Una recente pronuncia della Corte di Cassazione ha messo in discussione la legittimità delle notifiche del fisco eseguite in assenza di adeguate verifiche sull’effettiva irreperibilità del destinatario.
La sentenza n. 14990, depositata il 4 giugno 2025, ha accolto il ricorso di un contribuente, ribaltando la decisione della Commissione Tributaria Regionale (Ctr) che aveva invece confermato la regolarità della procedura.
I fatti: l’accertamento notificato per irreperibilità assoluta
La controversia trae origine da un avviso di accertamento notificato secondo la procedura prevista per i soggetti irreperibili. In questi casi, la legge consente il deposito dell’atto presso la casa comunale e la successiva comunicazione dell’avvenuto deposito mediante raccomandata inviata all’ultimo domicilio fiscale conosciuto.
Nel caso in esame, il messo notificatore si era limitato a compilare un modulo prestampato, indicando come motivo dell’irreperibilità la semplice annotazione “sconosciuto”. Tale formula, però, non è stata ritenuta sufficiente dalla Suprema Corte per configurare l’ipotesi di irreperibilità assoluta, in mancanza di ulteriori accertamenti e prove documentate.
L’errore della Ctr: notifica ritenuta valida e ricorso considerato tardivo
Secondo la Ctr, l’atto risultava correttamente notificato. Il procedimento era stato considerato conforme alle disposizioni relative all’irreperibilità assoluta del contribuente, e pertanto era stata giudicata tardiva l’impugnazione proposta dal contribuente, poiché depositata oltre i termini previsti.
Tuttavia, la Cassazione ha ritenuto che la Ctr avesse trascurato di valutare la sussistenza dei presupposti normativi per l’attivazione del rito speciale. In particolare, mancava qualsiasi riferimento concreto alle ricerche che l’ufficiale incaricato avrebbe dovuto svolgere per accertare la presenza o meno del contribuente nel Comune indicato come sede del domicilio fiscale.
Le condizioni per la notifica del fisco in caso di irreperibilità
Secondo l’orientamento costante della giurisprudenza di legittimità, la notifica per irreperibilità assoluta può essere legittimamente esperita solo quando sia stata accertata l’effettiva impossibilità di rintracciare il destinatario all’interno del Comune di riferimento. Tale condizione è disciplinata dall’articolo 143 del Codice di procedura civile, che impone al notificante di svolgere una serie di verifiche mirate.
Non è sufficiente, dunque, il mancato rinvenimento del nominativo sui citofoni o sulle cassette postali. L’ufficiale giudiziario ha l’obbligo di compiere ricerche approfondite che comprendano, tra le altre, consultazioni anagrafiche, sopralluoghi, richieste di informazioni a terzi e ogni altra attività ragionevole per verificare la residenza o il domicilio dell’interessato.
La motivazione della Cassazione: obbligo di diligenza e validità della notifica
Con la sentenza in oggetto, la Cassazione ha riaffermato un principio essenziale: la validità della notifica (che sia un un avviso di accertamento, un avviso bonario, una lettera di compliance o altro), presuppone il rispetto del principio di “normale diligenza” da parte dell’ufficiale giudiziario. Questo implica che, prima di procedere con il deposito dell’atto presso la casa comunale, l’incaricato debba aver esaurito tutte le possibilità per identificare l’indirizzo corretto del destinatario.
Nel caso di specie, la mera annotazione “sconosciuto” non consente di desumere né che tali ricerche siano state effettivamente svolte, né che l’interessato non fosse effettivamente reperibile nel Comune indicato.
La Cassazione ha pertanto ritenuto nulla la notifica eseguita secondo il rito dell’irreperibilità assoluta, e ha considerato tempestivo il ricorso del contribuente.
Rilevanza della notifica del fisco ai fini della decorrenza dei termini
Un aspetto particolarmente significativo della sentenza riguarda le conseguenze sul piano processuale. Infatti, se la notifica è viziata, non può produrre effetti in merito alla decorrenza dei termini per impugnare l’atto.
Nel caso analizzato, il contribuente aveva presentato ricorso oltre i termini calcolati a partire dalla data di deposito presso la casa comunale. Tuttavia, poiché la notifica è stata giudicata irregolare, la Cassazione ha ritenuto che i termini non fossero ancora spirati, rendendo quindi l’impugnazione ammissibile.
Il principio consolidato: differenza tra irreperibilità assoluta e relativa
La giurisprudenza ha ormai consolidato la distinzione tra due tipi di irreperibilità: relativa e assoluta. La prima si verifica quando il destinatario non è temporaneamente disponibile presso il proprio domicilio, mentre la seconda implica un’assenza stabile e permanente dal territorio comunale.
Per procedere con la notifica ai sensi dell’art. 143 c.p.c., è indispensabile dimostrare che il soggetto non abbia più residenza, domicilio o sede nel Comune, e che tale irreperibilità non sia frutto di una temporanea assenza. In assenza di tale prova, la notifica deve essere considerata nulla e non idonea a produrre effetti giuridici.
Notifica dal fisco: precedenti confermativi e continuità giurisprudenziale
La decisione della Cassazione non è isolata. Già in altre pronunce recenti, come le sentenze n. 23223/2024, 5818/2024 e 2530/2022, la Corte aveva ribadito che l’omessa effettuazione di ricerche concrete da parte del messo notificatore comporta la nullità della notifica stessa.
Tali precedenti confermano l’orientamento secondo cui non può considerarsi legittima una procedura notificatoria fondata su automatismi o su formulari generici, senza una documentazione delle attività svolte per verificare l’effettiva irreperibilità.
Conclusioni: attenzione alla correttezza della notifica
Il caso esaminato evidenzia con chiarezza l’importanza di un approccio rigoroso alla notifica degli atti tributari. L’osservanza delle regole procedurali è fondamentale per garantire i diritti di difesa dei contribuenti e la legittimità dell’azione amministrativa.
La pronuncia n. 14990/2025 della Corte di Cassazione rappresenta un richiamo forte e chiaro alla Pubblica Amministrazione: la notifica, specialmente in materia fiscale, non può essere ridotta a un mero adempimento formale, ma deve rispettare principi di effettività, trasparenza e ragionevolezza.
Solo dimostrando in modo concreto che il destinatario è realmente irreperibile si potrà attivare la procedura semplificata prevista per questi casi. In difetto, l’intera notifica risulta viziata, con gravi ripercussioni sia sul piano processuale sia sul piano sostanziale.
Riassumendo
- La Cassazione invalida notifiche per irreperibilità senza ricerche documentate del destinatario.
- Annotare “sconosciuto” non basta per giustificare l’irreperibilità assoluta.
- Senza indagini concrete, la notifica presso la casa comunale è nulla.
- Il ricorso è valido se la notifica è irregolare, anche oltre i termini.
- Serve distinguere tra irreperibilità assoluta e temporanea con prove oggettive.
- La sentenza rafforza l’obbligo di diligenza nella procedura di notifica.