Una nuova fase si apre per l’accertamento disabili in Italia. Con l’introduzione del decreto legislativo n. 62 del 2024, si è avviato un processo di semplificazione e digitalizzazione che punta a rendere più rapida, efficiente e trasparente la valutazione dello stato di disabilità, soprattutto per i giovani che stanno per raggiungere la maggiore età.
La riforma dell’accertamento disabili mira a ridefinire le modalità di avvio e gestione del procedimento sanitario, puntando sulla continuità delle prestazioni economiche e sulla riduzione degli oneri burocratici per le famiglie e gli individui coinvolti.
Uno degli aspetti centrali riguarda il momento del passaggio alla maggiore età per i minori già riconosciuti come beneficiari di indennità di frequenza.
Il nuovo sistema garantisce che la valutazione della condizione sanitaria venga calendarizzata entro 30 giorni dal compimento dei 18 anni, evitando così vuoti di copertura nelle prestazioni.
Accertamento disabili: continuità delle prestazioni per i neomaggiorenni
La novità più rilevante introdotta dalla riforma è la tutela della continuità nell’erogazione dei benefici. I minori che percepiscono l’indennità di frequenza possono accedere, in via provvisoria, alle prestazioni destinate agli invalidi civili maggiorenni, a condizione che l’istanza amministrativa venga presentata entro i sei mesi precedenti il diciottesimo compleanno.
Questa disposizione ha l’obiettivo di evitare che il passaggio da minore a maggiorenne comporti interruzioni o ritardi nell’erogazione degli aiuti economici. In sostanza, chi è già stato riconosciuto invalido da minorenne ha diritto a una valutazione sanitaria rapida e continuativa anche da adulto.
L’importanza del certificato medico introduttivo
Il nuovo impianto normativo prevede che l’invio del certificato medico introduttivo – in modalità telematica – sia sufficiente per avviare l’intero procedimento. Non è più necessario, quindi, presentare una richiesta separata per l’accertamento sanitario, il che rappresenta un notevole snellimento delle procedure.
Tale certificato può essere trasmesso da diversi soggetti:
- direttamente dalla persona interessata;
- dai genitori, nel caso di minorenni;
- dal tutore legale o amministratore di sostegno, purché legittimato ad agire.
Con questo cambiamento, l’accertamento disabili entra in una fase decisamente più moderna, che sfrutta le potenzialità del digitale per garantire maggiore tempestività e ridurre gli oneri burocratici.
Le province coinvolte nella sperimentazione
Il nuovo sistema non è ancora attivo su tutto il territorio nazionale. Attualmente, la sperimentazione della riforma interessa alcune province selezionate. Tra queste figurano: Alessandria, Aosta (Provincia autonoma), Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Genova, Isernia, Lecce, Macerata, Matera, Palermo, Perugia, Salerno, Sassari, Teramo, Trento (Provincia autonoma), Trieste e Vicenza.
In queste aree, la sola trasmissione del certificato medico costituisce di fatto la domanda di accertamento, rendendo superflua ogni ulteriore iniziativa da parte dell’utente.
Coordinamento con le disposizioni preesistenti
Il nuovo quadro normativo si integra con quanto già stabilito dal decreto-legge n. 90/2014. In particolare, il sistema rivisitato mantiene salda la finalità di tutelare i soggetti disabili nel delicato momento della transizione alla maggiore età. L’INPS, infatti, specifica che la valutazione iniziale per i neomaggiorenni verrà organizzata entro 30 giorni dalla data in cui questi raggiungono la soglia dei 18 anni.
Tale misura mira a evitare ritardi che potrebbero tradursi in interruzioni delle prestazioni economiche. È anche prevista una verifica immediata dei requisiti sanitari, per prevenire l’erogazione di sussidi a chi non ne ha più diritto.
Il ruolo dell’INPS e i nuovi standard procedurali nell’accertamento disabili
Nel messaggio n. 1766 del 2025 sulle novità accertamento disabili per neomaggiorenni, l’INPS ha ribadito l’impegno a rispettare tempistiche stringenti per l’avvio delle valutazioni sanitarie, ribadendo la priorità attribuita al principio di continuità delle prestazioni. Il nuovo standard di 30 giorni diventa così un punto fermo del sistema aggiornato di accertamento disabili.
L’Istituto ha inoltre messo in evidenza l’importanza delle verifiche ex-ante sui requisiti sanitari, che permettono di evitare erogazioni indebite, ottimizzando l’uso delle risorse pubbliche e garantendo che l’assistenza sia diretta a chi effettivamente ne ha bisogno.
Verso un sistema più equo e moderno
Il percorso di riforma dell’accertamento disabili si inserisce in un più ampio disegno di aggiornamento del sistema di welfare italiano. L’obiettivo è garantire un accesso più semplice, rapido e giusto ai benefici economici e assistenziali, eliminando passaggi ridondanti e uniformando le procedure su scala nazionale.
Con l’eliminazione dell’obbligo di presentare una doppia domanda e con l’introduzione di un termine perentorio per la valutazione sanitaria, si punta a creare un sistema più equo, che risponda alle esigenze delle famiglie e dei soggetti fragili in modo più efficiente e meno frammentato.
Prospettive future nelll’accertamento disabili
Una volta completata la sperimentazione nelle province pilota, è previsto l’ampliamento progressivo del nuovo modello al resto del Paese. L’intenzione dell’INPS è quella di consolidare un sistema automatizzato, che riduca i tempi di attesa e garantisca il pieno rispetto dei diritti delle persone con disabilità.
Il successo di questo cambiamento dipenderà anche dalla capacità delle strutture sanitarie e dei medici certificatori di operare in sinergia con gli strumenti digitali, rispettando i nuovi standard temporali e assicurando un flusso informativo trasparente tra tutte le parti coinvolte.
Riassumendo
- La riforma semplifica l’accertamento disabili con procedura digitale e tempi più rapidi.
- Per i neomaggiorenni, la valutazione avviene entro 30 giorni dai 18 anni.
- L’indennità di frequenza può proseguire provvisoriamente se richiesta 6 mesi prima.
- Il certificato medico introduttivo avvia automaticamente il procedimento senza ulteriori domande.
- La sperimentazione è attiva in alcune province selezionate prima dell’estensione nazionale.
- L’INPS verifica i requisiti sanitari per evitare pagamenti indebiti.