistenza familiare,
  • al ricorso forzato al part-time e
  • alla persistente differenza retributiva a parità di ruolo.

Per questo motivo, il presidente Omero Soffici definisce “inaccettabile” un simile divario. Da qui  sollecita l’introduzione di un meccanismo di compensazione contributiva che riconosca alle donne un assegno proporzionato agli anni effettivi di lavoro, non come forma di assistenza, ma come giusto riconoscimento di un diritto.

Infine pare utile ricordare che per il 2025 è stata confermata Opzione Donna.

Riassumendo.

  • Squilibrio numerico: a Firenze le pensionate sono di più rispetto ai pensionati, ma percepiscono mediamente assegni inferiori .
  • Importi a confronto: l’importo medio annuo delle pensioni donne (16.696 €) è di 8.223 € inferiore rispetto a quello degli uomini (24.919 €) .
  • Fattori determinanti: interruzioni di carriera, part-time e gender pay gap producono un accumulo contributivo minore per le donne .
  • Proposte di intervento: CNA Pensionati Firenze chiede un reddito pensionistico proporzionato agli anni di contributi e iniziative per colmare il divario, non come assistenza, ma come questione di giustizia sociale.
  • Azioni programmatiche: potenziamento della sanità e dei servizi territoriali, digitalizzazione, attività culturali per gli anziani, iniziative anti-truffa e formazione, con uno sguardo di “Visione europea” inclusiva.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

1 Comment

  1. Buonasera dottore. Mi scusi io prendo la metà della pensione minima perché mio marito ha un reddito alto.Io sono molto arrabbiata perché ritengo ingiusto. Come mai a me che prendo una pensioncina me l’hanno dimezzata e la pensione di due coniugi ex medici la prendono intera? Le leggi italiane sono ingiuste. Grazie

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