Dal 2025 resta pienamente operativo l’obbligo, introdotto dall’art. 15 del D.L. 179/2012 e reso sanzionabile dall’art. 18 del D.L. 36/2022, di accettare pagamenti elettronici per la cessione di beni e la prestazione di servizi, indipendentemente dall’importo.
La disciplina interessa indistintamente commercianti, artigiani e professionisti, i quali, in caso di rifiuto del pagamento con carta di debito, credito o prepagata, sono soggetti alla sanzione amministrativa di 30 euro, aumentata di un importo pari al 4 per cento della transazione negata.
Poiché la Legge di Bilancio 2025 non ha introdotto deroghe né modifiche, l’impianto normativo e sanzionatorio rimane identico a quello vigente nel 2024.
Obbligo di POS: la cornice normativa
L’obbligo di accettare pagamenti elettronici nasce con l’articolo 15 del D.L. 179/2012, poi più volte ritoccato.
La sanzione, inizialmente rinviata, diventa realtà con la “coppia” Dl 152/2021 (decreto Pnrr) + Dl 36/2022, quest’ultimo decreto anticipa l’efficacia della norma dal 1° gennaio 2023 al 30 giugno 2022.
Oggi chi rifiuta un pagamento con bancomat, carta di credito o prepagata incorre in:
- multa fissa di 30 euro;
- sovrapprezzo del 4 % dell’importo della transazione negata.
Le competenze di accertamento e irrogazione spettano a Guardia di Finanza e Prefetto.
Non esistono soglie di esonero: l’obbligo vale «di qualsiasi importo» (sono rimasti solo sui giornali i vecchi progetti di franchigia a 30 o 60 euro).
La norma parla di “obbligo di accettare pagamenti tracciati”, non di “dotarsi di un POS”. A ogni modo, in molti sostengono che l’obbligo di POS è una presa in giro.
Obbligo Pos acquisto beni e servizi. Quali regole per il 2025?
Per l’esercente, il 2025 replica in toto le regole in essere per il 2024:
- Obbligo e sanzioni invariati – la Legge di Bilancio 2025 non ha toccato la materia; quindi resta la multa 30 € + 4 % in caso di rifiuto.
- Strumenti validi – sempre e solo carte di pagamento fisiche; app P2P, wallet NFC o bonifici non coprono l’obbligo.
- Nessuna franchigia – tramontata definitivamente l’ipotesi di esonero fino a 30 € ventilata a fine 2022.
Nei fatti, non è da considerarsi valida la soluzione adottata dall’esercente la quale gli permette di utilizzare grazie a specifica APP un POS virtuale per la ricezione del pagamento. Stessa cosa dicasi per pagamenti con codice QR e link di pagamento.
In sostanza ci vuole il POS fisico.
La Manovra 2025 ha solo preparato il terreno all’integrazione automatica POS-registratore telematico, obbligo che partirà 1° gennaio 2026 e non incide sul 2025.
In sintesi: se già nel 2024 l’esercente era in regola, non deve fare nulla di diverso; chi invece non accetta carte dovrà attrezzarsi al più presto per evitare la sanzione.
Limite ai pagamenti in contanti nel 2025
Sul fronte contante rimane fissata a 5.000 euro la soglia massima di legge (art. 49, D.Lgs 231/2007, modificato dalla L. 197/2022).
Il tetto vale per ogni trasferimento tra soggetti diversi – privati, imprese o professionisti – ed è per operazione, quindi lo “spezzatino” di pagamenti collegati non evita la violazione. Le sanzioni amministrative partono da 1.000 euro.
Dal 2027 entrerà in vigore il limite europeo unico di 10.000 €, ma ciascuno Stato potrà mantenere soglie interne più basse.
Riassumendo.
- Obbligo di accettare carte introdotto dal D.L. 179/2012, pienamente sanzionato dal 30 giugno 2022.
- Sanzione unica: 30 € + 4 % della transazione rifiutata, applicabile a chiunque venda beni o servizi.
- Regole 2025 identiche al 2024: nessuna franchigia d’importo, strumenti validi solo carte e bancomat.
- Se il cliente invece non richiede di pagare tramite POS, la multa non scatta, ciò vale anche se, in assenza di richiesta di pagamento elettronico, l’esercente risulta sprovvisto di POS.
- Prossima scadenza tecnica: dal 2026 POS e registratore telematico dovranno dialogare in automatico.
- Limite contante confermato a 5.000 €: violarlo espone a multa minima di 1.000 €.