Nessun abbassamento dell’avanzo primario per il biennio 2019-2020, ma successivamente il premier Kyriakos Mitsotakis spera che i creditori pubblici della Grecia siano più realisti e che assecondino la sua “piacevole sorpresa per l’Europa”, che conseguirà dal piano per la crescita dell’economia. I rendimenti a 10 anni sono ridiscesi in prossimità dei minimi storici toccati a inizio mese, vale a dire a poco sopra il 2%. Al momento, si attestano al 2,07%. Il mercato sembra dare credito al nuovo governo conservatore, il quale punta sul taglio delle imposte sui profitti, sulla riduzione del carico fiscale per le famiglie e del 22% dell’odiata imposta sugli immobili, nota con la sigla ENFIA.

La Grecia di Mitsotakis riceve buone notizie da Bruxelles sulle tasse, oppure no

Ci sono anche le privatizzazioni nel programma di Mitsotakis, tra cui dell’utility elettrica con crediti per 2,4 miliardi di euro verso le famiglie; il rilancio della raffineria Hellenic Petroleum e nuovi investimenti per l’aeroporto in disuso di Atene, Hellenikon. Fatto sta che chi ci ha creduto ha guadagnato e pure tanto in breve tempo. Nessuno avrebbe mai immaginato all’inizio di quest’anno che i rendimenti ellenici si sarebbero di fatto normalizzati, praticamente scendendo sotto i livelli dei Treasuries, i titoli di stato dell’America. Certo, restano i più alti dell’Eurozona, ma ad essere anomali sono tutti gli altri bond, eccessivamente rincarati sulle aspettative monetarie ultra-espansive nell’area.

Guadagni a doppia cifra in pochi mesi

Il bond a 10 anni della Grecia in appena 4 mesi è salito di prezzo del 15%. Troppo generosa è diventata la cedola del 3,875% offerta all’atto della sua emissione a marzo, ma che oggi appare eccessivamente elevata. Molto bene è andata anche con il quinquennale. Emesso a febbraio, ha reso il 10% in termini di prezzo, a cui si somma la cedola del 3,45% nel frattempo già staccata, per cui il guadagno rispetto all’investimento si aggira sul 13% in appena 5 mesi.

Restando sulle scadenze medio-brevi, il titolo con scadenza febbraio 2023 ha guadagnato il 9% in 9 mesi, a cui si aggiunge la cedola del 3% per una resa complessiva del 12%.

Se allunghiamo l’orizzonte temporale, i risultati si mostrano ben più eclatanti. Il bond gennaio 2037 e cedola 4% ha guadagnato il 40% dal settembre scorso, mentre la cedola ha reso un altro 5% rispetto alla cifra investita allora. In tutto, fa il 45% in appena 10 mesi. Ancora meglio con il bond 2042 con cedola step-up, che in 8 mesi è rincarato del 45% e con lo stacco della cedola a febbraio ha portato i guadagni complessivi in area 50%. Come più volte vi abbiamo avvertito, queste obbligazioni presentano un rischio di liquidità piuttosto marcato. Il bond 2023, ad esempio, viene compravenduto mediamente solo tra le 5 e le 10 volte al giorno negli ultimi mesi, mentre l’interesse risulta impennatosi per la scadenza 2042, con 600 contratti mensili mediamente tra giugno e luglio. I controvalori giornalieri restano bassissimi e raramente superano il centinaio di migliaio di euro.

Bond Grecia, guadagni e rischi dopo la vittoria dei conservatori alle elezioni 

Il quadro muterebbe con l’upgrade da parte delle agenzie del rating sovrano a “investment grade” e il progressivo rifinanziamento dello stato sui mercati sulle medio-lunghe scadenze. Le tre emissioni di quest’anno (a 5, 10 e 7 anni) lasciano ben sperare, così come il crollo dei rendimenti che riduce l’extra-costo a carico dello stato per indebitarsi verso il settore privato, anziché continuare a dipendere dai creditori pubblici.

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