L’occupazione illegittima degli immobili rappresenta una delle sfide urbane più critiche per il contesto abitativo italiano. Si tratta di un fenomeno che coinvolge interi nuclei familiari, migranti e soggetti in condizione di vulnerabilità sociale, i quali, in assenza di alternative, si insediano in abitazioni altrui senza alcun titolo autorizzativo. Le città metropolitane come Roma, Napoli e Milano risultano tra le più colpite, a causa di un mercato immobiliare sempre più inaccessibile e di un’offerta pubblica abitativa insufficiente rispetto alla domanda. In redazione è giunto un quesito in merito all’IMU dovuta sulle case occupate abusivamente.
Salve,
sono a chiedervi una delucidazione in vista della scadenza dell’acconto IMU 2025 in scadenza a giugno. Sono vittima di occupazione abusiva di una mia casa. L’occupazione è avvenuta in data 16 marzo 2025. In questa stessa giornata ho fatto fatto denuncia all’autorità. Ad oggi la casa risulta ancora occupata in attesa che si completi l’iter giudiziario. Sono a conoscenza che per le case occupare abusivamente c’è esenzione IMU. Sono a chiedere come comportarmi in sede di acconto IMU 2025.
La realtà sociale delle case occupate abusivamente
Le dinamiche alla base dell’occupazione illegale degli alloggi sono molteplici.
L’esclusione dal mercato degli affitti, l’aumento del costo della vita e la difficoltà di accesso alle politiche abitative pubbliche costituiscono fattori determinanti. Le case occupate diventano così un rifugio temporaneo per chi, spesso per sopravvivenza, si vede costretto a bypassare la legalità.
Sebbene si tratti di una forma di residenza non regolamentata, le motivazioni dietro questo gesto sono frequentemente riconducibili a emergenze economiche e sociali.
A occupare non sono soltanto individui senza fissa dimora, ma anche lavoratori precari, famiglie numerose e persone con redditi molto bassi che non riescono a ottenere un alloggio popolare a causa delle liste d’attesa infinite.
Le implicazioni legali dell’occupazione illegittima
L’ingresso e la permanenza in un’abitazione senza consenso configurano un reato penalmente perseguibile, come previsto dall’articolo 614 del Codice penale italiano in materia di violazione di domicilio. Tuttavia, le operazioni di sgombero sono spesso ostacolate da iter burocratici lunghi e dalla necessità di valutare, caso per caso, l’equilibrio tra i diritti di proprietà e la tutela delle persone coinvolte, specie se appartenenti a categorie fragili.
L’intervento delle autorità deve quindi essere ponderato: da un lato occorre salvaguardare i diritti del titolare dell’immobile, dall’altro si deve evitare di generare ulteriore marginalità e disagio sociale. Ne deriva un clima di incertezza, in cui anche le politiche pubbliche faticano a trovare un approccio univoco ed efficace.
Il paradosso IMU per i proprietari di immobili occupati
Dal punto di vista tributario, la situazione si fa ancora più complessa. Il sistema fiscale italiano attribuisce gli obblighi tributari relativi agli immobili – tra cui l’IMU, l’Imposta Municipale Propria – in base al diritto di proprietà o ad altri diritti reali sull’immobile (come usufrutto o enfiteusi). Ne consegue che anche in presenza di occupazioni abusive, il carico fiscale rimane in capo al legittimo titolare del bene.
Fino al 2022, i proprietari delle case occupate non potevano beneficiare di alcuna esenzione, dovendo continuare a versare l’IMU per intero, anche se di fatto l’immobile risultava inutilizzabile. Un evidente cortocircuito fiscale che ha alimentato frustrazione e proteste, in quanto l’imposta veniva applicata nonostante la perdita del godimento del bene.
IMU case occupate: le novità introdotte dal 2023
Un cambiamento significativo è stato introdotto con la legge di bilancio per il 2023. Il legislatore ha riconosciuto la situazione anomala vissuta da molti contribuenti e ha previsto, a partire dal 1° gennaio 2023, un’esenzione IMU per gli immobili oggetto di occupazione abusiva.
Questa misura ha come obiettivo quello di ristabilire un principio di equità fiscale: non appare giusto imporre un tributo sulla proprietà in casi in cui il possesso effettivo dell’immobile è stato sottratto da terzi in modo illecito.
I requisiti per ottenere l’esonero
Affinché si possa beneficiare dell’esonero IMU per le case occupate, è necessario soddisfare alcune condizioni ben precise:
- denuncia alle autorità: il proprietario o il titolare di altro diritto reale sull’immobile deve presentare denuncia formale di occupazione abusiva presso le forze dell’ordine;
- comunicazione al Comune: occorre trasmettere al Comune competente la documentazione relativa all’occupazione, utilizzando esclusivamente canali telematici messi a disposizione dagli enti locali. E’ sufficiente la dichiarazione IMU.
Esenzione IMU e durata dell’occupazione
L’esenzione si applica solamente ai mesi in cui l’immobile risulta effettivamente occupato in maniera illegittima. Il conteggio segue le stesse regole già previste per l’IMU, ovvero si considera un mese pieno se l’occupazione ha avuto luogo per più della metà dei giorni di cui il mese si compone.
Questo significa che, in merito al quesito posto dal lettore, supponendo che la casa rimarrà occupata abusivamente per il resto dei mesi del 2025, questo dovrà calcolare l’IMU 2025 solo per tre mesi (gennaio – marzo). L’importo così calcolato andrà pagato per il 50% in acconto (16 giugno). Il saldo scadrà il 16 dicembre.
Esenzione IMU case occupate: una norma che tutela i proprietari
L’esenzione IMU rappresenta un sollievo per molti contribuenti coinvolti in situazioni di occupazione abusiva, ma non è una soluzione strutturale.
Il provvedimento si muove sul piano fiscale, senza intervenire sulle cause profonde del disagio abitativo o sulle difficoltà pratiche legate al recupero dell’immobile.
Inoltre, il riconoscimento dell’esonero è subordinato a una procedura attiva da parte del contribuente. Questo implica che molti proprietari potrebbero non beneficiarne, per mancata conoscenza della norma o per l’impossibilità di attivare la procedura necessaria.