NASPI, ecco perché bisogna fare presto con la domanda: 8 e 68 i numeri da ricordare

Presentare subito la domanda di Naspi, ecco quando questo conviene e perché rimandare la presentazione è rischioso.
3 settimane fa
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Naspi licenziamento
Foto © Investireoggi

Come ogni anno, con l’avvicinarsi della fine dell’anno scolastico, moltissimi insegnanti precari devono procedere con la richiesta della Naspi. Si tratta di una prassi che si ripete puntualmente per tutti coloro che non sono di ruolo e svolgono solo supplenze.

Tuttavia, quella che può sembrare un’operazione semplice e ormai routinaria nasconde spesso delle insidie. La tempestività nella presentazione della domanda è di fondamentale importanza. Soprattutto per i precari della scuola, infatti, le regole della Naspi richiedono solerzia per evitare di perdere giorni di indennità e, di conseguenza, denaro.

La Naspi e come funziona

Partiamo con un breve riepilogo sul funzionamento della Naspi.

La prestazione – il cui nome è acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego – rappresenta l’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS a coloro che perdono il lavoro involontariamente.

Parliamo di soggetti che sono stati licenziati, sia individualmente che attraverso procedure collettive, oppure di lavoratori con licenziamento disciplinare. Rientrano anche i casi di scadenza naturale del contratto o di dimissioni per giusta causa. Restano invece esclusi coloro che si dimettono volontariamente senza giusta causa, così come i dipendenti pubblici a tempo indeterminato, gli agricoli e i collaboratori.

I precari della scuola, ovvero gli insegnanti a supplenza temporanea, hanno invece pieno diritto alla Naspi, poiché il loro contratto scade e il rapporto di lavoro termina involontariamente.

La durata della Naspi: ecco le regole

La Naspi ha una durata pari alla metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente alla richiesta. L’importo spettante è pari al 75% della media delle retribuzioni utili ai fini previdenziali riferite sempre agli ultimi quattro anni.

Per ottenere la Naspi è necessario presentare domanda all’INPS. L’erogazione decorre dall’ottavo giorno successivo alla perdita del lavoro, ma solo se la domanda viene presentata entro tali 8 giorni. In caso contrario, la decorrenza partirà dalla data effettiva di presentazione della domanda.

È proprio su questo dettaglio che i precari della scuola devono porre particolare attenzione: presentare la domanda in ritardo può significare perdere settimane preziose di indennità.

Naspi: ecco perché bisogna fare presto con la domanda. 8 e 68 i numeri da ricordare

Il meccanismo della Naspi è chiaro: in base alle settimane di lavoro effettuate nei 4 anni precedenti, si ha diritto a un numero corrispondente di settimane di indennità. Tuttavia, vengono conteggiate solo le settimane lavorate che non hanno già dato diritto ad altri trattamenti di disoccupazione.

Questo significa che un lavoratore che ha usufruito più volte della Naspi – come spesso avviene per i precari della scuola – avrà diritto solo alla Naspi riferita alle settimane dell’ultimo anno scolastico.

Fanno eccezione i precari che lavorano ininterrottamente per diversi mesi, accumulando abbastanza settimane da non riuscire a sfruttare completamente l’indennità maturata. E proprio qui sorge il problema: chi ritarda la presentazione della domanda, finisce per non utilizzare tutta la Naspi disponibile.

Per chi, a settembre, riprenderà a lavorare – seppur ancora come supplente – il tempo per godere dell’indennità è limitato: massimo 3 mesi.

Quindi, anche la Naspi effettivamente fruibile sarà al massimo di 3 mesi.

Il problema dei precari della scuola… ma non solo

È evidente che, ad esempio, un insegnante che ha lavorato 6 mesi nell’anno scolastico in corso, se ritarda la richiesta, riduce il tempo disponibile per ricevere i 3 mesi di Naspi maturati.

Chi pensa che le settimane non utilizzate possano essere recuperate in futuro, commette un errore. Se nel frattempo l’interessato è immesso in ruolo, perde per sempre il diritto alla Naspi e con esso ogni parte residua non sfruttata.

I numeri da ricordare assolutamente sono 8 e 68:

  • 8 giorni: il termine ideale entro il quale presentare la domanda, per ottenere il massimo dell’indennità.
  • 68 giorni: il termine ultimo dopo il quale si perde definitivamente il diritto alla Naspi se non si è presentata l’istanza.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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