Lavoratori domestici in Italia: chi sono, dove lavorano e quanto guadagnano

Il settore dei lavoratori domestici registra un nuovo calo, evidenziando trasformazioni profonde in numeri, ruoli e provenienze
4 settimane fa
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lavoratori domestici
Foto © Investireoggi

Il comparto dei lavoratori domestici in Italia ha mostrato nel 2024 segnali di contrazione per il terzo anno consecutivo. Secondo i dati rilasciati dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), il numero complessivo di addetti con almeno un contributo registrato ammonta a 817.403 unità, segnando un calo del 3% rispetto all’anno precedente.

Questa dinamica si inserisce in una tendenza decrescente che ha fatto seguito al picco raggiunto nel biennio 2020-2021, periodo durante il quale l’emergenza sanitaria e i relativi interventi normativi avevano favorito un aumento delle regolarizzazioni.

Lavoratori domestici e il calo post-pandemia: una perdita strutturale

L’aumento riscontrato nel periodo pandemico è stato legato a due fattori principali: l’effetto lockdown, che ha incentivato la regolarizzazione spontanea dei rapporti lavorativi, e il decreto legge 34/2020 che ha introdotto specifiche misure per l’emersione del lavoro irregolare.

Tuttavia, tra il 2021 e il 2024 il settore ha perso circa 158.000 lavoratori, restituendo una fotografia occupazionale in ridimensionamento e più simile a quella pre-Covid.

Squilibrio di genere: una realtà consolidata

Il panorama dei lavoratori domestici conferma la forte prevalenza femminile. Nel 2024, le donne costituiscono l’89% del totale, pari a 726.589 unità, mentre gli uomini rappresentano solo l’11%, ovvero 90.814 lavoratori. Questa ripartizione di genere è tornata ai livelli antecedenti la pandemia, confermando la consolidata struttura del settore, che vede nel lavoro domestico una sfera prevalentemente occupata da lavoratrici.

Da segnalare che la riduzione del numero di occupati ha colpito con maggiore intensità la componente maschile (-7%) rispetto a quella femminile (-2%), indicando una maggiore instabilità per i lavoratori uomini nel comparto.

Ricordiamo che a prescindere dal sesso, il legislatore permette lo sgravio fiscale per le spese sostenute dai datori di lavoro per i lavoratori domestici (come colf e badanti)

Distribuzione territoriale: Lombardia al vertice

L’analisi geografica mostra una forte concentrazione nel Nord Italia.

L’area del Nord-Ovest è quella con il maggior numero di lavoratori domestici (30,7%), seguita dal Centro (27,6%), dal Nord-Est (19,9%), dal Sud (12,2%) e dalle Isole (9,6%).

A livello regionale, la Lombardia guida la classifica con 158.378 addetti, ovvero il 19,4% del totale nazionale. Seguono il Lazio (14,1%), la Toscana (8,8%) e l’Emilia Romagna (8,5%). In queste quattro regioni si concentra oltre la metà del totale dei lavoratori domestici italiani, confermando un forte squilibrio geografico e una netta correlazione con le aree economicamente più dinamiche e urbanizzate.

La nazionalità dei lavoratori domestici: stranieri in calo, ma ancora maggioranza

La composizione per nazionalità evidenzia la predominanza di lavoratori stranieri, i quali rappresentano il 68,6% del totale nel 2024. Tuttavia, si osserva una flessione costante a partire dal 2022. Negli ultimi tre anni, la componente straniera si è ridotta del 18%, mentre il calo degli italiani è stato più contenuto (-13%).

Il confronto tra il 2023 e il 2024 indica una diminuzione del 2,1% per i lavoratori italiani e del 3% per gli stranieri, confermando il trend discendente più marcato per i non italiani.

Le provenienze principali dei lavoratori stranieri rimangono stabili: i cittadini dell’Europa dell’Est costituiscono il gruppo più numeroso con 284.686 presenze (34,8%), seguiti dagli italiani (31,4%), dai lavoratori del Sud America (8,5%) e da quelli dell’Asia Orientale (5,8%).

Disparità regionali nella composizione etnica

Secondo i dati INPS del 2024 sui lavoratori domestici, in alcune regioni, la presenza di lavoratori stranieri raggiunge livelli molto alti. Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna sono le aree con il maggior numero di addetti non italiani. In queste tre regioni la quota di lavoratori stranieri arriva a toccare l’80% del totale.

Al contrario, in Sardegna la componente straniera è molto più contenuta, attestandosi appena al 18%, dato che evidenzia forti disparità nella composizione etnica del settore domestico a livello territoriale.

Evoluzione dei ruoli tra i lavoratori domestici: badanti superano le colf

Per la prima volta, nel 2024 la categoria delle “badanti” ha superato quella delle “colf” in termini numerici. Le lavoratrici e i lavoratori impiegati nell’assistenza a persone non autosufficienti rappresentano il 50,5% del totale, contro il 49,5% impiegato nei servizi domestici generici.

Questa inversione di tendenza si riflette anche nelle preferenze occupazionali dei diversi gruppi nazionali. I lavoratori italiani, così come la maggior parte degli stranieri, sono prevalentemente impiegati come colf. Tuttavia, le persone provenienti dall’Europa dell’Est, dal Medio Oriente, dal Nord Africa e dall’America Latina risultano più frequentemente impiegate come badanti.

Profilo anagrafico: invecchiamento della forza lavoro

Un’altra evidenza interessante emersa dal report INPS riguarda l’età media degli addetti. La fascia d’età più rappresentata è quella tra i 55 e i 59 anni, che raccoglie il 18,6% dei lavoratori domestici.

Un quarto del totale ha superato i 60 anni, mentre solo l’1,5% ha meno di 25 anni. Questo scenario suggerisce un invecchiamento progressivo della forza lavoro nel settore, ponendo interrogativi sul ricambio generazionale e sulla sostenibilità futura di un comparto fondamentale per il welfare familiare.

Retribuzioni dei lavoratori domestici: le donne guadagnano di più

In controtendenza rispetto ad altri settori del mercato del lavoro, il lavoro domestico presenta un’anomalia interessante in termini retributivi. Le lavoratrici percepiscono in media un salario più elevato rispetto ai colleghi maschi. Nel 2024, la retribuzione media annuale delle donne è stata pari a 7.800 euro, contro i 7.500 degli uomini.

La differenza salariale si riflette anche nella suddivisione per tipo di attività. Il ruolo di badante comporta una retribuzione superiore del 29% rispetto a quello di colf.

Ciò a fronte delle maggiori responsabilità legate all’assistenza personale e alla cura degli anziani.

Riassumendo

  • Nel 2024 i lavoratori domestici calano a 817.403, in flessione per il terzo anno.
  • Le donne rappresentano l’89% del totale; calo più marcato tra gli uomini.
  • Lombardia, Lazio, Toscana ed Emilia Romagna concentrano oltre metà dei lavoratori.
  • I lavoratori stranieri restano maggioranza, ma in calo costante dal 2022.
  • Le badanti superano le colf per la prima volta, soprattutto tra gli stranieri.
  • Età media alta e stipendi mediamente più alti per le lavoratrici rispetto agli uomini.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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