Modello 730/2025, rimborso a rate: colpa dell’azienda o del fisco?

Il rimborso da 730 in busta paga è un meccanismo fiscale veloce, ma non sempre lineare per i lavoratori.
2 settimane fa
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rimborso 730
Foto © Investireoggi

Ogni anno milioni di lavoratori dipendenti presentano il Modello 730 per dichiarare i propri redditi e ottenere eventuali crediti fiscali maturati. Il vantaggio principale di questa modalità è la possibilità di ricevere direttamente il rimborso da 730 nella retribuzione mensile, a partire da luglio dell’anno in cui si invia la dichiarazione.

Tuttavia, non sempre il meccanismo si rivela lineare: esistono infatti situazioni in cui il datore di lavoro non è in grado di anticipare le somme dovute. Questo articolo analizza nel dettaglio la procedura di rimborso, i casi di criticità e le modalità previste dalla normativa per risolverli.

Il meccanismo del rimborso da 730 in busta paga

Il sistema italiano prevede che i rimborsi derivanti dal Modello 730/2025 con sostituto d’imposta vengano riconosciuti direttamente in busta paga per i lavoratori dipendenti (e sul cedolino pensione per i pensionati).

Dopo che il contribuente ha presentato la dichiarazione dei redditi, l’Agenzia delle Entrate trasmette l’esito al sostituto d’imposta, ovvero l’azienda per cui lavora il contribuente.

A questo punto l’impresa provvede ad anticipare, con mezzi propri, le somme spettanti al lavoratore. Questa operazione viene effettuata già a partire dalla busta paga del mese di luglio, trasformando così il rimborso fiscale in una voce positiva nel cedolino paga. In un secondo momento, il datore di lavoro recupera l’importo anticipato grazie a un meccanismo di compensazione fiscale con l’Erario.

Il ruolo del Modello F24 per il recupero da parte dell’azienda

Affinché l’azienda possa rientrare delle somme erogate ai propri dipendenti a titolo di rimborso da 730, è previsto l’utilizzo del Modello F24.

Si tratta dello strumento con cui i datori di lavoro versano periodicamente le imposte e i contributi dovuti allo Stato.

In pratica, il rimborso anticipato viene portato in compensazione con i versamenti mensili di imposte come l’Irpef e le ritenute previdenziali operate sugli stipendi degli altri lavoratori. Questo consente al datore di lavoro di non subire una perdita economica, rendendo il sistema sostenibile sotto il profilo finanziario.

Quando l’azienda è fiscalmente incapiente

Nonostante la struttura teoricamente solida di questo sistema, può accadere che l’azienda non sia in grado di anticipare l’intero importo dovuto ai lavoratori. Questo accade quando si verifica una condizione di “incapienza fiscale”.

In altri termini, se i rimborsi da 730 da liquidare sono superiori alle imposte e contributi che l’impresa è tenuta a versare, l’azienda non riesce a compensare integralmente quanto dovuto. Il problema si presenta soprattutto nelle realtà aziendali di dimensioni ridotte o con un numero elevato di lavoratori aventi diritto al rimborso.

Rimborso 730/2025: soluzioni previste per l’incapienza

Quando si verifica un caso di incapienza fiscale, la normativa prevede delle soluzioni per garantire comunque al contribuente il rimborso da 730, seppur in modo differito. L’impresa può infatti rateizzare il pagamento, corrispondendo una parte del credito spettante nel mese di luglio e rinviando le quote residue nei mesi successivi.

In questo modo, pur non potendo versare subito l’intera cifra, l’azienda si impegna a riconoscere progressivamente l’importo dovuto, compatibilmente con la propria disponibilità fiscale.

Il lavoratore non perde quindi il diritto al rimborso, anche se lo riceverà in modo dilazionato.

Trattamento equo tra lavoratori

Nel caso in cui più dipendenti abbiano diritto a ricevere un rimborso da 730 e l’azienda sia fiscalmente incapiente, è necessario garantire un trattamento equo tra i lavoratori. La legge impone che i rimborsi siano suddivisi in proporzione tra tutti i beneficiari, applicando la stessa percentuale a ciascuno.

Ad esempio, se l’azienda riesce a coprire solo il 60% dei rimborsi complessivi, ogni dipendente riceverà il 60% del proprio credito nella prima mensilità utile. Le restanti somme saranno poi liquidate nel corso dei mesi successivi, man mano che la capacità fiscale dell’azienda lo consente.

Riassumendo

  • Il rimborso da 730 arriva in busta paga da luglio dell’anno di presentazione.
  • L’azienda anticipa il rimborso e lo recupera tramite compensazione con Modello F24.
  • Se fiscalmente incapiente, l’impresa può rateizzare i rimborsi ai dipendenti.
  • I rimborsi devono essere distribuiti equamente in percentuale tra tutti i lavoratori.
  • Il datore di lavoro è obbligato a riconoscere il rimborso da 730.
  • Il sistema garantisce velocità, tracciabilità e semplificazione per il lavoratore.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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